giovedì 1 agosto 2013

DI TUTTO UN PO' 2











Danila si ricorderà dello stato d'animo che ci ha accompagnati, il 14 marzo del 1970, quando siamo andati, io e lei, a vedere l'attesa novità: "Easy rider" ?
Il film, oggi ormai quasi inguardabile, ci aveva fornito una ragione potente di provare uno spirito di appartenenza a fatti e luoghi che ci erano estranei, ma vissuti da persone che istintivamente ritenevamo affiliati alla nostra medesima "famiglia".  
Non so lei, ma io sono uscito dalla sala galleggiando, ansioso di misurarmi con quel modo di essere, di pensare, di sostituire tutte le regole con un easy going, anche in assenza di choppers e sterminate pianure da attraversare.
La musica che ascoltavamo era la stessa. Si poteva partire da lì.















 





...una trasgressione più esibita che reale, convinzioni frutto di confusioni, una fortuna sfacciata nel cavarmela sempre per il rotto della cuffia. Un viaggiatore solitario circondato di amici, insofferente ma disponibile, che aveva trovato una transitoria e supponente legittimazione alle proprie incongruenze il giorno che aveva scoperto l'affermazione di Walt Whitman "Mi contraddico ? Ebbene sì, mi contraddico. Sono vasto. Contengo moltitudini".



































Stupisce, retrospettivamente, come in quel lasso di tempo, gli ultimi anni sessanta e poi i settanta -  a partire dal 1980 infatti, almeno per me, la musica cambia radicalmente - malgrado i soprassalti, i turbamenti, la concentrazione di incontri, conoscenze, avvenimenti, spostamenti, esperienze, tutto quanto abbia potuto, per me, rappresentare il protrarsi di una lunga fase propedeutica, un convulsa distrazione dalla vita reale, una specie di esonero dalle responsabilità interpretato come un omaggio dovuto, accolto con degnazione e ingenuamente sprecato a favore di un'identità edonistica temperata da malinconie intermittenti. I probabili prodromi di un'inevitabile depressione a venire.
I compagni d'avventura d'allora hanno seguito i loro percorsi. 
La cucciolata è stata dispersa e, riguardo a molti, è difficile rintracciare il cammino, per altri ormai è definitivamente inutile, eppure è partendo di là, dal mio non sapere di allora, che credo siano nati i presupposti del mio sapere di non sapere di oggi. Dal laborioso passaggio dalla presunzione alla comprensione.
Un passaggio che richiede la dedizione di una vita e che, quindi, non so se e quando si concluderà.




               
Roby e Giorgio Oggero, a Benidorm nel 1971




Claire Treny, Pit e Giorgio a Palinuro, nel 1972




Buky Barberini, storico amore di Giorgio

                                    



  DIGRESSIONE

Giorgio, nelle foto precedenti, mi ha fatto tornare in mente che anche lui era stato per un certo tempo fidanzato con Danila  Siravegna ( vedi il super 8 di domenica 3 aprile 2011) ma soprattutto si lega alla digressione imprevista, dovuta al fatto che lunedì 29 luglio sono stati a trovarmi Speedy, Mariuccia e Paolo Drago.
Inutile dire che è stata una giornata filata via con l'allegra facilità che si ha tra amici, conclusa felicemente (e avevo qualche preoccupazione in proposito, perchè non conoscevo nè la piece nè l'attrice) con la visione di "Sonata per ragazza sola" interpetata da Federica Bern, un omaggio a Irene Nemirovsky. 
Federica bravissima, testo intenso, lo spazio Conte perfetto, con l'interprete che oscilla tra due personaggi, un po' abbracciata da un pubblico disposto a ferro di cavallo un po' su un micro palcoscenico dove evoca con bravura magistrale le crudeltà sognanti dell'infanzia e le affrante aspirazioni mai realizzate della maturità. 
Una madre e una figlia.
Conclusione ai Due Mori, con l'arrivo di Laura da Verona e l'aggiunta di Anna e Bruno.
Durante la giornata Speedy e Mariuccia sono stati raggiunti da non so se una telefonata o un sms dal figlio Francesco, che è in vacanza con gli amici. A poco più di vent'anni.
Chiedo dove. 
A Mikonos.
Per questo oggi mi sono messo a cercare qualcosa.
Nell'estate del 1977 io e Giorgio eravamo andati a Mikonos.
Non  mi ero mai soffermato su quella vacanza, salvo poi rendermi conto che la figura femminile che compare in conclusione del racconto KHIR (post 2 giugno 2001) è fedelmente ricalcata su quella di Francoise Chedmail Colcanap, conosciuta sulla tratta marittima che da Venezia ci portava a Patrasso.

















In realtà a Mikonos noi non avevamo avuto notti brave come quelle che pare stia vivendo Francesco, ma una vacanza tranquilla, con due indecifrabili partners danesi conosciute sul barcone che, dal Pireo, ci aveva condotti all'isola. 
Spiaggia, mare, cenette in ristorantini tipici, una bottiglia di retsina per aperitivo per me e Giorgio, in un baretto affacciato sul porto, a parlare di Pavese, con attorno a noi un furoreggiare gay che un poco ci intimidiva.
Un giorno - eravamo al baretto già un poco beatamente sbronzi - abbiamo visto passare Fioretta Di Stasi ( vedi post "A cena con gli amici" martedì 13 novembre 2012).
Non la vedevamo da anni, se ne era andata a vivere in Canada già da un pezzo.
L'abbiamo seguita guardinghi, perchè non eravamo sicuri che fosse lei, e poi era con gente sconosciuta.
Però era proprio lei.
Abbiamo trascorso insieme un serata d'altri tempi.
Tra i suoi amici c'era una ragazza di Torino, Donata.
Che poi ho ritrovato in Italia, alla fine dell'estate, e che per me è stata importante.
Il giorno dopo loro sono partiti. Li abbiamo accompagnati al porto. 
C'è una foto di Fioretta e Giorgio di quel giorno sempre nel post del 13.11.12, e qui di seguito ci sono Donata e Giorgio.








Ho rintracciato qualche immagine di quella vacanza a Mikonos e, curiosamente, sono tutte un po' sgranate, sfocate, esigue, come la memoria che riescono ad attivare.



















E se Eva Lundberg di Copenaghen, con la quale ci siamo scambiati più effusioni che parole, ha di me un ricordo definito non più di quanto lo sia questa foto che ci ritrae vicini, ha senso questo viaggio a ritroso che faccio ormai a cadenze regolari ? Che affermo con convinzione sia terapeutico, e utile, e confortante ?
C'è chi dice di sì e chi dice di no.
E in questo momento io non so che dire.
Però so che è un viaggio che non posso interrompere. 
Non so perchè.
E quindi...


...continuerà.

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