giovedì 14 gennaio 2016

FOREVER GIRLS 6




Nella mia piece "Douce France" uno dei personaggi si chiama Florence.
Nella realtà si chiamava Francoise. Francoise Pinard.
Era l'estate del 1967 e quello che racconto di noi corrisponde al vero.
Le giornate al torrente distesi sulle rocce levigate del Chiusella, o sulle sue spiaggette di sabbia di fiume, pomeriggi sotto l'ombrellone dell' "Americano" accanto al juke-box o nel rustico di Maria Pia sdraiati o tuffandoci nel fieno con la gioiosità di bambini.
Francoise era la mia morosa di quei giorni.




Mi inteneriscono i manifesti alle sue spalle, Adamo sull'attenti con chitarra e - probabilmente - Jacques Dutronc e più ancora mi intenerisce il formalismo grafico, scolastico direi, con il quale si avventura in un'affermazione impegnativa per una quindicenne...






...e che per ciò che concerne l'indimenticabilità, soprattutto di un'epoca di cui lei è stata coprotagonista, se non è poi valsa per lei vale per me.
Viveva a Orbe nella Svizzera francese, da dove mi spediva cartoline...




 









I momenti che più mi incanta ricordare erano però notturni, in cima alla torretta, sempre a casa di Pia.
C'era una gran distesa di prati leggermente in discesa tutt'attorno, c'erano ancora le lucciole e in quei prati si tenevano grandi riunioni di grilli loquaci cui rispondevano ranocchi da un ruscelletto poco lontano.
Ai piedi della torretta una fontana di pietra emetteva il suo getto intermittente e tutti questi suoni salivano fino a noi e si mescolavano alle musiche emesse dal mangiadischi, ai nostri chiacchiericci, allo strusciar di piedi di chi ballava.
E c'era la nostra canzone - mia e di Francoise - che Chiarenza ha interpretato egregiamente nello spettacolo, quasi cinquantanni dopo.








Quell'atmosfera notturna mi ha sempre fatto rievocare il distico di Sandro Penna che amo perchè capisco e condivido il desiderio " Vivere vorrei addormentato entro il dolce rumore della vita" 



                   

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