Pit sfoglia il suo diario del 1971.
Al 12 giugno mi dice "Guarda qua".
La cosa che ho notato, anche in altre pagine scritte da lui in quegli anni, è la calligrafia molto diversa da quella attuale. Ancora verticale, tondeggiante, adolescenziale direi.
Lui aveva vent'anni, lei quattro o cinque di meno.
Si tratta del resoconto telegrafico di una festa a casa di una certa Silvana.
Quasi alla fine Pit scrive di "...una certa Eva, molto tenera..."
Di lei si dice poco altro in questa paginetta che mi piacerebbe far vedere, ma dopo l'episodio inferocito di Fabienne Pit suggerisce di lasciar perdere.
...quello che conta sta in una lunga storia che si dipana negli anni con intervalli anche lunghissimi. Quando l'ho conosciuta Eva era la migliore amica di Valeria Grattarola, che ho incontrato circa un anno dopo e che per me è poi diventata molto importante...tra loro due a un certo punto è scoppiato un casino, che è sfociato in un'ostilità accanita, implacabile, direi soprattutto da parte di Valeria, al punto che con lei non ho mai parlato di Eva, nemmeno anni dopo la fine della nostra storia, in incontri casuali, neppure dopo che Eva è morta...insomma...avevano due caratteri impegnativi, per certi versi indecifrabili...donne difficili..."
"...abbiamo avuto i nostri momenti di tenerezza, con Eva voglio dire, ma se mi capita di pensare a lei non sono i primi a tornarmi in mente, ma piuttosto un'immagine sua, immediata di una sera a Stromboli.
Dire perchè ero lì, appena sbarcato da un traghetto che arrivava da Vulcano, sarebbe troppo complicato, sta di fatto che un'amica, una ragazza di Torino che conoscevo appena e che avevo trovato sulla nave, mi ha guidato lungo i viottoli fino alla casa dove abitava Eva, che allora stava con Aldo Andreoli.
A quel tempo sull'isola non c'era luce elettrica, ma era luna piena.
Un mondo incantato.
Siamo entrati in una stanza attraverso una tenda di garza è lì c'erano Eva e Aldo che stavano accendendo delle lampade da campeggio.
Erano vestiti di bianco, abbronzati, sereni, bellissimi, non so se capisci...in una casa senza acqua corrente ma con un giardino selvaggio, pieno di fichi e pomodori dolcissimi, e amici napoletani che si immergevano con le fiocine al tramonto e portavano pesce per cena...c'era anche Daniela Ferraro che abitava con loro...un clima così accogliente, pacatamente allegro... insomma mi sono fermato...indimenticabile...ovvio che oggi devo accontentarmi di dire come gli spagnoli Nadie me quita el bailado...ma torniamo a Eva..."
Lei e Pit al Miravallino nel 1971
Li osservo nella foto.
Sembrano davvero due cui la vita non riserverà che sorprese gradevoli.
"...e in un certo senso è stato anche così, voglio dire che anche i traumi, le disavventure, il vagabondare alla ricerca di un luogo cui appartenere, se ovviamente accompagnati da occasionali soprassalti di fortuna ed una certa vocazione all'osservare e restituire, sono complementi imprescindibili per una, chiamiamola così, buona vita...c'è stato un periodo in cui ci siamo ritrovati, due cuori ammaccati con bilanci fallimentari su tutti i fronti, però con una prospettiva incoraggiante di ripresa, questo tra il 1983 e il 1984"
"...certo meritava di stare ancora un po' con noi, però non so...se n'è andata in fulgore, noi invecchiamo in acciacchi...davvero non so...spero di sognarmela stanotte e che mi dia qualche indicazione..."
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