venerdì 13 aprile 2012

spot P.C.I. '90

Speedy invia un affettuoso sms di sollecito perchè è da un po' che non aggiorno il blog.
In effetti è da qualche tempo che soggiaccio ad una pigrizia incontrastabile.
Sono accidioso e mi autoassolvo con blande riflessioni sulla vanità del tutto.
Stamattina però, con Stefano - l'assessore ai giovani - abbiamo vagheggiato un progetto comune molto allettante.
Dopo la riunione di Giunta ci siamo seduti al sole nel dehor del Nazionale e mi sono lasciato contagiare dal funambolico ottimismo del "collega".
Tornando a casa con la testa piena di idee ho ripensato anche, chissà perchè,  a quel vecchio spot del P.C.I. e l'ho ripescato in archivio.
Ho accorciato il making of e ho messo in coda lo spot.
La sua storia è questa.
Nel 1990 il P.C.I. fa l'ultima sua campagna elettorale per le amministrative con quel nome, prima di trasformarsi in P.d.S.
Carlo G., della Videomark, era legato al partito e conosceva bene i rappresentanti politici del territorio.
Un giorno gli ho detto che, invece di fare la solita campagna di spot sulle TV locali come tutti gli altri, sarebbe stato sicuramente più originale e forse più proficuo, realizzare uno spot per le sale cinematografiche.
Ho affermato con perentorietà - bluffando perchè non ne ero certo - che nessuno si aspettava una cosa del genere, sarebbe stata una bomba, e i fruitori comunque sarebbero stati giovani, sicuramente non spettatori di teletinelli vari.
Lui ci ha pensato su qualche giorno, facendo finta di nulla com'era suo solito, poi ha operato le sue mosse e, alla fine, siamo partiti con lo spot.
Le difficoltà sono insorte immediatamente sul fronte ideologico.
Io volevo assolutamente "King of the road" come tema musicale. Lo zoccolo stalinista della compagine riteneva una bestemmia utilizzare una musica degli imperialisti americani.
Superato quello scoglio innestando malumori mugugnanti tra i "vecchi", i "giovani" hanno convocato i candidati.
Un casting terribilmente ingessato.
Nel mio immaginario avevo supposto di stimolarli con richieste di "interpretazioni" espressive in primo piano, per poi arrivare al totale del finale.
Era però impossibile ottenere qualcosa in quel bailamme. Così mi sono accordato con il direttore della fotografia perchè iniziasse le riprese al mio stop e le simulasse soltanto ad "azione !".
Allo stop gli inquadrati si rilassavano immediatamente, recuperando tutta la loro naturalezza, inconsapevoli di essere ripresi.
Il dolly dell'inquadradura finale che parte dal capovolto del banco ottico era un trucchetto che sul grande schermo aveva un suo bell'effetto.
L'ho poi visto qualche volta al cinema  scoprendo che avevo avuto ragione, con Carlo. 
I mormorii di stupore attorno a me alla comparsa del simbolo, gli apprezzamenti, i moti di delusa meraviglia o di allegro consenso confermavano la mia ipotesi originaria.
Certo uno spot è solo uno spot e poi, francamente, io non ho mai avuto troppe simpatie per il partito e i suoi funzionari. 
Rigidi, tetragoni, forti di convinzioni ottenebrate. Meglio loro di tutti gli altri, però...
In ogni caso uno spot non può scongiurare un suicidio collettivo.
Da qualche parte devo avere un filmato promozionale sulla  campagna elettorale del P.d.S. del '92.
Se la trovo potrei montare qualcosa dei "suicidati".
Si vedrà...

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