mercoledì 31 maggio 2017

Addio Lugano bella...







Ogni tanto mi capita di pensare a loro, di riascoltarmi il discorso di Pepè Mujica alle Nazioni Unite senza dimenticarmi che era un Tupamaro, di chiedermi quando...
Sole e Baleno erano anarchici finiti in galera perchè NOTAV e una volta dentro suicidi (o suicidati).
Comunque la si voglia pensare è ormai acclarato che l'Alta Velocità, in particolare in Val di Susa, è un crimine bello e buono.
Ma com'è che quelli che si riempiranno le tasche con i proventi di un'operazione farabutta, quelli che bollano i resistenti come terroristi  non si suicidano mai ?
Ma solo pochi anni fa non eravamo tutti contro la globalizzazione?
Cosa ci è successo ?
Un pochino mi arrabbio, ma sempre meno. 
Il fatto è che ho capito con una chiarezza così limpida che addirittura mi sorprende che i primi hanno vissuto con partecipata intensità, gli altri solo un pochino, accampati sui loro privilegi e talmente terrorizzati dal perderli, che diventano cattivi.
Sole e Baleno sono stati vessati dalla giustizia, abbandonati dalle sinistre e persino da alcune frange anarchiche, calunniati dai media, offesi da figure prestigiose che dell'anarchia hanno fatto il loro cavallo di battaglia.
Erano cani sciolti, gli ultimi degli ultimi, pressochè soli contro tutti, deve essere stato gradevole accanirsi su di di loro senza dover render conto della propria crudeltà.
Così ogni tanto li penso.







Soledad Rosas e Edoardo Massari









Mauricio Morales



Maria Soledad Rosas



A Brosso, in Valchiusella, che credo fosse il luogo di origine di Baleno, c'è una lapide che li ricorda.
Non lo sapevo. la prossima volta che vado in valle passo a trovarli. 





domenica 28 maggio 2017

Vé Susanita...



Eleana Andreoudi con Susanna Campo presso National Opera of Greece - Εθνική Λυρική Σκηνή.
Ieri alle 11:02 · Kallithea, Attica, Grecia ·

Last class today with wonderful signora Susanna Campo !!

Thank you for the amazing classes and the energy you gave to us.❤❤
Happy weekend





sabato 27 maggio 2017

TURIN D'ANTAN 19



Torino ha un asse ineluttabile che contrassegna il suo centro, ed è via Roma.
Parte da Piazza Carlo Felice, di fronte alla stazione di Porta Nuova...










...qui sopra in tempi gozzaniani...








...poi cinquant'anni dopo...




...stesso punto di vista ma in primo piano il laghetto e la fontana della piazza, l'insegna del cinema Vittoria accesa, la pubblicità del Martini diversa e, ingrandendo, un "civic" al centro della strada sulla sua pedana.
Proprio all'inizio, sotto i portici di sinistra, c'era il negozio dei genitori di Gustavo De Pas...





Pit e Gustavo - Noli 1965




Gustavo, Simonetta e i loro tre figli


(Per quanto riguarda i coniugi il post "A strade percorse 7" del 9 novembre 2016 è il più recente)




Piazza Carlo Felice oggi. 
A destra in basso siamo quasi sull'angolo di via Roma con le vetrine di Sir Wilson...






...mentre sul lato opposto c'era Fogola, una delle storiche librerie scomparse...










La libreria privilegiata da mia madre.





Sopra il "civic" sulla sua pedana si vede meglio.
Sulla destra più avanti l'insegna luminosa dello storico e defunto bar Zucca, così come scomparse sono Watt Radio, Marus, Upim e in una certa misura anche Fiat, che là dove c'è la sua insegna luminosa aveva uno spazio espositivo mi pare sull'angolo con via Buozzi, spazio che poi è stato per un certo tempo di un negozio con uno strano nome dove, oltre al resto, si trovavano stivali e giubbotti americani originali.

















Ed eccola la Marus, marchio di abbigliamento che come Facis era un'emanazione del GFT, sull'angolo di via Roma con via Andrea Doria ( il cinema Doria è là in basso a destra, dietro lo stuolo di 500 di cui una potrebbe essere la mia )...











...qui il giorno dell'inaugurazione.













