mercoledì 28 novembre 2012

TIME TO PLAY







Venerdì 23 novembre, come emanazione dello SchioDesignFestival, c'è stata una bella serata alla Saccardo, che sta diventando sempre più un polo magnetico per iniziative creative giovanili declinate in un clima di libertà ammirevole.
Flusso affollante di pubblico eterogeneo.
DJ della serata Alessio Berto.



                                                            ...Alessio e un'amica...
 


Nadia Ugolini e Piero Martinello



Era arrivata la Betta da Roma per presentare due video suoi su New York davvero intensi.



Betta Abrami



Quindi atmosfera ultragiovanile in cui, molto più di me, si muove a suo agio il mio compare di assessorato Stefano, indistruttibile portatore di energia, ottimismo, lucidità e pensiero positivo.




Stefano Pento, assessore alla Gioventù




Pit e Stefano



Qui io e lui ci stavamo rivedendo il bel making, sempre della Betta Abrami, sulla lavorazione di Wabi Sabi.
Ma cosa ci faccio io lì, infagottato, come protetto dallo scudo dello zainetto ?
Raramente mi sono sentito così attempato come guardandomi in questa immagine e ripensandomi in quel contesto, e vabbè...




anche qui ho un'aria mestarella...


"L'ATTESA" - 1990

 Sta per vedere la luce una rivista letteraria in rete - un blog letterario - che si chiamerà Internodue.
Titolare della rubrica "L'amour en fuite" - la posta del cuore di Janis Joyce - sarà Laura.
Provvederò a fornire il link non appena il blog nascerà, nel frattempo, in attesa, posto un montato di frammenti del making de "L'attesa" dedicati a Janis.



A Rieti, nell'inverno del 1990, Ipotesi Cinema aveva prodotto un lungometraggio dal titolo "L'attesa" per la regia di Fabrizio Borelli.
Laura era in produzione con Maurizio Ricci.
Ero stato a trovarli per qualche giorno e avevo girato un piccolo making.
Eccola quindi, tanto tempo prima di diventare Janis Joyce, ma con lo stesso spirito che ne fa da venticinque anni il mio miglior amico.






lunedì 26 novembre 2012

SUMMER '94

E' vero che il repertorio in super 8 è esaurito ma, a volte, saltano ancora fuori materiali video che mi piace utilizzare, come quello che seguirà.
E' dell'estate del 1994, a Rueglio.
C'è un filmato diverso di quelle estati, più articolato, realizzato in gran parte da Pierangelo, sulle serate teatrali, ma quello che segue è più breve, più di famiglia, e non riesco a distinguere quello che ho girato io e ha girato lui.
Ciò che più conta, per me, è l'affetto che mi ispira, il suo ricondurmi là con esattezza, nel senso che riesco a riconoscere il sentimento che mi apparteneva in quei giorni, e non è sempre così.
Una delle constatazioni che non avevo previsto è quella che riguarda il lavoro del "ladro nella notte".
Molte delle persone ritratte non ci sono più, e se per alcuni è naturale che sia così, come per mio padre e il violoncellista francese che chiacchiera con lui seduto sui gradini, o l'anziano contadino che mia madre coccola sulla porta del Municipio, o Alma e Aldo Cibrario, per altri no, come per Bebe, Massimo "Pelota", Fiore,  la Gina, Giuliano "Jaba". 
Il vederli tutti lì, raccolti in pochi momenti di immagini in movimento, rivela l'entità disarmante del furto subito, la definitiva impossibilità di un risarcimento.
Eppure di fronte a questa breve sequenza provo conforto. 
Ritrovarla è stato come ricevere un annuncio che dice che là, in quei giorni, eravamo in qualche modo a nostro agio nel vivere.
Tutti. Insieme. 
Come non accade quasi mai, anche quando si è insieme.


