lunedì 1 settembre 2014

FORGOTTEN FEELINGS 18




La settimana scorsa abbiamo fatto un salto a Rueglio (800 chilometri tra andare e tornare, alla faccia del salto, e in soli due giorni) per partecipare almeno ad una delle cene agostane delle amiche e degli amici di passaggio.




da sinistra: Caroline, Olga con Emma, Pit, Gianluca, Cristina,
Angela, Mauro, Elena e Laura




Immortalati nella classica foto ricordo, che vabbè...




Pierangelo, Pit e Cristina




A tavola Laura ha chiesto a Gianluca notizie della casa di via Carlo Alberto (abbiamo abitato nello stesso palazzo, dove vivevano anche Furio e Alessandra, Renzo Cibrario e alcuni altri più o meno amici) e lui, che ha lasciato la casa un anno dopo di noi - nel 2004 - ma non ha mai lasciato Torino, aveva qualche informazione.
In sostanza pare sia tutto cambiato. 
La maggior parte degli inquilini tranne Renzo se n'è andata, i portinai sono stati liquidati, la zona è ormai rigorosamente pedonale, cosa ci sia dietro il portone ora sempre sprangato e munito di citofoni non si sa. 
Il vecchio proprietario è morto, gli eredi - numerosi - pare si siano limitati ad alzare i canoni d'affitto. 
Insomma una condizione attuale lontana ed emotivamente neutra, che mi ha fatto però tornare in mente delle immagini del 1988.



via Carlo Alberto





...in cucina Gianluca, Pierangelo, Laura con i capelli corti.









...la settimana scorsa a cena ad Alice
Elena, Olga, Laura





...nel 1988 in via Carlo Alberto: Laura in penombra,
 Elena, Bebe, un braccio di Gianluca.












 


























...Elena e Pierangelo...




Elena la settimana scorsa, pimpante come ventisei anni fa...




Il mattino dopo la cena ad Alice io e Laura abbiamo poltrito un po' nei letti gemelli in camera degli ospiti, a casa di mia madre. 
Chiacchierando (chissà com'è che appena svegli abbiamo sempre un sacco di cose da dirci) si è parlato anche dell'appartamento di via Carlo Alberto, e abbiamo convenuto sul fatto che ci siamo stati bene, che è stato un "buen retiro" eccellente, non nido come quello di Schio - che per essere stato vissuto per anni come una casa di vacanze ha conservato un'identità di "luogo per i giochi" - ma pur sempre un rifugio rassicurante quando lasciavamo il mondo chiuso fuori e leggevamo, guardavamo films, ascoltavamo musica, preparavamo i piani per i nostri documentari, ci approntavamo manicaretti magari maldestri ma squisiti, andavamo a Rueglio con frequenza e gli amici erano ancora tutti vivi e assidui quanto noi, e le escursioni in montagna erano faticose ma inebrianti, e i tuffi al torrente tonificanti, e la notte non ci lasciava andare a dormire.

Poi ci siamo alzati e ci siamo preparati per tornare a casa.





...e chissà chi ci vive adesso in questa...




...mi hanno detto che una casa dove chi ci ha vissuto lo ha fatto
 con serenità e affetto di questi sentimenti si è intrisa e tende a restituirli.
Spero per i nuovi inquilini che sia vero...




So long...

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