Oggi è così, asettica e impoverita ma con traffico controllato.
Gli amici mi dicono che non è più lei, che passeggiarci non è più come una volta. Sarà...
Credo che soprattutto dipenda dal fatto che il nostro tempo è andato e così i suoi luoghi, i suoi riferimenti
Il nuovo potrà essere eccitante ma essenzialmente sarà ragione di nostalgia quando anche lui cederà il posto ad un altro nuovo per quelli che sono giovani adesso e allora saranno vecchi e noi, quelli che bevevano un caffè da Zucca, saremo scomparsi come il bar. 







Siamo quasi in piazza CLN, già si intravede là in fondo, ingrandendo, il monumento di piazza S.Carlo...






... giriamoci di 180° quando siamo sulla soglia di piazza CLN, Porta Nuova è laggiù...






Anche qui le insegne luminose annunciano realtà scomparse...






...a sinistra lo spazio che era della defunta Gazzetta del Popolo della foto precedente e a destra, seminascosto dalle colonne, c'era il cinema Augustus...














Di fronte, addossate al lato posteriore delle due chiese che si affacciano su piazza San Carlo, le fontane che ritraggono il Po e la Dora...












I calzoni scampanati suggerirebbero anni '70...



...poi le statue sono state ripulite...








 
 


Se là in fondo si procede a sinistra verso piazza San Carlo prima della fine dei portici si arriva di fronte a un negozio che non so cosa sia oggi ma che un tempo era la libreria Druetto, dove lavorava Fabrizio Ferreri...








...ora non ci sono più ne lei ne lui...






Fabrizio in compagnia di Tony Carello e Aldo Andreoli...








Sotto i portici a sinistra c'era la profumeria Giacobino...







...e là trovavo un profumo che proprio Fabrizio mi aveva fatto scoprire...














Tra le due chiese, al centro, c'è il breve tratto di via Roma che congiunge piazza CLN a piazza San Carlo. A sinistra, sotto gli archi c'era Druetto e attraversata la strada il Mokita...
















 

Quasi di fronte, sull'altro lato della piazza, il caffè Torino con il suo dehor...






...e il suo toro rampante di bronzo sul marciapiede di fronte all'ingresso.













La fila di vetrine illuminate più avanti era quella di Paissa...






...un raffinato emporio di specialità enogastronomiche inaugurato nel 1884 e chiuso definitivamente nel 2013, dopo 129 anni...





Poco più avanti c'è Olympic, che credo resista e dove mi ero fatto comprare un abito elegante per presentarmi a Milano ad una festa da Patrizia Agosta Tota (1966 ?).













Olympic è lì di fronte sotto i portici mentre sul lato opposto della piazza qui sotto a sinistra...





...resiste anche Stratta (vedi post "Prima e dopo" del 15 novembre 2012)...



























...certo il caos di traffico e parcheggi a uno sguardo odierno appare sconcertante (nel post "Automobili" del 12 maggio 2014 c'è la descrizione di un parcheggio semidrammatico proprio sotto il monumento equestre sulla 850 coupè di mia madre)...






...ma quello che mi piace rivedere non sono solo le utilitarie ammassate caoticamente ma là in fondo i due negozi, sul limite di via Roma in direzione di piazza Castello (l'immagine va ingrandita): a sinistra Santagostino  a destra Galtrucco, ambedue scomparsi dopo una presenza così protratta da farli considerare, almeno per me, inamovibili ...







Galtrucco in particolare era un negozio di stoffe spettacolare che contava su vetriniste/i con un incantevole senso scenografico: drappeggi magistrali, accostamenti cromatici elegantissimi, insomma un vero spettacolo di fronte al quale mi incantavo, impalato davanti alle vetrine...











Certo oggi l'aspetto metafisico permette di apprezzare la rigorosa e suggestiva geometria architettonica di questo frammento di città che ho percorso un'infinità di volte, perchè  abitavo lì vicino, perchè camminare mi aiutava a pensare e immaginare e perchè le flanerie sono sempre foriere di suggestioni impreviste.







Ora procediamo per via Roma lasciando piazza San Carlo con uno sguardo dall'alto...




 


...e con una curiosità che le ha dedicato Daniele Cordone, che ha collocato le sue auto di gioventù in primo piano in un disegno in cui la piazza è riconoscibile (e anche lui, in un riquadro in basso a sinistra).




  




Prima però di avviarci per via Roma seguiamo un tratto che le corre parallelo, la galleria San Federico, che ha uno dei suoi ingressi, qui sotto in basso a sinistra, nella zona d'ombra....