Per chi c'era non è necessario, ma credo sia giusto ricordare che, per due, forse tre, estati a Rueglio in quegli anni si era tenuto una specie di festivalino teatrale molto ben riuscito.
Il sindaco di allora era anche, mi pare, vicepresidente del Teatro Stabile di Torino, e questo aveva facilitato l'operazione, ma la collaborazione era stata generale.
Così pochi fortunati inconsapevoli avevano potuto assistere alla prima rappresentazione, ancora pressochè imbastita, di "Vajont" con un Paolini semisconosciuto per i non addetti ai lavori, o ascoltare una delirante jam session ad opera della Banda Osiris con alcuni musicisti della banda locale, ma anche aggirarsi per il paese, di giorno o di notte, con sole o con pioggia, e incontrare occasioni di intrattenimento, incluso quello alimentare e alcoolico o popolare di ballo mazurkante.


Il filmato si conclude, chissà perchè, alla libreria Campus (anch'essa da tempo defunta) per la presentazione di un libro di Gianluca. 
Affiorano Il sindaco di cui sopra con sua figlia Cristina, Francesca Vettori, Gabriele Vacis, Pierangelo e Angela, Furio Dutto, insomma molti di quelli che erano a Rueglio.
Il libro in presentazione doveva essere il primo romanzo  del Favetto perchè a un certo punto al tavolo del buffet compare Marco Zapparoli, patron della Marcos y Marcos,  che incontra Laura e apprezza il suo chiodo.


Alcuni di noi abitavano allora in via Carlo Alberto e, per Natale, posterò un altro frammento di sapore Merry Christmas, che ho trovato, girato a casa nostra, con me e Laura, pardon Janis.





domenica 18 novembre 2012

VINTAGE

Nei giorni scorsi il mio assessorato ha patrocinato una mostra mercato di modernariato che, grazie all'infaticabile abilità dell'organizzatore Carlo Studlick e alle sue intuizioni "collaterali", ha riscosso un lusinghiero successo.






Folla di visitatori e clima di kermesse allegra e ricercata.
Sfilate di moda con capi d'epoca, aste, happy hour al Tweed con le ragazze del bar che non avevano mai avuto una folla del genere per due giorni di seguito, suggestiva esposizione di moto d'epoca nel rifugio antiaereo del Castello, cene a tema alla Roza, Audrey che offriva di fronte al negozio una band che rifaceva i Beatles alla perfezione, insomma tutto eccellente.
E in questo clima di allegria c'è stato spazio per un' attenzione umana, empatica, che voglio raccontare.
L'ingresso all'esposizione era a pagamento - 2 euro, che come dichiarato vanno alla Città della Speranza - e si è visto di tutto: gente che esibiva tessere da carabiniere, altri che più semplicemente si rifiutavano di versare l'offerta, tentativi di imbucamento e altro.
Sull'ingresso fratello e cognata dell'organizzatore, Alberto e Daniela, controllavano educatamente i biglietti.
Stavo conversando con loro quando ho visto entrare una coppia.
Lui e lei verso la settantina. Si vedeva che si erano preparati per questa uscita, compìti nella loro eleganza un po' logora ma dignitosissima.
Quando si sono trovati di fronte al cartello che indicava la questione dei due euro ho visto sui loro viso una specie di smarrimento, di vera e propria angustia.
Quando assisto a questo genere di cose mi pietrifico, vorrei fare qualcosa e spesso non ci riesco, e sono sempre convinto di vederle solo io, ma l'altro giorno mi è stato felicemente dimostrato il contrario.
Daniela si è fatta avanti e li ha invitati ad entrare, con un'attenzione come se fosse arrivato il sindaco, liberando i loro sguardi dall'apprensione.
E poi è tornata alle sue incombenze come se nulla fosse, insieme ad Alberto.
Dopo, facendomi un giro ( ho stentato a resistere alla tentazione di comprarmi una giacca tipo Sgt. Pepper con alamari e bottoni d'argento) ho rivisto la coppia.
Erano seduti su un paio di poltroncine, lui aveva aperto l'involucro di carta da pacchi che aveva con sè e ne aveva estratto un portadischi, sfogliando dei 45 giri sotto lo sguardo rapace di un paio di collezionisti.
Erano quindi venuti verosimilmente per arrotondare una pensione irrisoria.
Si stavano vendendo probabilmente i ricordi, divenuti superflui, di una giovinezza lontanissima.
Spero gli sia andata bene.
Sono contento di aver visto quell'attenzione istintiva da parte degli organizzatori.
Poi, riguardo al fatto che per vivere in un paese dove nessuno ha troppo e nessuno ha troppo poco io sarei disposto ad uccidere, ça va sans dire.

