giovedì 5 gennaio 2012

a sciare 4


Chissà se si fanno ancora le "Lui & Lei".
Le foto sopra si riferiscono alla prima che ho disputato in assoluto in vita mia.
Non ho immagini della competizione. 
Ricordo che la mia partner era Luisella Rossi e una consultazione del diario di allora mi dice che la gara è andata male ma che la giornata di sci è stata eccellente, in compagnia, oltre che di Luisella, di Giorgio e Roberto Oggero, Speedy, Renato Bertrandi, Riccardo Donna, una Patrizia, ma non saprei dire quale, Maria Mussa e una Cinzia, forse Nay.
Quando si ha quell'età spesso i cognomi non contano. 
E allora uno scrive che c'era Patrizia nella convinzione assoluta che per il resto dei suoi giorni gli basterà un'occhiata alla paginetta dell'agenda  di quell'anno per sapere di quale Patrizia si trattasse. Naturalmente non è così.

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E invece guarda un pò, sono risalito all'identità. 
Controllando la pagina precedente leggo che, dopo la serata al Charlie, sono andato a dormire da Daniela ( lei si che ricordo bene chi era, e anche con erotica nostalgia) e alle sette del mattino sono venuti a svegliarci per la gara Renato e Patrizia, per cui non poteva che trattarsi di Patrizia Genovesi.
E se si fosse trattato però di Patrizia Chiesa ? 
Adesso che ci penso Renato ha flirtato con tutte e due, e più o meno in quello stesso periodo. 
Vabbè...


  Luisella





Patrizia Genovesi
 Patrizia Chiesa


Durante le vacanze di Natale e fine anno '71/'72, a parte l'episodio riportato nel post con il racconto "Tonsille", il consolidamento del rapporto con Sauze è definitivo. 
Il fatto di non essere più legati ai tempi liceali ma a quelli universitari permetteva una libertà d'azione inimmaginabile prima. C'erano periodi durante i quali si trascorreva più tempo su che in città.
La sera, dopo il Miravallino, si andava al Charlie.


Questa era la fiche d'ingresso e consumazione.




Al Charlie con Simona Frassinetti.


Però si sciava anche molto.





 Queste fotografie risalgono all'inverno '71/'72



Poi è successo che al Kandahar di Sestriere ha stravinto uno slalomista americano per cui andavo pazzo. Uno con i capelli lunghi  e le braghe strappate, che infilava gli scarponi senza calze.Tyler Palmer.
Tifavo per lui anche contro gli italiani, cosa che non mi garantiva particolari simpatie quando si seguivano le discese in bianco e nero in TV, al rifugio di Ciao Pais.
Tyler è scomparso rapidamente dall'orizzonte sciistico tradizionale passando al professionismo, che negli Stati Uniti non solo esiste, o esisteva, ma ha considerevole seguito.
Ha comunque fatto in tempo, almeno dal punto di vista vestimentario, a modificare il mio concetto di sciata.
Da così...



...a così...


a Ciao Pais, 1972



Ciao Pais '72
con Paolo Drago, Claudio Baracco e dietro, tra loro, Lorillo Montaldo


Le vacanze pasquali di quel '72, a fine stagione invernale, sono state trepidamente significative.
Malgrado la mia attitudine di allora allo svolazzo erotico sentimentale, mi ero invaghito con platonica dedizione di Maria, una giovane donna sposata e madre di due bambini, di cui uno appena nato.
I miei batticuori erano tenuti sotto osservazione e confortati da Simona Frassinetti che era  amica di Maria e mi assicurava che quella palpitante simpatia era reciproca.
Quindi grandi languori, giochi di sguardi, ritrosie ottocentesche ( forse tutte mie), insomma Peynet a Sauze d'Oulx.
L'arrivo imprevisto del marito di lei, uomo corpulento, di bella ma invadente presenza, ha chiuso ogni spiraglio una sera all'"Occhio", una discoteca neonata, dove io ero stato ingaggiato come disc jockey e Speedy come barman.