...visto dall'interno nella foto che segue.







Laggiù in fondo l'arco affacciato su via Alfieri angolo piazza Castello, a sinistra si apre il tratto che sfocia su via Roma a destra lo storico cinema Lux...








...visto dall'ingresso di via Roma...






...e a sinistra l'affaccio su via Viotti, che proprio all'inizio aveva un altro cinema, l'Astor, scomparso da tempo, e che era uno dei miei preferiti, ma ci arriveremo, intanto diamo un'ultima occhiata al Lux, che un milione d'anni fa si chiamava Rex...






 ...e dove quand'ero bambino, con mia madre, trascorrevo pomeriggi indimenticabili (vedi il post del 21 dicembre 2010 "Piazza Castello").




 

Ed eccoci di nuovo in via Roma, ormai siamo in dirittura d'arrivo: i lampioni che si intravedoni là in fondo sono quelli di piazza Castello...







...a sinistra i defunti magazzini Standa, a destra Berry, sul quale mi soffermerò per una non breve digressione.
Durante i rifacimenti radicali degli anni '30 gli esercizi commerciali di via Roma erano stati provvisoriamente collocati in stands in piazza San Carlo...









  





I due palazzi là in fondo sarebbero poi stati sostituiti dalle due chiese. Dei componenti della folla che si aggira sulla piazza è ormai definitivamente impossibile sapere alcunchè se non che sono tutti morti e dimenticati per sempre ma sfuggirò alla mia solita deriva nichilista soffermandomi sulla scritta in alto dello stand: "Berry - Giuseppe Ratti".








Quando ero giovane non lo sapevo ma Berry esisteva dal 1917 e il geniale creatore di Persol e Meflecto signor Ratti era il nonno di Monica e Thelma Blumenthal.
Negli anni '60 mi capitava di entrare da Berry - ci avevo comprato  il mio primo mangiacassette portatile Sony - ma non sapevo che si trattasse di un'azienda di cui il negozio era solo una propaggine...







...in via Roma sull'angolo di via Cesare Battisti.
Ci ho comprato innumerevoli paia di occhiali, in particolare il modello 649...
























Per quanto riguarda le nipoti del signor Ratti in realtà Monica la conoscevo pochissimo, ricordo soltanto di essere stato ad una festa a casa sua, e io allora alle feste tendevo ad ubriacarmi, per cui se ci fosse anche Thelma non saprei, però il 4 dicembre del 1971 (qui soccorre il diario di allora) l'ho vista per la prima volta in un'aula universitaria e mi ha colpito molto.
Nel 1979, non ricordo in quali circostanze, ci siamo conosciuti (vedi il post "Voci lontane, sempre presenti" del 30 marzo 2014) lei doveva già esser stata sposata con Guido Balocco perchè viveva da sola
Vorrei saper dire di più ma quello che ricordo è soprattutto la sua laconicità, un'intimità senza confidenza, strana come quella sua motocicletta parcheggiata in soggiorno. Dopo non ci siamo più rivisti, e mi dispiace. 
So che è stata ad una delle cene organizzate da Speedy...







...ma era una di quelle che mi sono perso.
Ed è stato proprio Speedy a raccontarmi di come Balocco, entrato nell'azienda con il matrimonio, grazie alla sua abilità e competenza ne era diventato presidente e amministratore delegato ed era stato proprio lui a concludere la trattativa della cessione  della Persol alla Luxottica di Del Vecchio.
Dopo la separazione da Thelma se n'è andato a Miami.





  







...e laggiù ha trovato dei torinesi emigrati d'eccellenza come lui...



 Bruno Martino, Carlo "Charlie" Ferrari, Guido Balocco



 Non so cosa spinga tanti torinesi a Miami, anyway... 






Charlie e Vincenzo "Vince" Natta Soleri



...nei '70 erano così...




                           Vince in compagnia del suo alano che mi pare
                              si chiamasse Waco e di Vincenzo Lancia





Bruno nel supermanifesto con Patrizio Simili e Patrizia Mussa...




 ...e a Miami



 Charlie nel supermanifesto...




...indossava anche lui Persol 649...








in compagnia di Piero Chiambretti





E Thelma ? 
L'ho trovata in rete.



 Qui molto simile alla ragazza che ho conosciuto,
con quello che suppongo sia suo figlio e che oggi
deve essere un adulto.