MAPPAMONDO ritocchi

Chiacchierando con fruitori occasionali di questo blog ho scoperto che tutti, alla lettura dei vari episodi "poetici" di Mappamondo, hanno ritenuto superfluo seguire il consiglio di leggere accompagnati da un atlante. 
Così, siccome mi pare particolarmente utile per decifrarne anche l'aspetto ludico, ho aggiunto io le mappe, per chi volesse farci un nuovo passaggio, vedi 1, 3, 7, 11, 12, 14, 17 e 18 ottobre 2011.
L'uso della fotografie resta invece criptico, ormai addirittura anche per me.
A suo tempo avevo dato loro un senso che ora mi sfugge, vabbè...

CIGARETTES




Nel post precedente l'ultima immagine è quella di don Gallo con il suo immancabile sigaro e, per una comprensibile associazione di idee, ho pensato a quando fumavo.
Tra l'altro, cercando nell'archivio fotografico per trovare altro, sono saltate fuori alcuni scatti che mi ritraggono, per così dire, con la sigaretta al becco.
Quindi mi concedo questo minimo excursus.
Ho smesso di fumare da diciott'anni. 
E' svanito anche il tempo delle tentazioni e non mi da neppure troppo fastidio chi mi fuma accanto (all'aperto, naturalmente). 
L'effetto maggiore, se ci penso, è fatto di stupore per essere stato un fumatore - e anche piuttosto accanito - e osservando queste fotografie quell'appendice pendula mi imbarazza, come se fossi stato sorpreso in uno scatto con le dita nel naso. Strano.
Senza contare la smorfietta da bullo, però quella viene a chiunque tenga la cicca così, credo.















Mi sono tornate in mente anche un paio di affermazioni di amiche mie, che all'epoca non avevano minimamente alterato la mia determinazione a restare un fumatore.
La prima, piuttosto massimalista, era stata "Baciare un fumatore è come leccare un posacenere" che aveva aumentato il mio consumo di chewing gum.
L'altra, riesumata dopo la "disintossicazione", a tutt'oggi mi pare condivisibile.
"Fumare è bellissimo...ma è anche stupido."



Questa l'ho già messa altre volte, lo so...



sabato 17 novembre 2012

NO PASARAN



Ho visto bastonare George Orwell, Elsa Morante, Gabriel Garcia Marquez.





Poco importa che i manganelli di sbirri forsennati si abbattessero sui loro nomi, tracciati su fragili scudi di polistirolo, e non naturalmente sulle loro figure.






Ho visto soccombere persino l'innocuo - e prezioso - Dizionario dei Sinonimi e del Contrari sotto la furia bestiale e randellante di esseri che non mi riesce di qualificare.






La stessa razza che ha dato il suo meglio al G8 di Genova, quella che non ha mai letto un libro in vita sua, ammesso che sappia leggere, quella che geneticamente può discendere da un illustre predecessore come Goering, che si compiaceva di affermare che "Alla parola cultura la mano mi scivola sulla fondina della Luger".







E' curioso, e in parte per me inspiegabile, che la Cultura possa sortire su certi primati un effetto di così isterica ferocia.
E dunque per me quei maganelli calati sui titoli dei libri scritti sugli scudi sono sembrati altrettanto odiosi, e forse più pericolosi, di quando hanno colpito chi quegli scudi li impugnava.









So che si alzerà immediatamente il coro della pelosissima non-violenza di chi se ne sta al calduccio nella tana ad aspettare che passi la buriana.
Se devo affrontare dei fanatici con elmetti scudi e manganelli che non vedono l'ora di farmi a pezzi mi organizzo no ?
I caschi dei ragazzi dietro gli scudi di polistirolo ( polistirolo ! per la "formazione a testuggine"che ha allarmato i media nazionali. Una prova di elaborazione strategica terroristica, non c'è dubbio ) mi hanno ricordato quelli dei Katanga del maggio francese e del Movimento Studentesco di Capanna e mi hanno suggerito che non tutto è perduto.
















