sabato 30 gennaio 2016

SOPRASSALTI




Tutto è cominciato una sera di poco tempo fa, quando ero ancora in ospedale, nella fase peggiore, quando i sanitari avevano ecceduto con la terapia antidolorifica e io ero andato fuori di testa.
Beh, una sera squilla il cellulare - saranno state le nove, ma io dormivo da almeno un paio d'ore e quindi per me era piena notte - ed è Aldo Cibic.
Non è che io e lui si sia  propriamente amici. Ci conosciamo, questo si, e poi nel periodo in cui ero assessore alla Cultura abbiamo avuto a che fare per via di certi suoi progetti che intendeva proporre nella sua città d'origine, dopo aver realizzato installazioni artistiche in mezzo mondo. E ci stavamo simpatici, almeno questa era la mia impressione.
Però quella sera voleva parlare di Luisella.
Luisella Rossi, la mia eccentrica e tormentata amica dei primi anni settanta, che non c'è più da molti anni, non saprei neppure dire quanti. 
Siccome in quel periodo andavo soggetto a deliri e allucinazioni non mi è parso neppure così strano.
Abbiamo chiacchierato per un po' e ho percepito una sua urgenza di parlare di lei, mi ha detto che a Natale sarebbe venuto a Schio e ci saremmo visti a cena da Lele Romare e Patrizia Facci. Voleva sapere della Luisella di un'epoca  molto precedente al tempo in cui l'aveva conosciuta, io ho risposto di si e mi sono riassopito all'istante.
Al mattino, al risveglio, la telefonata di Cibic stava lì in agguato e mi sono messo ad analizzarla per quanto ricordavo. Doveva esserne stato molto innamorato, sapevo che Luisella poteva suscitare disorientamento nei maschi alfa.




Luisella e Renato Bertrandi - 1972


Durante le vacanze di Natale sono stato a cena da Lele e Patrizia ma Aldo non c'era, però loro due mi hanno raccontato che mi aveva cercato piuttosto concitatamente a  proposito di questa sua ex compagna che non conoscevano, che lui aveva scoperto essere stata una mia vecchia e cara amica tramite il figlio di lei, cui Aldo pare sia molto affezionato.
Ci ho pensato un po' su ma ancora niente. Sapevo che Luisella aveva avuto un bambino con il fratello di Maria Gioia ma ancora non collegavo. 
Io ho una manciata di lettori fissi  e una volta sono andato a vedere chi fossero. Persone che conoscevo alle quali sono grato e alcuni sconosciuti cui sono altrettanto grato, ma da moltissimo tempo quando apro la schermata di Droledevie scivola su Lettori Fissi quasi non ci fosse. 
Solo recentemente qualcosa mi ha colpito, erano aumentati di un paio di unità, e sono andato a verificare. 
Il primo, con un logo che non riesco a decifrare, sei tu. Niccolò Gioia, il figlio di Luisella.
Mi sono commosso, e ho ripensato a Cibic, agli intrecci fantasiosi della vita ma soprattutto a te, che non so quanti anni hai, come sei, che continuo inevitabilmente a pensare bambino.
Così faccio l'unica cosa che posso: metto qui di seguito qualche fotografia di tua madre dei nostri anni - i primi settanta - sperando che ci sia per te qualche novità. 
Ciao piccolo.



   


Una pagina di un vecchio album di scrapbooking












 Pit, Simonetta e Luisella




dietro di lei valeria grattarola e pit

 


 

sabato 16 gennaio 2016

Nuovo commento a vecchio post




I miei soggiorni ospedalieri - che spero siano finiti ma che da due anni sono stati sempre più protratti e sempre più frequenti - mi hanno tenuto a distanza dal blog, per certi versi anche emotivamente nel senso che tornato a casa per un po' non me la sento di ricominciare.
Così solo oggi ho dato un'occhiata al design e ho trovato il commento di Donatella al commento del post del 19 giugno 2012 "Antì & Paris", commento anonimo che mi aveva emozionato...




 Donatella Tonini



 
...e che ho visto ha emozionato anche lei. 
Lo/la sconosciuto/a che, out of the blue, ha scritto quelle righe conosce il nostro passato direi intimamente e non sapere chi sia mi mette un poco a disagio.
Con un blog impostato così credo però si debba mettere in conto.
Ciao Donatella, il monociclo comprato da Harrods l'ho venduto molti, molti anni fa.

giovedì 14 gennaio 2016

FOREVER GIRLS 6




Nella mia piece "Douce France" uno dei personaggi si chiama Florence.
Nella realtà si chiamava Francoise. Francoise Pinard.
Era l'estate del 1967 e quello che racconto di noi corrisponde al vero.
Le giornate al torrente distesi sulle rocce levigate del Chiusella, o sulle sue spiaggette di sabbia di fiume, pomeriggi sotto l'ombrellone dell' "Americano" accanto al juke-box o nel rustico di Maria Pia sdraiati o tuffandoci nel fieno con la gioiosità di bambini.
Francoise era la mia morosa di quei giorni.




Mi inteneriscono i manifesti alle sue spalle, Adamo sull'attenti con chitarra e - probabilmente - Jacques Dutronc e più ancora mi intenerisce il formalismo grafico, scolastico direi, con il quale si avventura in un'affermazione impegnativa per una quindicenne...






...e che per ciò che concerne l'indimenticabilità, soprattutto di un'epoca di cui lei è stata coprotagonista, se non è poi valsa per lei vale per me.
Viveva a Orbe nella Svizzera francese, da dove mi spediva cartoline...




 









I momenti che più mi incanta ricordare erano però notturni, in cima alla torretta, sempre a casa di Pia.
C'era una gran distesa di prati leggermente in discesa tutt'attorno, c'erano ancora le lucciole e in quei prati si tenevano grandi riunioni di grilli loquaci cui rispondevano ranocchi da un ruscelletto poco lontano.
Ai piedi della torretta una fontana di pietra emetteva il suo getto intermittente e tutti questi suoni salivano fino a noi e si mescolavano alle musiche emesse dal mangiadischi, ai nostri chiacchiericci, allo strusciar di piedi di chi ballava.
E c'era la nostra canzone - mia e di Francoise - che Chiarenza ha interpretato egregiamente nello spettacolo, quasi cinquantanni dopo.








Quell'atmosfera notturna mi ha sempre fatto rievocare il distico di Sandro Penna che amo perchè capisco e condivido il desiderio " Vivere vorrei addormentato entro il dolce rumore della vita"