martedì 8 luglio 2014

REPARTO REPERTI 16




Molti anni fa sono stato sposato con una sconosciuta.
Detta così suona un poco ad effetto, ma si tratta della verità.
Ci eravamo incontrati tramite Speedy, che allora la frequentava assiduamente, e in pochi mesi, senza saper quasi nulla l'uno dell'altra, ci eravamo azzardati al passo con amabile leggerezza.
Lei a quel tempo faceva la psicoanalista, ma in maniera così eterodossa che avrebbe dovuto almeno insospettirmi.
Non siamo stati insieme a lungo anche se devo ammettere che i primi mesi sono stati piacevolissimi malgrado la sua eccentricità.
Vivevamo in una bolla di apparente beatitudine senza affanni, poi le cose sono cambiate repentinamente.
Senza approfondire più del necessario aggiungo soltanto che il lascito più rilevante di quell'esperienza è stato il soggetto che sta alla base del romanzo "I morti non sanno nulla", altrimenti noto come "Il sostituto".
Ci siamo separati dopo poco più, o meno, di un anno, abbiamo divorziato, lei è scomparsa non solo dal mio orizzonte ma anche da quello delle persone che la conoscevano. Nessuno sa dirmi nulla di lei.
L'ultima volta che l'ho incontrata per caso - e sono trascorsi anni - aveva aperto un negozio per animali. 
Sempre elegante, sempre tormentata, sempre stramba.
Così è la vita.
Ci sono persone che entrano nella tua apparentemente destinate se non a restarci almeno a segnarla profondamente e poi invece svanisono, lasciando del loro passaggio tracce sfumate, friabili, a tratti vagamente oniriche.
Una di quelle persone, a suo tempo, è stata la mia prima moglie.
Lo trovo una cosa stranissima.
Sempre da una delle scatole d'archivio sono saltate fuori fotografie di quel curioso matrimonio.





 Daniela entra in chiesa al braccio di suo padre.




 La sera precedente, a casa di Speedy con Pierangelo.




chissà cosa mi passava per la testa in quel momento...




...e ancora, cosa per la testa di mio padre e di mia madre...





...e di Giorgio e Speedy, i miei testimoni...




...e di Daniela...










...chissà...





Comunque ci eravamo avviati, verso dove, beh,
per il momento verso ricevimenti estenuanti...




...prima a casa di sua madre, nei confronti della quale Daniela
nutriva un'ostilità sorda, implacabile...
















...e poi a Villa Sassi, con un mix di amici che reggevano la
parte senza eccessiva convinzione...









...e genitori che, forse, qualche dubbio lo nutrivano già...
( mia madre, che comunque manifestava partecipazione)




e mio padre, cortesia...





Tutte queste ufficializzazioni hanno condotto poco tempo dopo
a quella della separazione e, dopo qualche anno, al divorzio.





Eh, sì, per me continua ad essere una storia strana. 
Non tempestosa, ci siamo lasciati con grande civiltà, e neppure traumatica, eppure ancora mi chiedo che cosa mai ci passasse per la testa, perchè mai pur rendendoci conto delle differenze incolmabili di carattere, aspirazioni, formazione tra noi, ci si sia avventurati.
Passi per me che di fronte all'allettante offerta di un ormeggio sicuro, una rassicurante capacità di lei di convincermi che le burrasche nel mio veleggiare a vista si sarebbero dissolte grazie alla sua provetta competenza di timoniere, mi ero felicemente abbandonato, ma lei, cosa l'aveva spinta ? Perchè quest'idea del matrimonio ? Avevamo ambedue esperienza di convivenze, poteva andare benissimo così, e invece no, mah...
Chiudo con una foto scattata da Pierangelo pochi giorni dopo la separazione. Siamo nel bosco di betulle di Bossola per una pasquetta a Rueglio.






Mi preparavo al ritorno a Ipotesi Cinema, là avrei incontrato Laura ed è da vent'anni esatti che siamo felicemente sposati.





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