domenica 26 febbraio 2017

MAIL da TORINO











Virginia nel 1968



A dir la verità non sapevo neppure che lei e Speedy si conoscessero, oppure l'ho dimenticato, chissà...
Virginia è in un  post recente, quello del 9 novembre 2016 "A strade percorse 7", ma mi fa piacere tornare a lei, in questo caso con un aneddoto dimenticato.






Si era nel '70 o '71 credo, Simonetta aveva organizzato una festa a casa sua in campagna dove ci saremmo poi accampati per la notte.
Non avevo più incontrato Virginia, che nel frattempo si era fidanzata con il fratello maggiore di Simonetta, Giancarlo. Quel giorno c'erano anche loro due.
Alla fine della festa io mi ero sistemato su un divano per la notte, in soggiorno. Non ricordo se Virginia fosse già lì oppure fosse scesa dalla loro camera per cercare qualcosa, sta di fatto che là, al buio, distanziati l'uno dall'altra - e questo ci tengo a sottolinearlo - abbiamo iniziato una conversazione che inevitabilmente ha toccato anche il tempo della nostra storia d'amore.
Non ho idea di come sarebbe andata a finire, non posso escludere che avremmo finito con l'avvicinarci ma lo ritengo improbabile, in ogni caso quello che accadde fu che all'improvviso Giancarlo irruppe nella stanza furibondo, accese la luce, intimò a Virginia di tornare in camera, insomma un gran casino.
Il giorno dopo Simonetta mi fece il culo malgrado io ribadissi che non era successo nulla, che avevamo chiacchierato e basta, ma suo fratello le aveva riferito che le nostre chiacchiere non erano state così innocenti, e forse era vero.
Da allora non ci siamo più incontrati tranne che fugacemente nel 1980, come ho scritto in "A strade percorse 7", ma così, noi due soli, con la complicità dell'aver un po' bevuto e dell'oscurità mai più. E mi sarebbe piaciuto.  


venerdì 24 febbraio 2017

TURIN D'ANTAN 4








Corso Orbassano è quello a destra del palazzo centrale, con i balconi curvi.
Sulla destra due edifici. Il più basso, con tendone, sparirà per lasciar posto...







...al condominio del bar Casalegno. 
Il palazzo di fronte, quelle con i balconi d'angolo, invece sopravvive, come si può desumere da un raffronto con l'immagine precedente.
La parte del corso che mi interessa è però dall'altra parte...







...qui in tempi decisamente precedenti ai miei, che erano quelli dalla metà alla fine dei '60. Più o meno questi...







All'aiuola centrale è subentrato un distributore di benzina Petrol Caltex. Allora erano frequenti i distributori nel centro della città.
L'edificio basso sulla biforcazione tra il corso e via Piazzi è lo stesso. In tempi lontani era un bar dove capitavo di frequente...





...e oggi è così...










Da adesso in avanti occorre munirsi di immaginazione.
Procedendo, sempre sul lato sinistro, c'era una pizzeria piuttosto dimessa, cui si accedeva salendo alcuni gradini: tavoli di formica, luci al neon. 
Ci capitavamo alla fine di certe domeniche inconcludenti dopo aver bighellonato nei dintorni, ma va detto che la farinata era strepitosa.
Dopo la pizzeria si apriva un cortile e in quel cortile c'era l'officina di Mirimin, sublime meccanico di motociclette.





Paolo Drago, allora nella scuderia




 Aldo Mirimin ancora attivo



Poco più avanti, sull'angolo con via Cristoforo Colombo (o via Vespucci ?), c'era "Alla città di Torino", un negozio di abbigliamento classico stipato all'inverosimile di merce, gestito da un bell'uomo gay, che riusciva a praticare un eccellente equilibrio qualità/prezzo.






Subito dopo c'era un negozio di dischi. Pecol.
Nell'estate del '67 una commessa di Pecol che si chiamava Margot era capitata non so come a Rueglio per un giorno. 
E neppure so come fossi riuscito a finire con lei, che aveva qualche anno più di me - io in quell'estate ero un sedicenne  sprovveduto - in un fienile a pomiciare.







Ricordo che è accaduto, saprei addirittura tornare a quel fienile che era in cima al paese, ma non mi resta nient'altro, anche scrutare la cartolina è poca cosa, non resta che andare oltre...

  

 



Qui siamo in controcampo, il distributore  Petrol Caltex fa da riferimento. 
Laggiù in fondo si intravedono gli alberi di Corso Einaudi e sull'angolo a sinistra dell'incrocio tra i due corsi c'era - e forse c'è ancora - Binello concessionario, dove avevo comprato il mio Motobi Mini Bike.







