mercoledì 19 marzo 2014

I MORTI NON SANNO NULLA 9




                                          NOVE


Si lasciò accarezzare tra le cosce per tutto il tragitto fino alle porte di Yverdon, pilotando spericolata come sempre, senza che le dita di Dino Fabbri dentro di lei condizionassero minimamente la padronanza della sua guida.
L'operazione noleggio si risolse rapidamente e quando Dino si ritrovò con un'amante e un'auto decappottabile recuperò tutto il suo ottimismo.
Lasciò Solange, riuscendo a farle capire che avrebbe trovato la strada del ritorno da solo, poi raggiunse Vaulion senza difficoltà.
Nell'appartamento della madre aleggiava vago il profumo di Carlotta. Il letto era ancora disfatto.
Dino Fabbri afferrò la valigetta delle macchine fotografiche e tornò ad uscire.
Raggiunse Bas des Bioux e individuò Ferruccio Testoni, che assisteva ad una partita di petanque disputata da un gruppo di anziani sul lungolago. Lo invitò ad accompagnarlo in una piccola gita e l'altro accettò con entusiasmo. Apprezzò l'auto decapottabile, si incuriosì dell'attrezzatura fotografica.
Arrivarono fino al Col du Marchairuz. La giornata era splendida, filacci di nubi candide filavano attraverso un cielo tersissimo.
Mangiarono all'aperto, in una trattoria accanto ai pascoli.
Nell'aria c'era odore di bestiame ed erbe montane, la cameriera era florida, con le gote arrossate e le tette strizzate nel corpetto d'una specie di costume tradizionale. Ai tavoli attorno c'erano famigliole in gita, silenziose.
La raclette era molto saporita e la birra una vera ambrosia. Dino Fabbri si sentiva appagato. Scattò qualche fotografia. Ai bambini compiti e taciturni dei tavolini attorno, alla cameriera, a Ferruccio che sbadigliava a fine pasto.
Lui gli stava dicendo che a Bas des Bioux si annoiava.
Aveva nostalgia delle cene a casa di Theroux ma quello, per qualche ragione sconosciuta, preferiva non incontrarlo lontano dai periodi delle tranches, se non saltuariamente. Inoltre aveva anche l'impressione che tra lui e Loretta fluttuasse un velo di ostilità. Erano comunque stati invitati per la sera successiva. Ferruccio lo comunicò con soddisfazione.
- Così domani sera ci vediamo.
Concluse annuendo in modo infantile.
Dino Fabbri si sciroppò le solite lamentele che il Testoni aveva riguardo alla moglie. Theroux aveva detto anche a lui che il suo matrimonio era stato un errore; doveva trattarsi di una sua fissazione. Anche a lui aveva detto che quell'unione avrebbe minato il suo equilibrio e che tra loro non c'era vero amore. Più o meno le stesse parole che aveva usato con Carlotta.
Dino Fabbri ne approfittò per lanciare l'esca.
-  Che tipo é Theroux ? Ti va un caffé ?
Richamò l'attenzione della cameriera.
- Theroux ? - chiese guardingo Ferruccio.
- Sì. Allora, il caffé ?
- Sì, grazie.
La cameriera si allontanò e Dino Fabbri si mise in attesa.
- In che senso ? - chiese il Testoni.
- Ma, così, non so. E' simpatico ? E' bravo ? Sai com'é no, Carlotta non apre bocca a riguardo. E  viene voglia di sapere  com'é il tipo che passa le sue giornate con tua moglie a parlare di cose che tu non sai.
Ferruccio Testoni annuì partecipe, senza però decidersi a parlare.
- A me é parso un tipo gradevole - mentì Dino Fabbri - gli piace farsi una bevuta ogni tanto e ho visto che non perde un colpo ! - disse strizzando un occhio ad un Ferruccio piuttosto perplesso.
- In che senso ?  - chiese infatti.
- E' un po’ battifiga no ? - disse Dino.
- Battifiga ?
- Sì. Ho visto come sta addosso a Solange...
- Battifiga...questa non l'avevo mai sentita. Rende l'idea. Devo ricordarmi di usarla... - il Testoni pareva soddisfatto.
- Secondo me se ne fa parecchie di pazienti e non - insisté Dino Fabbri.
- Theroux ? Ma no ! Cosa dici ! Ma da un punto di vista professionale sarebbe inammissibile !
- Dai, dai ! Dilla tutta !
- Ma sì, girano voci, certo...ma sono voci che senti anche riguardo ad altri, senza fondamento...
