domenica 25 marzo 2012

affetti

Saranno state le cinque, c'era ancora  un bel sole.
La sera prima mi ero fatto dare le coordinate da Pierangelo per trovarla.
E attraversando la piazza incontro Davide che va a prendere Enea a scuola.
"Sto andando da lei" ho detto.
"Le farà piacere vederti" ha risposto.
Siamo rimasti a chiacchierare sul piazzale e poi è arrivato Enea. 
Biondo, con un incisivo che sta crescendo. Molto amichevole, senza ritrosie infantili. E il viso di sua mamma.
Li ho guardati andar via tenendosi per mano, Enea e Davide, ed ero anche un po' commosso ma mi sono così piaciuti, mi sono parsi così complici padre e figlio, così amici, che mi hanno subito riconfortato.
E allora sono sceso da lei.




Se ne è andata a cinquant'anni.
In un vecchio album, a casa di mia madre, ho trovato delle foto in cui ne aveva diciotto. 


 Bebe  e sua cugina Valerie nel 1980




Ho trovato anche delle foto sul genere con Elena e ho ripensato alla sua mail da Parigi, in cui mi raccontava di quando era stata sulla tomba insieme con Anna. Le tre amiche.
Anche con lei le foto risalgono all'80.





Prima della visita tardo pomeridiana al cimitero, al mattino ero sceso a Torino per incontrare Simonetta. 
Non ci vedevamo da anni e non ci frequentavamo da decenni, eppure è stato facile, senza inciampi. Spero che trascorreremo altre giornate così.


 Simonetta diciottenne.
 
Dei suoi tre figli ho conosciuto Tommaso.
Mi ha ricordato molto suo padre Gustavo. Difficile dire in cosa ho rintracciato la somiglianza. Il lavorio dei geni tesse trame impalpabili e implacabili, e ti trovi di fronte a dei segnali fatti di piccoli gesti, di un modo di guardare, di cose così, che ti rimandano a qualcosa che sai ma che non sapresti dire in cosa consiste.
Naturalmente con Simonetta abbiamo parlato molto di Luisella, la sua più cara amica dell'adolescenza, che se n'è andata ormai da anni.






Mentre risalivo in valle per l'appuntamento con Angela e Pierangelo per cena, ho ripensato a questo formidabile merletto di sentimenti, di emozioni, di eventi che si annidano nella prevedibilità del quotidiano e la provocano con le pacate sorprese del loro coniugarsi. 
Oggi ho visto Simonetta e abbiamo parlato anche di Speedy. Sono stato a pranzo da lui ieri. Stasera sarò con Pierangelo che non conosce Simonetta ma ha montato un video per Speedy mettendo insieme del girato disparato (e disperante, materiale girato persino con il cellulare) che parte dal matrimonio con Mariuccia e segue la crescita di Francesco, ottenendo un risultato godibile, divertente e commovente.
Francesco deve avere più o meno la stessa età di Tommaso, il maschio dei gemelli di Simonetta.


Speedy nell'83, da me, a Rueglio.


...a Bologna, nel '77...


...e a casa mia, a Rueglio, nel 1980, tra Pierangelo e Giorgio...
(dietro di loro Andrée Galarneau, canadese del Quebéc)


 Angela e Pierangelo oggi, ancora a casa mia, a Rueglio.



Pranzando con Speedy mi sono sentito amabilmente rintuzzato a dedicare più energia e meno fatalismo alla mia scrittura sempre rimandata.
Pranzando con Simonetta ho percepito dalle sue parole quanto sia possibile rinnovare il proprio slancio vitale, tenersi in gioco.
Ho cenato un paio di volte con Angela e Perangelo e con lui va da sè che scaviamo cercando di arrivare al centro, col rischio di scoprire una stanza vuota. Però abbiamo trovato un inedito ristorantino delizioso in quel di Drusacco, e brindato all'insulsaggine del tutto.
Dopo tutte queste libagioni sono tornato a Schio con un chilo in più e una mail di Paolo Drago, da Padova, che aspetta che organizziamo una rimpatriata.
Anche di lui abbiamo parlato, più con Speedy che con Simonetta, che non lo conosceva benissimo.
Nella mail di Paolo c'è in allegato una foto che non avevo. Noi due a Ciao Pais (vedi in qualche "A sciare" dei post precedenti).



 E anche per lui ne aggiungo una io.



 I danzatori muovono in cerchio, il cerchio si allarga e si restringe a seconda che qualcuno si fermi o che qualcuno si aggiunga, chi esce non sarà dimenticato, chi resta trova il ritmo nella memoria comune, l'unico vantaggio dell'invecchiare sta nella possibilità di imparare a raggiungere quel ritmo.

lunedì 12 marzo 2012

On the roads of Ireland.

Nel 1991 un imprenditore edile che aveva cantieri in quel periodo soprattutto a Seattle, non ricordo per quali vie era approdato alla Videomark.
Era un signore simpatico, di intraprendenza pirotecnica anche in ciò che non riguardava il suo ambito specifico. 
E' stato lui a mettere i soldi per "On the roads of Ireland".
Lo ricordo alla prima proiezione, a Milano, entusiasta, quasi commosso.
Non aveva voluto comparire nei titoli. Non lo citerò neppure ora. Lui voleva restare nell'ombra, e non credo che le ragioni fossero poco limpide.
Era un tipo così.
Non ho mai più avuto produttori di quel genere, e francamente non mi sarebbe dispiaciuto.
Ho ritrovato la fotocopia di un articolo di Repubblica che si riferisce all'inizio del percorso del film.





Il film ha poi avuto un suo itinerario lusinghiero, partecipando a festivals e ricevendo offerte interessanti per la messa in onda.





Tra gli altri quella davvero memorabile è stata la partecipazione al festival di Nyon, che allora era la rassegna internazionale del documentario più prestigiosa che avessimo in Europa.
E' stata l'unica occasione in cui a fine proiezione, all'uscita dalla sala, eravamo stati avvicinati da compratori di TV straniere.




E poi mi piace questo, che tengo incorniciato in cucina.
E' l'assegno con cui la SRC, un'emittente franco canadese, comprava i diritti di una messa in onda.
La cifra è modesta, ma me li ero trovati io, con trattativa personale.
Come del resto è poi avvenuto con Raiuno.
Queste esperienze porteranno alla nascita della Huckleberry Film, la casa di produzione fondata da me e Laura.
Detta così suona bene, in realtà nessuno dei due aveva abbastanza pelo sullo stomaco per gestire le situazioni produttive nel loro aspetti meno "artistici".
Però è stato bello. Ma è un'altra storia.

Ho montato tre frammenti del documentario, preceduti dalla breve presentazione dell'indimenticato Paolo Giuntella.





E poi un frammento del making of.