sabato 23 aprile 2016

MERCATINI






Per molti anni ho esercitato un'attività parallela che si potrebbe definire di rigattiere, anche se dire che mi sono occupato di modernariato suonerebbe meglio.
In realtà mi sono disfatto, ricavandone un utile, delle miriadi di cose che raccattavo nelle case di famiglia o che sottraevo al cumulo di oggetti che mia madre compulsivamente acquistava per poi dimenticarsene, o ancor di più degli oggetti che mi appartenevano e di cui ritenevo giustamente che se ne potesse fare a meno.
Svuotare la stiva ogni tanto è straordinariamente terapeutico.
Ci sono stati momenti che questa mia attività, che tra l'altro ho sempre esercitato con piacere e con allegria infantile, si è rivelata provvidenziale ed ha supplito agli incerti del lavoro, ma a parte questo aspetto certo non irrilevante mi ci divertivo proprio: gli arrivi al mercato all'alba, i compagni dei  banchi accanto, l'allestimento, i primi compratori che ti incalzano armati di pila, la folla che sciama, le contrattazioni, la formidabile postazione per osservare umanità data da una sedia pieghevole dietro un allettante trincea di roba superflua eppure desiderata e magari acquistata da collezionisti di ogni genere o altri mercanti più bravi di me a vendere.
Non l'ho fatto da subito nè sempre e così non ricordo gli oggetti di cui mi sono disfatto però alcuni li ho fotografati.
Anche loro sono preziosi per ripercorrere momenti di vita. 
Un frammento del primissimo, allestito nel '79 nella casa che stavo per lasciare, c'è.








Poi dovranno trascorrere una decina d'anni prima di avere altre testimonianze fotografiche.
Qui di seguito una selezione a campione di pezzi disparati.


















































Questo Uberti modello Winchester l'ho scambiato con una S.&W. 357 magnum nichelata all'armeria Nord ovest di Torino.

Procedo con la selezione.
































 


















E oltre a questo un sacco di 45 giri...
























...e malgrado tutto ne ho ancora un centinaio, che ascolto rigorosamente con un mangiadischi seguendo l'antiquata ma evocativa prassi de una canzone per volta, con tutti i suoi bei fruscii della puntina sui solchi.










Verso la fine di questa intervallata ma protratta esperienza ho potuto disporre di uno spazio tipo magazzino esposizione reso disponibile da mia madre al pianterreno di casa sua...








  




































...e poi è finita anche l'epoca dei mercatini. Le persone sono cambiate, da tempo circola poco denaro, a me è venuta meno la voglia, ho affidiato in conto vendita molte cose ad una mia amica che ha un negozio di usato. 
Ora nel mio "magazzino" restano divani, scrivanie, cassepanche, insomma roba che non ho potuto spostare da solo a suo tempo. Stanno là io sto qua, il tempo deciderà.

mercoledì 20 aprile 2016

CARTOLINE 19












Questa è datata 25 novembre dell'85, addirittura riporta l'ora,
e credo che Mimma me l'abbia scritta facendo riferimento alla messa in onda di un mio lavoro per Ipotesi Cinema su Rai Uno.
L'ultimo dei nostri entusiasti e partecipati incontri era del gennaio dell'83, quindi due anni prima
Ci eravamo conosciuti a Madonna di Campiglio nell'aprile del '79, durante le vacanze pasquali, ad una festa superalcoolica a casa di chi proprio non ricordo, mentre ricordo benissimo lei.
Nel tempo a seguire anche se i nostri incontri sono stati molto sporadici hanno sempre avuto qualcosa di festoso, almeno per me, e spero che lei possa pensare altrettanto.
L'ho cercata in rete e l'ho trovata come dipendente dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'unità Emilia-Romagna. Niente foto.
L'unica che possiedo di lei è leggermente sfocata ma rende appieno l'idea di come mi appariva nei nostri incontri.