 ...a sinistra...



















Torniamo a  Berry con le sue vetrine in via Roma e in via Cesare Battisti...







...quindi siamo finalmente quasi in piazza Castello: eccola a sinistra, laggiù in fondo. 
Inoltrandoci però per un momento in via Cesare Battisti sul lato opposto a quello di Berry dopo pochi metri entravamo in un portone sulla destra oltre il quale, salendo al primo piano, trovavamo Jack Emerson.








In rete si trovano molte informazioni su questo emporio storico guidato per secoli dal ragionier Barbero...







...che era rigorosamente omosessuale. 
Ricordo lo sconcerto di Margherita Savoini...



 Marghe allora...




...e oggi...

 
...che un giorno, di passaggio da Genova, aveva accompagnato alcuni di noi a fare acquisti. Non si capacitava che ci lasciassimi palpeggiare cameratescamente dal ragioniere durante le prove.
Del resto era così, lui non si spingeva mai oltre il limite, pareva testare un'eventuale disponibilità ma lo faceva con un galantomismo sabaudo che invece di disturbarci ci divertiva.
Ho letto che è passato a miglior vita a novant'anni, facendosi inumare avvolto in un sari indiano. 
In effetti oltre all'atmosfera britannica che il  ragioniere aveva saputo imprimere - senza sussiego ma con naturalezza - a quello sterminato appartamento che ha fatto si che tra i '60 e i '70 degli adolescenti indossassero Baracuta, Church e Saxone etc. quando quasi nessuno sapeva cosa fossero, il ragionier Barbero aveva anche un penchant per l'India. 
Del resto c'era una certa coerenza, in fondo era stata una colonia di Albione.
Nell'estate del 1970 dunque siamo partiti in molti per le vacanze provvisti di costumi che sembravano mutande da fachiro e camiciotti a disegni Kashmir. 
Un vezzo del ragioniere buonanima.




 Roby Oggero, con quel costume, e il fratello Giorgio.



Giorgio e io con il costume indiano...




...indossato anche a letto 
(un altro in appoggio sulla spalliera della sedia)...


 

Mario Manzini con camiciotto.



Bene, anche questa è andata. 
Adesso davvero: piazza Castello. Entriamoci trionfalmente.





 Quand'ero piccolo c'era la cosidetta "Befana dei Vigili" e la gente assiepava attorno alle loro pedane doni ed omaggi.






L'accesso alla piazza da via Roma con insegne luminose che non ci sono più o quantomeno sono diverse...







...e quella 500 giardiniera identica a quella che aveva mia madre (anche in questo caso, volendo approfondire, vale il post "Automobili" del 12 maggio 2014)...










Qui sopra Palazzo Reale a sinistra e Palazzo Madama a destra, un "civic" sulla sua pedana a dirigere il traffico (irrilevante all'epoca).
Questo era l'ambiente che fa da sfondo ad alcune parti del post del 21 dicembre 2010, il racconto di Whittling intitolato per l'appunto "Piazza Castello".





Un'occhiata dall'alto.
L'accesso da via Roma è in basso sull'estrema sinistra, al centro il castello casaforte degli Acaja, sopra di questo il palazzo del Governo e della Prefettura e in alto Palazzo Reale con la sua lunga manica sulla sinistra: Palazzo Chiablese, che in anni lontani in uno dei suoi scantinati, ospitava il Museo del Cinema, gestito da anziani pensionati volontari e dove si poteva assistere - opportunità credo unica in Italia a quei tempi - "A qualcuno piace caldo" o "il settimo sigillo" su grande schermo (bè grande, si fa per dire) seduti su scomodissime sediole di legno in una saletta esigua, sotto una volta bassa.






L'ingresso era appena oltre gli archi là in fondo.








Una veduta aerea che potrebbe disorientare, effetto che cercherò di evitare fornendo qualche coordinata per i non torinesi.
Cliccando sull'immagine per ingrandirla possiamo individuare sull'angolo estremo in alto a sinistra la stazione di Porta Nuova (vedi post del 4 marzo 2017 "Turin d'Antan 5") di lì, avanzando verso destra su un asse obliquo, si individua un primo spazio aperto che corrisponde a Piazza San Carlo, appena visitata, e infine eccoci in Piazza Castello.
La via rettilinea che si diparte verso l'alto a destra è via Pietro Micca, che si conclude là dove c'è un alto edificio bianco, il grattacielo di Piazza Solferino ( vedi post del 15 marzo 2017 "Turin d'Antan 9" ).







