sabato 4 marzo 2017

TURIN D'ANTAN 5



Sia il terzo che il quarto TURIN D'ANTAN hanno ricevuto un paio di commenti preziosi, che entrano a pieno titolo a far parte integrante del post.







Mi è sempre piaciuto viaggiare in treno, con buone letture, qualche confortino alimentare, sonnellini tranquilli, anche quando era scomodo, quando la gente fumava e gli scompartimenti si stipavano come stie ma io ero giovane e pieno di voglia di andare e tornare.








Così ho cercato i luoghi dai quali spesso partivo e cui tornavo per rivederli com'erano.
Le Stazioni.
Cominciamo inevitabilmente da Porta Nuova.







Qui in un'immagine remota, forse dei primi del '900, che offre una suggestiva visione d'insieme, con la stazione sullo sfondo e i giardini di Piazza Carlo Felice.
E ora veniamo ai tempi della mia infanzia e giovinezza.























Auto eleganti nello stesso parcheggio, forse di clienti dell'hotel Ligure...






...Inquadrato da sotto gli archi della stazione in tempi remoti...





...e oggi. 
Ma torniamo ai miei tempi.












Sul lato destro della stazione c'era un piccolo distributore di benzina.





 







Il sottopassaggio - che suppongo esista ancora - che permette di raggiungere dalla stazione sia il lato destro che quello sinistro di piazza Carlo Felice e viceversa...







...al suo interno ( mi pare che ci fosse anche un negozio di strumenti musicali)








C'era un altro sottopassaggio, che congiungeva le due strade laterali alla stazione, via Sacchi e via Nizza, e che - quello sì - era stato chiuso intorno agli anni '70 perchè, grazie alla sua posizione isolata, l'assenza di esercizi commerciali, la lunghezza considerevole che ne faceva un budello dove non ci avventurava volentieri, era diventato ricettacolo di tossici, barboni ubriachi e altra fauna poco raccomandabile.







Sulla destra la tettoia d'ingresso/uscita dalla parte di via Sacchi...





 
 
 ...che sbucava in via Nizza, più o meno all'altezza dell'edificio chiaro in fonda a destra.







... le auto di allora, che io avevo in modellini 1:43, come quasi tutti quelli della mia generazione...








...i tram...






 ...i mezzi pubblici...






...i giardini di piazza Carlo Felice di fronte alla stazione...








... sempre di fronte alla stazione la piazza...






...con il suo orologio floreale...






 ...e sullo sfondo la linea retta di via Roma fino a Piazza Castello...






Qui sopra l'atrio. 
Al centro non c'è ancora, o forse non c'è già più, la teca con il piroscafo, al quale non mancavo mai di dare un'occhiata...




 

...e che qui sopra si percepisce in basso a sinistra.




 

All'inizio i miei non erano viaggi lunghi, qualche andata a Milano per una festa, un epico ritorno da Noli col Gilera grippato al seguito ( tutto dettagliato nel racconto "Sei giorni fuori strada" post 28 novembre 2010) occasionali andate e ritorni da Sauze, con i controllori che ci permettevano, se il treno era gremito, di viaggiare in un vagone merci, così che ci sentissimo hobos per un'oretta.
Poi sono andato a studiare a Parma e allora gli andirvieni si sono infittiti, e altrettanto è accaduto quando sono andato a vivere a Roma.






 Le biglietterie d'allora...



   

 ...con quelle specie di panche di marmo tra gli sportelli che di notte diventavano ordinati letti per clochards...








..il posto telefonico pubblico  di un'epoca in cui i cellulari erano molto al di là da venire...







...le arcate dalla parte di via Sacchi, oggi...








..e al tempo in cui ospitavano non soltanto i taxi, ma anche le residue carrozzelle...






...lustrascarpe e facchini...










Pensiline ai binari, teatro almeno per me, che tendo ad arrivare in anticipo agli appuntamenti, di pazienti attese in osservazione antropologica dei passeggeri.








Ma se Porta Nuova ha subito un cambiamento enorme che dire allora di Porta Susa ?

 

 


Era una stazioncina accogliente anche se spartana, ma con il suo caffè (in basso a destra).  
Appariva - arrivando dal centro - al fondo di via Cernaia e viveva con serenità di villaggio la sua condizione di stazione secondaria, che pur offriva una partenza e un arrivo per e da Milano - Venezia.
Io l'ho sempre preso lì il treno, sia per i miei adirivieni milanesi che per quelli per Bassano del Grappa.






 Sotto la pensilina del blocco centrale si apriva la biglietteria





 
qui prima della grande trasformazione...






...e da questa si passava direttamente all'esterno...







...nel '56 appena fuori dall'atrio (il caffè in alto a destra) e sotto, sempre nel '56, ma non ricordo dove esattamente...






Di fronte alla stazione, allo sbocco di via Cernaia, c'era il mastodontico palazzone che allora mi pare fosse della Rai...





...con un giardinetto appartato e aqquattato sotto il cavalcavia che conduceva a Corso Inghilterra...






  

...ieri...






 ...e oggi.
Il grande palazzo che incombe in alto a sinistra nella foto precedente a questa (era della SIP?) qui sopra è quasi ridicolizzato dal nuovo grattacielo.



  

Dentro è così. 
Non ci sono mai stato, ed è poco probabile che in futuro ciò possa accadere.  
Troppo lontano
Nello spazio e nel tempo.





 

2 commenti:

  1. A te e a tutti coloro che amano le stazioni,i viaggi,gli incanti consiglio la lettura di Austeritz di Sebald. Una vertigine..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...e non solo. Anche la "Storia naturale della distruzione" e "Emigrati" sono nella mia Sancta Santorum. Grazie comunque dell'attenzione.
      Pit

      Elimina