- Ad esempio la storia con la madre di Solange - azzardò Dino Fabbri.
- Chi ? Theroux ?
- Già.
- E chi sarebbe la madre di Solange, quella che é andata via ?
- Sì, si chiama Claire. Sta in Costa Azzurra.
- Non ho mai sentito nulla...
- Ma dai ! Dicono che il fratello di Solange sia figlio suo !
- Di chi, di Theroux ?
- Sì !
- Pensa un po’ che storia...mai sentita, davvero.
- Ma la cosa strana sono i tempi.
- Che tempi ?
- Carlotta m'ha detto che Theroux é arrivato qui per la prima volta dieci anni fa e il fratello di Solange ha passato i venti.
- Allora vedi che é una balla !
- Ma tu l'hai mai visto il fratello di Solange ?
- Io ? No.
- E' identico.
- A chi ?
- A Theroux.
- Ma dai !
Testoni tacque, pensieroso.
- Davvero ti dico. L'altro giorno me lo sono trovato di fronte. Mi ha prestato una bicicletta.  Insomma mi é venuto un colpo. Ha persino la stessa voce.
- Comunque mi pare che sua madre fosse di qui... - mormorò Ferruccio.
- La madre di Theroux ?
- Sì.
- Chi te l'ha detto ?
- E' quello che non ricordo...Ho sentito sta storia della madre che aveva mollato il marito con un figlio piccolo...
- Sei sicuro ? la madre di Theroux ?
- Ma sì ! Un casino ! Porca puttana, se mi venisse in mente dove l'ho sentita... lei era originaria di un paese qui attorno, vicino alla frontiera...Il marito era di Annecy e Theroux é cresciuto con il padre. Lei é sparita per anni... Jules Rochet ! Ecco chi me l'ha raccontata ! E' un paziente di Fleurisse, sai quello che dicono che é frocio, che sta anche lui a Bas des Bioux ?
- Vai avanti con Theroux - lo interruppe Dino Fabbri.
- Niente. Tutto lì. Lui é cresciuto con il padre e quando ha scoperto che la madre era tornata al paese d'origine ha voluto incontrarla.
- Ma questo quando ?
- E che ne so !
- Ma dico, dieci o vent'anni fa ?
- Questo Rochet non me l'ha detto.
Dino Fabbri tacque. S'era alzato un poco di vento che faceva schioccare i teli tesi degli ombrelloni. La cameriera si stava affrettando a richiuderli.
- La Cure ! - disse Ferruccio.
- Cosa ?
- La Cure ! Il paese della madre ! Lo sapevo che mi sarebbe tornato in mente !
- E' lontano ?
- Non credo, é proprio sul confine, da qui ci vorrà una mezz'oretta forse...
- Davvero ?
- Mi pare...
- Allora ci andiamo.
- Ma dai ! A fare che ?
- Un'indagine - disse Dino Fabbri ammiccando.
- Perché t'interessa tanto ?
- Non me ne frega un cazzo. Mi diverte e basta. In questa valle ci si rompe i coglioni e noi adesso possiamo approfittare della bella giornata, andarcene in giro, scoprire magari qualche altarino. Oppure posso riportarti giù e ti guardi la partita di bocce dei vecchietti.
Il Testoni saltò in macchina e accese lo stereo.
- Apriamo la capote ? - chiese.
- Se scopriamo qualcosa di stuzzicante domani sera a cena lo guardiamo con altri occhi, no ? Soprattutto tu.
- Io ?- chiese Ferruccio.
- E sì. Lo tiriamo giù dal piedistallo.
- Beh, che c'entra...
- Così quando pontifica sui matrimoni sbagliati che decide lui quali sono puoi sempre dirti in cuor tuo pensa a tua madre, stronzo !
Ferruccio trattenne una risatina, leggermente turbato. Dino Fabbri si rese conto d'esser corso troppo avanti. Aveva bisogno di qualcuno che parlasse francese, se si fosse presentata l'occasione di fare delle domande, e che fosse sufficientemente ingenuo da non chiedersi perché andavano fatte. Cambiò registro e avviò il motore.
- E dai ! E' il tuo analista, no ? Saperne di più sul suo conto ti aiuta a capirlo. Non é solo lui che deve capire te, mi pare. Se la cosa é reciproca funziona meglio, no ?
- Non so mica...
- Insomma cosa vuoi ? Stare nascosto dietro un dito ?
- Chi, io ? Cosa vuoi dire ?
- Uno struzzo. Non voler vedere le cose come stanno...
Il Testoni rimuginava, perplesso.
- Da che parte ? - chiese Dino Fabbri.
- Laggiù a sinistra mi pare - rispose l'altro, accomodandosi sul sedile e alzando le braccia sopra il parabrezza, contro il vento.

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