 nella mia postazione, con Giorgio Mussa



Quella stessa sera, con un manipolo di amici arrivati da Sestriere, c'era una ragazza che mi aveva catturato.
Sul momento l'avevo considerata una riapertura transitoria al mio avventurismo abituale, per risanare la delusione dell'interrotto minuetto con Maria.
In realtà quella giovanissima ragazza era destinata a diventare uno degli amori più significativi di tutto il mio percorso sentimentale, più che un amore un duello, inesorabile e appassionato, costellato di sapienti, strategiche provocazioni da parte sua e ingenue, scalpitanti prove di forza da parte mia.
Quello stesso pomeriggio, prima che tutto accadesse, prima che arrivasse il marito di Maria, prima che comparisse Valeria, ero sceso sulla neve ormai fradicia della Clotès a fine giornata, con il sole primaverile ancora alto. 
Lo avevo fatto cantando.
E' strano come ricordi con tanta chiarezza quel momento, e che sia anche stato immortalato.
Ero felice di un pomeriggio trascorso a dare e ricevere attenzioni dissimulate con la mia musa maritata. 
Ero certo che la sera avrei avuto il coraggio di fare un passo più sostanzioso verso di lei, e mentre scendevo cantando sulla pista era comparso Leo con la sua macchina fotografica. Chissà perchè era li. 
Non c'erano gare, gli impianti stavano per chiudere, il sole stava per fare il suo saltino dietro i picchi e lasciarci nell'ombra.
E mi aveva scattato questa foto mentre facevo allegramente lo scemo.
Così ho un'immagine di me che so che ritrae una felicità gravida, quasi stremata.
E quando la guardo non posso impedirmi di riconoscere il simulacro di quella sensazione così piena.
Una bella cosa, una bella fortuna che Leo fosse proprio là, in quel momento.
Ovviamente un niente per chiunque non sia me,  però mi andava di dirlo. Insomma una didascalia un po' lunghetta.





Per concludere questa quarta parte mi pare adeguato fornire un anticipo della quinta, e tenendo conto di come si sia partiti tornare anche alla "LUI & LEI".


6 gennaio 1973


Con Valeria Grattarola, a Sestrière.
Le "Lui & Lei" che si correvano a Sestrière erano vincolate a regole che non mi sembra che ci fossero a Sauze.
I due concorrenti, intanto, dovevano sì tagliare il traguardo a brevissima distanza l'uno dall'altro, ma l'obbligo era perentorio, non si cumulavano i secondi di distacco sul tempo definitivo, la costrizione alla quasi contemporaneità spingeva la coppia a scendere legata.
Io in questo momento sto infatti tentando di sciogliere il nodo della corda fissata al bastoncino.
Quest'ultima, di lunghezza eguale per tutti, veniva distribuita insieme ai pettorali e, come questi, andava restituita a fine gara.
Da qualche parte ho ancora, incorniciato, l'ordine di arrivo, con la medaglia d'argento.
Eravamo arrivati secondi della nostra categoria.
Per il resto eravamo a Sestrière.
Io e lei stavamo insieme da 8 o 9 mesi ormai. Fidanzatini. 
Una delle prime sue mosse era stata quella di staccarmi da Sauze. 
Troppe ragazze, troppi amici, troppi complici. 
Ripensandoci adesso la capisco, però a me Sestrière proprio non piaceva. 
Valeria aveva cercato di fare di me la persona che riteneva di stare cercando, credo, e io  mi ero ingegnato di provarci. 
A un certo punto mi ero messo persino a fumare la pipa.
Non è finita granchè bene, siamo poi stati capaci di essere amanti migliori di quanto non fossimo stati come morosi, poi abbiamo vissuto le nostre vite.
Ogni qualche anno ci facciamo una pizza. 
L'ultima volta c'era la sua amica Monica con noi. Abbiamo sviscerato aneddoti di allora, ridacchiando. 
Monica chiedeva dettagli con l'interesse di un entomologo. 
E' stato divertente, e siamo stati tutti e tre piuttosto giovani, per qualche ora.

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