Accipicchia ! Ho scoperto solo adesso che non si chiama più Corso Orbassano ma Corso Alcide De Gasperi, ma pensa un po'...


 




Comunque, concludendo, anche per questo post un passaggio su "Whittling - Sei giorni fuori strada" del 28 novembre 2010 può risultare di complementare efficacia.




mercoledì 22 febbraio 2017

TURIN D'ANTAN 3







Siamo in Piazza Carlina. 
Il triciclo super accessoriato - e che ritengo esigesse una forza erculea da parte del conducente, soprattutto se, come si desume dal secondo sellino, trasportava anche un passeggero - è della Stipel, vale a dire della Società Telefonica di allora (ricordo che mio padre non ha mai smesso di chiamarla così, malgrado le successive trasformazioni in Sip, Telecom etc. etc. e io mio malgrado sto facendo altrettanto e la chiamo, e credo chiamerò sempre, Sip).





ed eccola piazza Carlina com'era.
Al piano terreno del palazzo dietro il monumento, ingrandendo l'immagine, si può leggere un frammento dell'insegna "Primaria Esposizione Mobili" della foto precedente. Longevo esercizio commerciale.
Sul margine destro, in ombra, si intuisce un palazzo...





...che è quello chiaro sulla destra. 
L'edificio al centro con le sue finestre cieche, svuotato di inquilini e qui in fase di restauro (non so cosa ne sia oggi) l'ho frequentato per un certo periodo andando a lezione di matematica da un insegnante in pensione che abitava proprio lì.






Il palazzo era già fatiscente e l'appartamento era in ombra perenne, un po' triste, ma a me suggestionavano ogni volta i cimeli che caratterizzavano il salotto dove facevamo lezione. Composizioni appese alle pareti di pelli d'animale, archi, frecce, scudi, zagaglie, copricapi, pugnali e altre armi bianche, memoria di un'epoca che il professore aveva trascorso in Africa Orientale.
La mia aritmetica non ha fatto grandi progressi ma quell'angolo di Africa Imperiale, impolverata e dimessa, non l'ho più dimenticata.






Un'altra vista di Piazza Carlina, oggi. 
Nell'edificio sul margine destro mi pare di ricordare ci fosse un cine-teatro ma potrei sbagliarmi.
Nel palazzo frontale, al piano stradale, c'è - o perlomeno c'era non molto tempo fa - un locale, quello dove un gruppetto di noi è andato a bere dopo la presentazione del mio "Il sostituto" alla libreria Legolibri di via Maria Vittoria qui sotto tra i due palazzi











(le immagini della presentazione sono nel post "5 maggio 2011" del 25 dicembre 2011). 
Ma torniamo a Turin d'antan, e per precisione alla Stipel.



  


Questa foto risale al '51 - io avevo un anno - e siamo all'angolo di via Pietro Micca con piazza Castello...







...quest'altra proprio non saprei collocarla. 
Potrebbe essere a Porta Nuova, dove poi la Sip avrebbe avuto una sua sede di telefoni pubblici (ci arriveremo) ma adesso voglio andare poco lontano da Porta Nuova, in una via di per sé insignificante, via Camerana...






...ma che per me ha avuto due punti di riferimento in quegli anni lontani.



  

Non so se siamo già in via Camerana, ma dalla fotografia si desume che Borgarello è stato un altro esercizio commerciale incredibilmente longevo a Torino...






... qui invece siamo proprio in via Camerana. 
Di fronte a quelle vetrine mi sono lucidato gli occhi più di una volta - era il concessionario unico della Harley Davidson - soprattutto contemplando il modello che era il mio preferito nel '71.







Qualche anno prima, sempre in via Camerana, quasi all'angolo con Corso Stati Uniti, aveva aperto i battenti un'antesignana delle  discoteche di città. il Mach One.





...ed eccola qui ! Una via Camerana trovata oggi 2 marzo, gli archi dei portici di Corso Vittorio laggiù in fondo, Borgarello era sulla sinistra più o meno all'inizio della via, ma soprattutto qui, quasi all'angolo sulla destra, c' è una breve tettoria tra due segnali stradali. La sotto c'era l'ingresso del defunto da millenni Mach One.



Ci ero andato per la prima volta con un po' di timore palpitante, poi rapidamente ne ero diventato un frequentatore assiduo.



  


Là avevo ascoltato Geno Washington, un nero che mi appariva gigantesco...







...e soprattutto The Trip...










