venerdì 26 febbraio 2016

St Giles School




Nell'inverno del 1971 sono stato per un soggiorno di studio nel Sussex, per l'esattezza a Portslade che è una specie di sobborgo di Hove, che a sua volta è una specie di sorellina minore di Brighton che è lì a due passi. Una Gran Bretagna assopita in un letargo pensionistico ma suggestivo.
Almeno così era.
Non spiccicavo neppure una parola d'inglese, ma proprio niente, e soprattutto non capivo nulla, ancora mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere.  
Credo sia stato possibile grazie a lunghe passeggiate meditative sulle spiagge di ciottoli deserte, alla compagnia di tavolette di cioccolato Cadbury's, alla scoperta di un rigattiere che esponeva nel suo negozio cose fantastiche e che mi lasciava aggirarmici senza dir nulla e al fatto di conversare in francese con molti del miei compagni di scuola.
La mia scuola. La St. Giles School di Hove.









 Da quel posto scrivevo lunghe lettere a Luisella Rossi...









Davanti alla St Giles di Hove con (da sinistra)
 Fernando Gorostiaga (basco), Pit, 
Riojiki Machji (giapponese) e Majid Akavan (iraniano)




 ... a Sara Randaccio che era la mia morosa di allora e ad altri che non ricordo più.







Una volta avevo fatto una puntata a Londra per incontrare Vincenzo Natta (di questo episodio ho già parlato in un post precedente, lo so, ma tant'è) e là ho conosciuto Giorgio Mussa (altra figura piuttosto assidua in questo blog) che poi e disceso con me a Brighton.
Andavamo in giro per le Lines cercando di evitare le ronde di proto skinheads che allora a Brighton imperversavano, ci ingozzavamo di fish & chips e andavamo ad occasionali festicciuole in casa degli ospiti di studenti e studentesse della St.Giles.







Quando sono rientrato in Italia ero completamente convertito allla filosofia hippie. 
Dal rigattiere mi ero rifatto il guardaroba con mocassini indiani, giaccone da aviatore, bombetta, salopette Osh Kosh B' Gosh, magliette e felpe numerate o psichedeliche e, insomma, inauguravo una nuova stagione che teneva poco conto delle passeggiate malinconiche sulle spiaggie di Portslade, Hove e Brighton - e sarebbe stato bene - e avviavo un nuovo carnevale esistenziale.



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