Hasta siempre, Comandante.

giovedì 15 novembre 2012

PRIMA E DOPO



La serata con gli amici è stata preziosa ma non posso dimenticare l'intera giornata che l'ha preceduta, con Speedy, Paolo Drago e me, in giro per la città.
Ci siamo aggirati come adolescenziali flaneurs in un luogo, almeno per me e Paolo, quasi irriconoscibile. 
Torino, la città che ci ha visti nascere e ha ospitato la nostra infanzia e la nostra adolescenza, è diventata una misteriosa e seducente estranea, con alcuni tratti di commovente riconoscibilità ma sostanzialmente "altra".
Speedy, che ci è abituato (alla città e ai suoi cambiamenti, intendo) ha fatto da anfitrione e così abbiamo viaggiato molto in metropolitana (sia Paolo che io eravamo all'oscuro della sua esistenza) ci siamo concessi un pellegrinante aperitivo da Platti senza rilevanti scossoni emotivi (Speedy non si era neppure accorto che è scomparsa la sala di fondo).
Abbiamo pranzato a Eataly, al Lingotto.
(ecumenico, planetario incanto culinario. Una roba da New York con le raffinatezze del vecchio mondo. Una roba da Torino, dunque).
Ci siamo lentamente sfiancati per il centro pedonalizzato. 
Sosta al Mokita. 
Paolo ha comprato poco più avanti, da Stratta, le violette candite per guarnire con marron glacès un Monte Bianco che ha in programma di allestire a Padova, dove le violette candite non si trovano (ah... Turin !)
Io ho preso nel negozio di stilografiche di via Lagrange l'inchiostro color lavanda che trovo solo lì.
Mi rendo conto che tutto questo suona parecchio gozzaniano, malgrado l'ebbrezza del metrò, ma non poteva essere che così.
Anzi è stato un dono del cielo che sia stato così, a passeggiare motteggiando come ventenni, ma scortati dalla blanda malinconia d'esser consapevoli dell'importanza cruciale delle "rose che non colsi".
Ci siamo poi abbandonati, esausti, sui divani a casa di Speedy. 
Abbiamo bevuto un thè o un Laphroigh ? Non ricordo. Forse tutti e due.
Poi ci siamo incamminati, sotto il benevolo sguardo di sufficienza di Mariuccia, automobilisticamente accompagnati da Francesco, verso il Du Parc.
Un paio di giorni dopo ero a Milano, nella nuova casa di Susanna ( per lei vedi post 24 giugno, 15 luglio e 13 agosto 2012), a trattare di balletti e di letteratura, a farmi trattare come un pascià, grazie alla sua allegria, al suo affetto, alle sue doti culinarie, programmatiche, e ai suoi suggerimenti terapeutico/esistenziali.
La casa l'ha arredata con i mobili di casa dei suoi di Torino e, qua e là, ci sono foto incorniciate che la ritraggono in un'epoca in cui ancora non ci conoscevamo. 
Le ho fotografate a mia volta, ispirato da grande simpatia per quella ragazzina che è diventata la mia pirotecnica amica di oggi.
















Qui, probabilmente, ci eravamo già conosciuti


Poi sono tornato a Schio e lei a casa sua a Ginevra.
A Schio ho ricevuto un messaggio di Simonetta, che avrebbe dovuto essere alla cena ma non ho capito se era in Belgio o in Norvegia.
(Riguardo a Simonetta vedi post 17 febbraio 2012)
Quindi appuntamento al mio prossimo ritorno a Torino.
Eeh...le vecchie amiche e i vecchi amici...




Pit e Simonetta Sacerdote - 1970


mercoledì 14 novembre 2012

A CENA CON GLI AMICI 2




Alla cena, insieme a Buky, c'era anche sua sorella Roberta, che fa il magistrato a Roma e che ci ha divertiti con aneddoti dei tempi andati esternati con l'ironico distacco che, ricordo, le era proprio fin da ragazza.



Roberta, Daniela e, tra loro, Rossella Giraudi




Roberta in braccio a Martino Oliva, Buky a Fabrizio Ferreri
primavera 1972.
Con Martino e Fabrizio ceneremo chissà quando...







Parigi, gennaio 1976
Buki, Fulvio Tasso, Pit, Lauretta Rognoni, Roberta.
Fulvio compare nei racconti di Whittling "Noi quattro" e
"Sei giorni fuoristrada", Lauretta nel post del 17 febbraio 2012.