Dai '50 ai '70 tutta la piazza era un parcheggio...




























...con addirittura distributori di benzina.







Dietro il castello il Teatro Regio, con le insegne rosse lungo la facciata.  
Sulla sua destra l'imbocco di via Po...






La facciata, unica superstite dell'incendio del 1936,     restaurata e conservata con la ricostruzione del 1973...





...nasconde dentro di se come in un scrigno, al di là dei portici, il teatro vero e proprio...




















Di fronte al Castello si apre via Po...









 
In quest'angolo di piazza c'era il distributore di benzina di una foto precedente. 
Sotto i suoi portici, proprio sull'angolo, c'è l'ingresso della Galleria Subalpina, Mulassano e Baratti, e poco più avanti sulla destra alcuni degli esercizi commerciali scomparsi tra i quali il negozio di giocattoli per eccellenza della mia infanzia: Borel ( vedi sempre post del 21 dicembre 2010 "Piazza Castello").
In una mansarda di cui si vedono un paio di abbaini affacciati sull'angolo ha abitato Antì, verso la fine degli anni '70.







A destra si intravedono le luci di una vetrina di Baratti...






L'ingresso della galleria...






...vista dell'interno, a destra il cinema Nuovo Romano...













...con una programmazione dei miei tempi...




 












...e a sinistra, in fondo, l'ingresso su via Cesare Battisti e piazza Carlo Alberto. 
Poco prima, sulla destra, c'è la storica bottega di libri usati che malgrado l'insegna "La casa del libro" ai miei tempi era nota come "dall'ebreo" nominazione inelegante ma, per quel che ne so, senza tracce di antisemitismo.







La galleria l'avevo attraversata a undici anni per raggiungere  piazza Carlo Alberto, per un'esperienza significativa che descrivo nel finale, sempre nel post del 21 dicembre 2010 "Piazza castello" .











L'ingresso di Baratti & Milano sul fronte della piazza sotto i portici...






... le vetrine affacciate in Galleria Subalpina...






...e l'interno. 
Qui sotto, a destra dell'affaccio alla Subalpina, un frammento della vetrina d'ingresso...







 ...e se ci rivolgiamo a sinistra Mulassano...










Lasciandoci alle spalle i caffè e avviandoci per i portici troviamo quasi subito a sinistra un portone d'ingresso...






...che era quello di casa di Antì segnalata, in una foto precedente. Si salivano delle scale interne e si accedeva alla balconata che gira tutto attorno alla galleria...







a sinistra una vetrina illuminata de"La casa del libro"




Antì nel '75



...procedendo, a sinistra c'era Maschio, un negozio di dischi e strumenti musicali su due piani...  






...e prima di arrivare all'angolo con via Roma là in fondo, sempre a sinistra c'era Bòrel, un negozio di giocattoli, anzi per me IL negozio di giocattoli, del quale non ho trovato traccia in rete ma di cui ho scritto nel solito memoir "Whittling - Piazza Castello" postato il 21 dicembre 2010. 







 























Non ho mai realizzato un plastico ma gli accessori, casette, alberelli etc. mi servivano molto per i giochi che costruivano sempre un mondo isolato, protetto con fantasie logistiche molto accurate...



 




Qui il mio broncio credo dipendesse dalla presenza alle mie spalle del non amato nonno paterno, cui però sono riconoscente per l'avermi involontariamente fatto capire come si va al cinema ( sempre nel post "Piazza Castello").







Di questo modellino avevo in effetti due versioni.
E insomma questo lungo viaggio immaginario, per certi versi simile a quelli che facevo sulle Sunbeam della Dinky, anche se su un percorso molto più breve - Via Roma - e giunto a conclusione.
Non l'avrei mai creduto ma le possibilità che io possa ripercorrere fisicamente quella tratta diventano sempre più esigue, essenzialmente perchè, in verità, non ne ho più nessuna voglia.  
E' così confortevole avvicendarsi per Torino (e per il mondo, di ieri e di oggi) a questo modo. Nulla mi può deludere e tutto mi intenerisce. Vantaggi dell'età avanzata.
Con questo voglio dire che i "Turin d'Antan" avranno, spero, ancora vita lunga.