venerdì 21 luglio 2017

Bella la vita...




Speedy mi ha annunciato che sono in corso preparativi per festeggiare degnamente i settant'anni di Roby Oggero. Mi ha anche assicurato che mi fornirà documentazione della serata.
Non credo di dover aggiungere altro riguardo a Roby oltre a ciò che ho già scritto nel post del 24 luglio 2014 "Forgotten Feelings 14"...












...salvo che dirgli Auguri fratello e grazie per l'allegria.






mercoledì 19 luglio 2017

TURIN D'ANTAN 23



Non ho praticamente trovato immagini di via Carlo Alberto, a Torino, da far risalire ai sedici anni in cui ci ho abitato.
C'è questa foto del ristorante Vittoria che credo risalga ai primi decenni del '900...







...e che miracolosamente è ancora al suo posto come quando ci passavo davanti tutti i giorni senza prestargli particolare attenzione...






...ci sono tornato solo dopo essermene andato definitivamente da Torino ormai da qualche anno, portandoci a cena il mio sindaco che avevo accompagnato per un convegno dell'ANCI.






E visto che sono trascorsi tre anni dalla fine del nostro mandato un'occhiatina affettuosa non fa male.



















A volte ci hanno colti in flagrante stanchezza e tedio - più io che lui...


  




 ...ma ci siamo anche divertiti.



  

mercoledì 12 luglio 2017

TURIN D'ANTAN 22







Lo so che ci siamo già passati in piazza San Carlo...




...e che l'ho già fatta vedere così, com'era ai tempi della mia giovinezza e che ho già scritto dei due negozi che ora non ci sono più, là in fondo, angolo via Roma: Galtrucco sulla destra, Santagostino sulla sinistra.
Però mi piace segnalare che erano là da molto prima che io nascessi...







...ed erano ancora là ai tempi della mia infanzia e adolescenza, e anche questo l'ho gia scritto...






...ma adesso che sto smantellando la casa di Rueglio ho trovato in un paio di bauli in mansarda una pletora di capi d'abbigliamento di cui mi sono disfatto in discarica: si andava dalla mia camiciola del battesimo al mio primo costume di Carnevale da moschettiere, pigiami rosso fuoco di tradizionale fattura da adulto ma minuscoli, camiciole hawaiane che mi portava mio padre dagli Stati Uniti a metà degli anni '50, scarpette da calcio con tacchetti di legno, stivaletti da cow boy e da gaucho (che da qualche parte nel blog però ci sono) e poi magliette...





...giacche con le frange...





...pantaloni scampanati, salopettes, mini pull, "chiodi" striminziti comprati a Parigi...






 ...o giubbotti Lothar che ci eravamo  presi tutti uguali a Saint Tropez nel viaggio in Spagna del '70...











...e addirittura l'abito da marinaretto della mia prima comunione, qui sotto nel giorno della cresima.



  

...compìto, a mani giunte, vagamente estatico, nella penombra di una sacrestia, coperto dall'atteggiamento protettivo del padrino zio Alfredo
L'allarmante letterina che segue l'avevo scritta ai miei nonni in Argentina, allarmante per quel "ho Gesù nel cuore" frutto della mia radicale interpretazione dell'Eucaristia, che chissà da che mi era derivata, non certo dalla mia famiglia distrattamente laica, forse da un missionario zoppo che mi aveva preparato all'evento con suadenze gesuitiche. 
In ogni caso mi sono emancipato, il mio agnosticismo è solidissimo, il mio anticlericalismo è quasi isterico.






E come al solito sono uscito dal seminato. 
Rientro immediatamente. 
Dai bauli in mansarda sono saltati fuori anche capi che avevo dimenticato, uno di quali rimanda proprio a Santagostino di via Roma angolo piazza San Carlo.


    




L'etichetta afferma trattarsi di autentica pelle di gazzella per un panciottino da bambini che adoravo.










Qui sopra lo indosso su una camicia che, a ben guardare, è una camicia con gemelli ai polsini, e questo ci rimanda finalmente alla "Turin d'antan", perchè quei gemelli di smalto che ho ancora...







...mia madre me li aveva comprati in un negozio di abbigliamento per bambini che si chiamava Oxford, in via Santa Teresa...






...ed eccola qui sopra, in un'immagine che avrebbe potuto essere stata scattata proprio in uno dei giorni in cui mia madre mi accompagnava da Oxford, che era al piano terra del palazzo tutto finestre a destra, in fondo, dove l'edificio si affacciava su una piazzetta (suppongo che lo faccia ancora).




 











Via Santa Teresa prima di sfociare in piazza San Carlo interseca via Arsenale...






...e poi, là dove c'è il palazzo alto, incrocia via XX settembre...





...che proprio lì si apre in un piccolo slargo prima di procedere fino all'incrocio obliquo con via Pietro Micca, che è appena iniziata in piazza Castello...






...il palazzo alto là in fondo e lo slargo che, visto dal senso opposto oggi è così...



  


scomparsa l'isola centrale sulla quale campeggiava l'edicola percettibile nelle foto precedenti ingrandite...







...scomparso anche il bambino che indossava quei capi di Oxford, scomparso Oxford, scomparsa la madre che ce lo accompagnava, scomparsa la scimmietta ritratta ancora una volta prima d'essere venduta ad un collezionista...






...invecchiato e acciaccato il quarantenne qui sopra in posa per l'ultima foto con la scimmietta, con barbetta e orecchino che ne farà sessantasette a dicembre.
Vabbé, stasera vado al cinema all'aperto come facevo da bambino e da ragazzino a Noli a vedere "La la land" che non sarà certo "Cappello a cilindro" o "Cantando sotto la pioggia" ma è pur sempre una commedia musicale. 
Tutto passa e tutto resta, tutto cambia per restare uguale. Credi di andare in linea retta e invece tracci un cerchio, magari più volte come se fosse sempre nuovo.
Scriveva un poeta (non sono sicuro fosse T.S. Eliot) che "la fine di tutto il nostro andare sarà giungere là donde partimmo e riconoscere il luogo per la prima volta" o qualcosa del genere...