mercoledì 9 novembre 2016

A STRADE PERCORSE 7




Pit e Gustavo De Pas - Noli 1966




Pit e Simonetta Sacerdote - Torino 1971









Cominciamo così, e partiamo dall'imprescindibile post del 17 febbraio 2012 "A proposito di pretesti".
Sia Simonetta che Gustavo compaiono altre volte nel blog, magari anche solo fotograficamente, e con Simonetta abbiamo avuto scambi di mail e telefonate e anche un pranzetto a Torino, qualche tempo fa.
Sia Simonetta che Gustavo hanno avuto una loro centralità, diretta e indiretta, nella mia adolescenza e giovinezza, come ho avuto modo di scrivere nel post sopracitato.













Oggi credo siano nonni.
Riguardo alla loro centralità indiretta nei fatti della mia esistenza aggiungerò qualche dettaglio, alla luce delle mie recenti scorribande clandestine tra gli amici degli amici di FB.
Simonetta è stata - e credo sia ancora - molto amica di Virginia Rossi.
Scrivendo di me nel post del 28 novembre 2010 "Sei giorni fuori strada" scrivo anche di altri, e tra questi c'è lei.
Saltuariamente ho cercato qualcosa in rete senza trovare nulla, poi il saccheggio su FB me l'ha restituita.
Così ho una piccola risposta alla domanda che mi facevo su di lei nel post del 17 luglio 2013 "Di tutto un po'" e qualche immagine in più di quelle poche, tutte risalenti al 1968, sfruttate nei post (vedi anche "Forgotten Feelings" del 20 settembre 2014).






Qui sopra la riconosco, deve essere pochi anni dopo il nostro incontro.







Questa invece è la fotografia con cui compare nel supermanifesto.





Ed è stato bello vederla anche bambina.
Non capisco perchè siano così pochi a fornire immagini della loro infanzia. Raccontano molto, almeno a me, ed è un piacere starle ad ascoltare.






Anche qui riconosco i suoi tratti, come sotto, in Piazza S.Carlo.




  


E mi ricordo soltanto ora, riguardo alla sua militanza, che ci siamo rivisti fuggevolmente a Rueglio, credo nell'estate dell'80
Lei era arrivata con una compagine sgangherata di reduci sessantottini guidata da Renzo Cibrario.
Avevamo scambiato poco più che saluti. Io all'epoca ero alle prese con la mia prima depressione, lei indecifrabile...
Oggi suppongo sia così.



  

All'epoca descritta in "Sei giorni fuoristrada" era così...






...e io così






A presentarci mi pare proprio che fossero stati i fratelli Matta, miei compagni di scuola, disciplinati e tranquilli.






Paolo è il quarto da sinistra nella fila in alto, Eugenio il quinto.
Dopo di loro Carlo Gamna (post del 1 ottobre 2016 "A strade percorse 2").
Nella fila di mezzo sono riconoscibili, da sinistra, il sottoscritto, Dario Botta, Fulvio Tasso e Massimo Bullio.
Mi pare che fosse stato proprio Eugenio il "galeotto".
Ho scovato anche lui in rete. E' un neuropsichiatra.




  









Quando si è ragazzini spesso si è sciocchi e io non sono stato da meno. Sciocco e vanesio e nello stesso tempo segretamente complessato
Virginia era più avanti. Adesso che il giro di giostra volge al termine credo finalmente di essermi messo in pari.




  


Anche Gustavo era amico di Virginia, ma come ho scritto in "A proposito di pretesti", è più legato ai ricordi delle vacanze nolesi.
Aveva un cugino, Daniele Sevi, che ci ha lasciati da molto tempo.



  Noli 1967



Era un tipo molto divertente dotato di un umorismo imprevedibile, apparentemente un cuorcontento che amava buffoneggiare.
Nelle sue missive usufruiva di uno sconnesso slang adolescenziale diffuso tra noi ma che lui era l'unico, credo, ad utilizzare anche per iscritto, con "mi fa impa" che stava per mi piace o " fa tipo sano" che significava grosso modo "ti rende consono".














Daniele, che chiamavamo Celestino, qui sopra è sulla sinistra, in baby doll per il bagno di ferragosto del '67.
Accanto a lui Mirella Prevete, che allora era morosa di Gustavo e che compare nei post del 17 febbraio '12 "A proposito di pretesti" - 14 marzo '15 "Cartoline" 15/3 - 9 agosto '15 "Quarantennale 2" - 9 aprile '16 "Qualche tempo fa".
Io a destra.







Di Daniele ho trovato una piccola traccia postuma in rete, un testo che riguardava la sua attività di adulto.
E tra le lettere sue che ho rintracciato ce n'è una con un accenno che rimanda a un'altra figura saldamente ancorata alla mia memoria.





La Valeria che è in Svizzera dagli zii è Valeria Speranza
Mi pare che i suoi fossero amici di famiglia di Celestino e che lei fosse approdata in visita a Noli da Torre del Mare, una località poco lontana ma chimerica, nata dal nulla su un promontorio fitto di ville e di cui si favoleggiava ma non si sapeva nulla. 
Anche lei è nel post del 17 febbraio 2012 "A proposito di pretesti" e c'è un accenno in "Cartoline 15/3" del 14 marzo 2015.
Su FB ho trovato una sola fotografia.
Non sono neppure sicuro che sia lei, voglio dire la Valeria Speranza dell'evanescente e indimenticabile incontro sentimentale di un'estate lontanissima, però potrebbe e allora eccola.












Sono consapevole d'esser incline a ritornare su argomenti già trattati, però i piccoli ritrovamenti, le friabili occasioni di arricchire anche solo impercettibilmente il mosaico del tempo andato, per me sono irresistibili. 
Mi piace proprio, e trascorro momenti di pacificata serenità nel rintracciare e comporre e dire addio sapendo che una futura indagine casuale quell'addio lo potrebbe trasformare in un to' chi si rivede.
Diarieggio bordesando
Un lungo addio. 























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