sabato 7 gennaio 2012

a sciare 5

Riprendo da quel 6 gennaio del '73, alla fine di una "Lui & Lei".





Non ricordo cosa avessimo fatto a Capodanno ma di certo lo avevamo trascorso a Sestrière, in un clima sicuramente  più sobrio che a Sauze, dove invece avevano fatto baldoria come sempre.
Ho una foto scattata al Miravallino di quella sera.



Ugo Dominici, Lauretta Rognoni, Giorgio Mussa al Miravallino



Io naturalmente non c'ero e non mi ricordo chi me l'abbia procurata ma mi piace averla.
Lauretta era di Milano ed è stato il mio primo amore, la prima cotta, nell'estate del '64, a Noli, tra tutt'altra gente, quando io avevo tredici anni e lei undici.


 A Noli nell'estate del '64, allo "Scoglio del prete".
Io sono quello in piedi, Lauretta è seduta e se ne vede solo la testa.

Com'è che fosse a Sauze quel Capodanno proprio non so. Gli intrecci delle amicizie di allora erano vasti e sorprendenti. 
Accanto a lei Giorgio, di cui ho già detto in post precedenti. Qui forse non lo sapeva ancora ma sarebbe, di lì a poco, venuto ad abitare e studiare con me a Parma, per un'altra delle stagioni memorabili che il Fato ha avuto la benevolenza di concedermi.
Ma torniamo allo sci.
Con Valeria andavamo in montagna piuttosto spesso.
Sestrière godeva ancora di ampi spazi liberi e visioni confortanti dalle finestre di casa Grattarola.




 Il piazzale davanti a casa


La mia 126  sul piazzale










Carlo Boggio al sole ( La Brua ?).
Ricordo che eravamo andati noi tre, io lui e Valeria, per qualche giorno insieme in montagna, ed era stato bello. Non saprei dire perchè, ma quando ci penso ho una sensazione di amichevole armonia. 
Ho scansionato il fotogramma intero e riconosco solo ora il brioso fondoschiena di lei sulla destra.



Carlo che fa lo scemo e io sullo sfondo.
Natale 1973.







Con questa foto di lei che si volta sullo skilift ci si congeda da  Sestrière.
Ci tornerò ancora, certo, ma sempre  nello spirito di un passaggio.
Per accomodare le contusioni di quest'esperienza sentimentale così laboriosa, dopo un'assenza di circa due anni, torno a Sauze.
Le cose sono cambiate, c'è una nuova generazione di ragazze e ragazzi che stanno prendendo il nostro posto. Il passaggio di testimone è in corso. 
A me piacciono e io credo di piacere a loro, anche se non a tutti.
Grazie a Speedy conosco Lella. 
Anche di lei ho già detto in post precedenti.
Occorrerà pazienza perchè le cose si aggiustino ma io nel frattempo ho una voglia matta di recuperare i giorni trascorsi a fare il fidanzatino per bene.
Roberto Oggero e Patrizia Canuto, che all'epoca stanno insieme, diventano l'affettuoso ormeggio per l'amico scapestrato ricomparso.
Casa di lei è il rifugio prima e dopo ogni scorribanda, un buen retiro familiare dove consumare insieme una prima colazione alle due del pomeriggio facendola diventare un pranzo chiacchierando animatamente di chissà che.


Patrizia a casa sua, durante le vacanze di Pasqua del '74



Roby Oggero in pista



Daniela  a colazione con noi



Resta, curiosamente, come costante occasionale l'opportunità di una "Lui & Lei".
Gareggiamo in coppia, il 24 marzo del '74, io e Daniela Mechini.



Io la sera precedente mi sono sbronzato e la mia prestazione è compatibile con i postumi, ma arrivo in fondo arrancando dietro Daniela.






Arriviamo secondi ( o terzi ?) alle spalle della coppia Anna Cravetto/ Speedy (Franco Rutigliano).


Pit e Daniela, alla premiazione al Charlie Brown.
Teniamo in mano le custodie delle medaglie.



Anna e Speedy. 
Per loro, coppe.



Speedy nell'inverno '74/'75


Tornano giornate di sciate in compagnia.



Renato Bertrandi, Roby Oggero, Pit, Speedy e Giorgio Oggero
pronti a lanciarsi in neve fresca.




Il primo di marzo del 1975 arriva Lella dal Sud Africa. 
Andiamo direttamente a Sauze e il giorno dopo corriamo insieme una "Lui & Lei".
Questa volta non ci sono fotografie, ma mi resta una coppa.





Siamo arrivati secondi. 
Se fosse dipeso da lei saremmo stati primi. Malgrado fosse da parecchio che non infilava un paio di sci è scesa come una fucilata. Non eravamo legati e  mi ha distanziato di una manciata di secondi che hanno fatto la differenza. 
La vecchia Lella, eh ?


E arriviamo al 16 febbraio del '75.
Di questa giornata ho qualche immagine. 
C'era una gara cui ho partecipato anche questa volta dopo una notte di bagordi. Ricordo che eravamo io e Batti Grassotti a trattenere i conati al cancelletto. 
Eccessi giovanili.

Dall'archivio di Speedy, Batti, allora...


 
 ...e oggi


 Comunque, torniamo a quel 16 febbraio.





Di questa giornata c'è una foto di gruppo che ogni volta mi pare il segno di un commiato. 
Malgrado sia salito a Sauze in altre occasioni (poche) prima della fine della stagione, il 1975 è stato l'ultimo anno di quello che per me rappresenta un ciclo iniziato a Natale del '69, e di cui ho lasciato in questi post friabili tracce.
Mentre scrivo mi si affastellano in mente episodi e persone e mi rendo conto che ci vorrebbero incalcolabili aggiunte per rendere ragione alla memoria e ai suoi soprassalti.
Guardo le fotografie che non sono entrate in queste brevi ricostruzioni, le persone che vi sono ritratte, di cui non ho parlato e che mi sono care, e mi chiedo se troveranno posto in un'altra delle mia passeggiate a ritroso. Chissà...
Per tornare a bomba: dovranno trascorrere venti anni secchi prima che io rimetta piede a Sauze d'Oulx.
Mi capiterà di farlo in occasione delle riprese del documentario istituzionale per i Mondiali di Sci del '97, ma ne parlerò nel prossimo post, adesso voglio concludere con quella foto che dicevo.



Forse si tratta solo di sentimentalismo senile ma non riesco a non vederci l'annuncio di una cesura, un passaggio epocale che asseconderà la dispersione. So che l'allegria è autentica e poi non sarà più la stessa.
Da sinistra Mapi Soffietti, davanti a lei Patrizia Canuto, dietro Patrizia io, poi Mimmi Mussa, Titti Zangelmi, Riccardo Donna, Valeria Grattarola, Roby Oggero.
Ho rivisto Mimmi, Valeria e Roby alla presentazione de "Il sostituto", non vedo Mapi da un secolo, ho perso l'incontro con Riccardo ad una cena di rimpatriata plattina perchè ero a letto con l'influenza, Patrizia anche lei non la vedo da un'eternità, e l'ultima volta, dopo un incontro casuale, in una lunga chiacchierata a casa sua, avevo percepito un bisogno di cercarsi che la spingeva verso lidi lontani, inesplorati e rischiosi, Titti non la rivedrò più, se non quando verrà il mio momento. 
E questo è quanto.
Tornerò a Sauze nel prossimo post, dopo 20 anni, nel 1995.

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