...che ci suonavano anche di sabato pomeriggio.
Erano i tempi del ginnasio e del liceo, di Fulvio Tasso, Dario Botta , Massimo Bullio e delle pressochè coetanee del liceo classico Alfieri: Lalla Bonzano, Roberta Buoni, Luciana Parlagreco, Ilaria Maghini, un'epoca ampiamente descritta nel post del 20 novembre 2010 "Whittling - Sei giorni fuori strada".
 

martedì 21 febbraio 2017

COMMENTI RILETTI




Ho notato, controllando le statistiche, che sono stati visionati più volte due vecchi post: "Antì & Paris" del 19 giugno 2012 e "Velosolex" del 12 febbraio 2014.
Sono andato a rivedermeli e rileggere i commenti mi ha ancora emozionato, non tanto quelli sul Solex di Elena o di "Giacomo Casanova" che mi segnalava la temporanea torinesità della sua fabbricazione, confermata poi, a distanza di tempo dal reperimento di questo piccolo reperto...








...quanto quelli su Antì, in particolare l'anonimo/a che la conosce così bene e conosce me da 50 anni e che non riesco a capire chi sia, ma forse questo tocco di mistero ha una sua ragion d'essere.
In ambedue i post ci sono teneri commenti rievocativi di Donatella Tonini, che era una compagna di scuola di Antì e che avevo ritrovato a Londra nel 1980.
Ho dato un'occhiata in rete e l'ho trovata com'è oggi.













Credo che abbia una figlia sicuramente più grande di quanto non fossero lei e Antì a quei (bei) tempi che se ne sono andati per sempre, ma mi pare anche che, come lo sterminato squadrone dei sopravvissuti di quell'epoca lontana, in lei palpiti ancora lo spirito della giovinezza.

sabato 18 febbraio 2017

TURIN D'ANTAN 2




Quando ero un bambino sullo stesso asse nella parte sud della città, vicino al Po, si situavano tre luoghi che hanno connotato  fortemente i miei ricordi.
Di questi luoghi ho trovato immagini d'epoca che si possono accompagnare ogni tanto a qualche mia di allora.
Primo c'era il parco del Valentino con due tipi di intrattenimenti che mi erano cari, le giostrine...









...e un noleggiatore di automobiline a pedali che a me parevano grandi.














con mia madre nel giugno del 1955...




 ...e forze dell'ordine in inquadratura curiosamente analoga







Il castello delle foto precedenti qui è sullo sfondo.
La fontana in primo piano, conduce al prossimo luogo.






Qui la fontana è vista dall'alto e sopra, secondo una prospettiva inconsueta, troneggia il complesso di Torino Esposizioni...







...normalmente visto così...



 











...qui ancora con il percorso della rete tramviaria che verrà spostata per far posto a un parcheggio...










...a destra la tettoia dell'ingresso del Teatro Nuovo, dietro il quale si sviluppava la struttura dell'ultradefunto primo palazzo del ghiaccio della città.








Torino Esposizioni assumeva per me importanza una volta all'anno, in occasione del Salone dell'Automobile.



























Come sempre le cartoline sono un'eccellente testimonianza del segno dei tempi.
Io alla fine di quelle visite ero frastornato, la maggior parte delle auto non suscitava il mio interesse ma ce n'era sempre qualcuna di cui, nei giorni successivi, mi sarei fatto comprare il modellino in scala 1:43 da Borel, in piazza Castello.
E veniamo al terzo luogo.
Nel 1961 si festeggiava il centenario dell'Unità d'Italia e Torino era stato l'epicentro dell'occasione.











Se dicessi che ricordo tutto mentirei anche perchè, per me, due soli erano stati gli incantamenti.
La monorotaia, sulla quale ho percorso interminabili andirivieni...






























...hostess esauste e, oltre la vetrata, ancora la monorotaia. 

ll mezzo di trasporto pubblico - un'irresisitibile versione taxi  - con il quale ci si poteva spostare da un padiglione all'altro era la cosa che mi piaceva di più.






Erano delle 600 multiple modificate, senza portiere, un tettuccio di tela e sedili di vimini.  
E' stato l'automezzo che ho desiderato possedere di più in assoluto.







Eccone uno in servizio davanti all'ingresso del Circarama.







Si trattava di una novità sperimentale di proiezione a 360°, patrocinata dall'inattesa accoppiata Fiat Walt Disney, di cui però ho un ricordo vago di noia e risultato al di sotto delle aspettative, come in effetti doveva essere se poi l'esperimento non ha avuto seguito.
Ciò non toglie che le persone si stipassero in quell'arena 
con un certo entusiasmo.







Per riprendersi non c'era di meglio che una rilassante conclusiva navigazione sul fiume...




 

...e il ritorno a casa, per liberarmi dell'abbigliamento formale cui non rinunciavo mai in quel genere di occasioni.