Tornando alla cena, Fioretta è stata coccolata meritatamente da tutti, anche dopo, quando in un manipolo di irriducibili siamo finiti in un locale con sedie scrupolosamente scompagnate  alla "movida" di S.Salvario ( Silverio ha detto che non aveva il coraggio di passarci nemmeno di giorno).
E ci siamo stati bene. 



 Fioretta Buky e Patrizia Alloatti: tre delle irriducibili.



 Patrizia con Simonetta Sacerdote - 8 febbraio 1972




Non sappiamo quando Fioretta tornerà su questo continente, ma sicuramente Valeria ce lo farà sapere in tempo.



Mikonos, agosto 1977, Fioretta...




...Donata Jaretti e Giorgio



E neppure sappiamo se suo fratello Roby, o Buky, o Speedy convinceranno Giorgio che, a strade percorse, tutto tra noi può risultare facilmente condivisibile.





Roby e Giorgio a Benidorm - 1971




Giorgio e Buky - Siena 1977





Giorgio Speedy e la mia amica Cioky  - 1985




Roby e Roberta - 1972





Buky e Giulia - Riviera di Levante 1977







"Charlie Brown" 1972
Pit Daniela e Giorgio.




Però nulla impedisce di immaginare che, in qualche modo, accadrà.
Bene.
Ci rivediamo alla prossima.

martedì 13 novembre 2012

A CENA CON GLI AMICI



E così ci siamo incontrati.
31 ottobre 2012. 
Sarà che era la prima volta che partecipavo a una di queste rimpatriate ma mi è piaciuto moltissimo, e non sto parlando di emozioni o commozioni, che pure non sono mancate, ma della semplicità con la quale ci siamo rivisti, come se i decenni che ci siamo lasciati alle spalle non fossero stati che ore.
L'affetto pacato ma incondizionato che fluttuava tra i tavoli mi è parso il segno più chiaro di una meta raggiunta. 
Nessuna ostentazione, nessuna presunzione, molta comprensione.
Va riconosciuto a Speedy che ha centrato il bersaglio. 







So che ha messo le foto su FB, e me le ha anche spedite. 
Io le ho guardate poi ho chiesto a Laura "Ma sono davvero così ?" e lei ha risposto che no, probabilmente nessuno è davvero come indicano le fotografie, dice che avevano ragione gli Indiani, la fotografia ruba l'anima, ma non la restituisce.
Così userò foto a modo mio, secondo il sentimento che mi dettano.


Con Dario Botta non sono stato l'unico a farmi un bel po' di risate.




Dario e Pit - 31.10.12



Pit e Dario in quarta ginnasio - anno scolastico '64/'65




...in quinta '65/'66...



Pit, Dario e Franco Celo  
"La Tampa", Sauze d'Oulx, 1969



L'altra sera c'era anche Franco, e inevitabilmente abbiamo rievocato la notte che noi tre, con Claudio Montez, tornando da una festa in collina, abbiamo concluso così...



La Fuvia coupè di Franco dopo l'incidente. Io ne sono uscito 
semiscalpato, con un trauma cranico, però ero quello messo peggio.



Sotto, Daniela Ferraro (in piedi) ha rievocato per il nostro tavolo momenti piccanti dell'estate del '76, a Stromboli.
Da sinistra, a sedere Anna Righini, Pit, Valeria Grattarola e Roby Oggero.







Valeria e Roby ancora affiancati 
Pick Up - 22 ottobre 1972



Anna Righini, Giulia Sarti, Buky Barberini - primavera 1972



E c'erano Anna, Giulia e Buky (Emanuela, vabbè...) Paolo Drago, Cinzia Nay e, come abbiamo già visto, Pit e Daniela.




Sauze d'Oulx 1972 "Charlie Brown"
Pit, Cinzia, Paolo, Daniela



E oltre a Cinzia, che ho scoperto attuale moglie del buon vecchio De Matteis, c'era anche Roby Penna.

Sauze d'Oulx 1969 "La Tampa"
Cinzia, Roby


Ora non mi è possibile fare l'elenco dettagliato dei presenti e degli assenti, vuoi perchè non ho materiale fotografico per tutti, vuoi perchè sicuramente Speedy avrà già provveduto ad estendere in FB l'"appello" dettagliato, vuoi perchè ho un'idea di percorso che, in quest'occasione, privilegia alcune figure, cui noi forniamo un contorno. 
La prossima voltà però ricordiamoci di fare una foto di gruppo.


