lunedì 15 giugno 2015

Quando si andava al Festival di Annecy




In coda al post "Cinema & C." del primo settembre 2011 c'è la breve memoria di un episodio che riguarda l'edizione del 1986 ma la prima volta ero stato invitato al Festival nel 1985, come componente di una delegazione di Ipotesi Cinema.













 Nicola Vegro, Mario Brenta e Pit Formento




Mi pare che sia stato in quell'occasione che il Festival aveva organizzato una specie di raduno di scuole di Cinema, con noi, i Cammelli di Daniele Segre, i milanesi di Indigena con Silvio Soldini, Giancarlo Soldi, Kiko Stella e soprattutto la loro mentore Minnie Ferrara, che anni dopo sarebbe diventata moglie di Steve Della Casa.
Li ricordo come giorni belli, scoprendo un posto - Annecy - che mi piace molto, cigni nei canali, montagne in prospettiva e un bel lago, una confortante zona pedonale in cui spiccavano panetterie e pasticcerie provviste di clamorosi pain au chocolat, ristorantini, una fornitissima FNAC che allora in italia non c'era, persone simpatiche e rassegne di film interessanti, e colazioni, pranzi e cene collettive a parlare di Cinema e credo di nient'altro.
Se non ricordo male avevamo presentato una selezione dei primi nostri lavori, tra i quali c'era il mio "La fine del sentiero di guerra", però non trovo il catalogo di quell'anno e quindi è difficile verificare.
Quella selezione, arricchita - i cortometraggi erano dodici - 
sarebbe stata ripresa due anni dopo al Festival di Trento.












Comunque, il primo catalogo di Annecy di cui dispongo è quello - già postato - del 1986.













Nell'edizione dell'86 mi ero presentato con due documentari non prodotti con Ipotesi Cinema. 
Di questi ho già ampiamente disquisito nel post "Cinema & C."
Quello di cui non avevo scritto allora è che, dopo la proiezione di "Jazz Dancing", una ragazza di Marsiglia mi aveva avvicinato per dirmi che c'erano troppi primi piani e tagli stretti e che in un video di danza occorre poter osservare sempre i ballerini a figura intera.
Forse è opinabile, però lei, a parte un'iniziale aggressività immotivata, si è poi rivelata simpatica e abbiamo finito con il trascorrere un po' di tempo insieme. Si chiamava Michelle Roussel.























L'elenco qui sopra mi pare riguardasse la dislocazione degli invitati nei vari hotels. 
Io sono ancora - registicamente - Pier Maria, esoticamente trasformato in Pierre Marie dai responsabili della logistica.


Qui sotto invece c'è un elenco di partecipanti che ho già postato a suo tempo ma che riprendo, spinto da un incontrollabile moto di immodestia.






Essere elecanto alla pari con Baldi, Cavalier, Dussolier, Gassman, Lizzani e Sordi insieme ad amici come Giacomo e Giulia, senza togliere nulla agli altri, anzi, anche se si tratta solo di un foglio di carta credo dia un'idea di come un pivello come me si potesse sentire.










Nell'edizione dell'87 la presenza della delegazione di Ipotesi Cinema aveva costituito un aspetto significativo del Festival.
I nostri primissimi anni erano stati analizzati con un'accuratezza certosina.
Nel catalogo erano presenti i progetti presentati....








...e quelli realizzati.






Io ero nella selezione con "Il volo del falco", non certo tra i miei film migliori ma che comunque avrebbe ricevuto una menzione speciale della direzione al Festival di Trento dell'88.










Ma torniamo ad Annecy l'anno precedente.








Erano state belle giornate ma non più con lo spirito di due anni prima.
L'ansia competitiva che contraddistingueva molti "delegati" riduceva a zero l'idea di allegra brigata.






Dopo quell'edizione a Ipotesi Cinema comunque le cose avevano preso a cambiare, l'affollarsi di aspiranti costringeva alla caporalizzazione della struttura così, se ti andava di trascorrere un paio di giorni in compagnia di vecchi amici valeva la pena farci un salto, ma le prospettive di libertà espressiva cedevano sotto la pressione di una "linea editoriale".






Qui sopra il gruppo è immortalato ad una riunione della fine del 1990 per un articolo su TV Sorrisi e Canzoni.
Molti non ho davvero la più pallida idea di chi siano, di altri ricordo qualcosa ma non i nomi.
Riconosco nella prima fila in piedi, da sinistra, il primo che è il caro vecchio Toni De Gregorio buonanima, la quinta che si chiamava Cristina, era di Domodossola ma non ho mai saputo come facesse di cognome, la cuoca/mascotte Luisa, Maurizio Zaccaro, Olmi, e ultimi due Beppe Gaudino e la sua fidanzata coregista Isabella Sandri.
Nelle file posteriori riconosco, seminascosto, Giulio Ciarambino, dietro Luisa c'è Giorgio Diritti, dietro la spalla di Ermanno spuntano gli occhi di Paola Bocci, dietro il tipo con la giacca a vento rossa gli occhi di Roberto Sanpietro.
Seduti davanti io e Paolo Cottignola che ridiamo, anche se se ne era perso ormai il motivo. 



Insomma, è successo che poi ad Annecy sono tornato soltanto nel 1991, con "On the roads of Ireland" che non era una produzione di Ipotesi Cinema, anche se poi, là, Laura ed io abbiamo trovato qualche vecchio pretoriano di I.C...



Laura, Pit, Fabrizio Borelli, Maurizio Zaccaro e Marcello Siena




...e con loro c'era stato un buon momento, come ai vecchi tempi...
















E poi sono trascorsi gli anni. 
Quell'ultimo soggiorno ad Annecy mi era parso avere tutte le caratteristiche di un sereno commiato.
Nel tempo i miei interlocutori lassù sono venuti a mancare, è morto il direttore del Festival Pierre Todeschini, Christian Depuyper e Jean Gili hanno lasciato, quindi non saprei dire come mi sia venuto in mente di tentare la selezione per l'edizione del 2004.
L'ho superata, il film c'è andato, io no.
Era un posto dove ero stato bene, non volevo correre il rischio che, ai miei occhi, fantasmi e volti nuovi non riuscissero ad andare d'accordo.







 

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