Il giorno dopo ho ricevuto un messaggio di Gianni Lingua che mi spiegava le ragioni della sua assenza. 
Non ho dubbi che sarà con tutti noi alla prossima.






Gianni all'"Igloo" nel 1970



Ora vorrei anche parlare in particolare di una presenza e di un'assenza.


Mikonos - agosto 1977
Fioretta Di Stasi e Giorgio Oggero



Lei era presente, lui assente.
Fioretta già allora si era staccata dalla tetta torinese ed era da un pezzo che non ci si vedeva.
A Mikonos ci eravamo incontrati per caso. Lei era con Donata Jaretti e due amici. Io con Giorgio.
La sera del 30 ottobre 2012, al ristorante del Du Parc, Fioretta si è presentata con un dono per ognuno dei partecipanti, un libro fotografico che ha curato lei, con immagini della sua città - Vancouver - che suggeriscono, specchiate come in un miraggio, una specie di umanizzazione, un sentimento del cristallo, della pietra e del ferro, una tenerezza architettonica, se mi si passa il termine.




Fioretta e Daniela



Lei era emozionata e felice. Molti di noi non la vedevano da più di trent'anni.






Fioretta - 6 ottobre 1972



Maurizio Ariaudo, Fioretta, Silverio Salamon



Valeria e Silverio



...Silver nei primi settanta...



Fioretta e Valeria - Sestriere 1972



mezzo Kiki Ferraris in basso a sinistra, Paolo e Maurizio




Gloria (che alla cena non c'era) e Paolo
Capodanno '71/'72



Peccato che Giorgio non ci fosse.
Suo fratello Roberto mi ha riportato un commento sul genere "Pit è sparito per vent'anni, posso sparire io per i prossimi venti."
So che Speedy un tentativo l'avrebbe fatto. A tavola Buky (al secolo Emanuela Barberini) mi ha detto che anche lei era disposta a stimolarlo. 
Quindi un vecchio amico e una ex fidanzata erano pronti a provarci ma si sa, Giorgio è un osso duro, e quindi credo abbiano soprasseduto.



 Buky e Giorgio - Toscana 1977




Giorgio e Speedy - 1985
testimoni dello sposo al mio primo matrimonio



E tutta la tenerezza che ho provato per Fioretta si è associata a quella per Giorgio.
Quando, al compimento dei nostri quarant'anni, avevo deciso di interrompere i rapporti con i miei amici di sempre, ero imprudentemente convinto che, per continuare ad amarli senza detestarli come mi rendevo conto che stavo cominciando a fare, era opportuna quasta amputazione.
Mentre Speedy, prima con assiduità poi ciclicamente, esigeva una spiegazione, Giorgio - come è nel suo carattere - si è tenuto alla larga, facilitandomi il compito di ritenere che, alla fin fine, andasse bene così anche per gli altri.
Allora non si parlava granchè tra noi, si riteneva che non ce ne fosse bisogno più di tanto, o forse era una questione di pudore, o di timore di essere fraintesi o giudicati.
Io, almeno, ero molto più fragile, e quindi un distacco radicale mi era parso il gesto più esemplare, coerente, e in verità più semplice per risolvere l'irrisolto.
C'è voluta la costanza di Speedy, e poi l'uscita di Vincenzo alla presentazione del "il sostituto", che alla richiesta del moderatore Maurizio Ternavasio se ci fossero domande, mi ha guardato e poi la domanda l'ha fatta "Perchè cazzo sei sparito per vent'anni ?" gettando Maurizio in una perplessità costernata, e me nella consapevolezza d'aver commesso a suo tempo un errore imperdonabile.
E sono stato perdonato. 
L'affetto che ho percepito quella sera l'ho ritrovato alla cena del 30 ottobre.
Avrei voluto riuscire a parlare di più con tutti ma sono confortato dal fatto che sono sicuro ci saranno altre occasioni.
E che le/gli assenti, magari saranno presenti.
Forse persino Giorgio.   



                                  

                                                                             continua.......