giovedì 1 settembre 2011

Cinema & C.

Quando mi ha telefonato la Betta è mi ha detto "Qui c'è un'attrice amica tua che sta girando con noi, Anna D.G. Dice che le farebbe piacere vederti" io sono rimasto lì un po' basito. 
Anna chi ? Non conosco nessuna Anna D.G....
E poi il satori: Anna B.!
Anna è la vedova di Toni D.G. 
Ci conosciamo da secoli, ho visto i suoi figli bambini che ormai sono adulti. Paolo, che vive a New York, le ha dato persino una nipotina. Così ho liquidato il più rapidamente possibile il mio incontro assessorile e ho raggiunto il set, che è in uno dei nostri palazzi espositivi. 
La Betta, che nel film lavora come runner, mi ha detto che è una storia esoterica. E' arrivato  persino Jodorovsky per recitare in un cameo. 
Anna non era di scena e così abbiamo potuto goderci la nostra chiacchierata, rievocare, parlare dei vecchi amici e conoscenti, dirci cose di noi, telefonare a Marita che era al mare, ricordare la nostra lunga avventura di "Passioni" del 1986. 
Dopo che ci siamo lasciati promettendoci che ci sentiremo, mi è venuto in mente che, riguardo alle mie ricostruzioni narrative per quanto concerne il mio altalenante percorso professionale, il lungo racconto "Un Mestiere" si conclude con l'anno dell'esordio alla regia, nel 1983. 
Nulla di quanto è successo dopo è scritto da nessuna parte. Potrebbe sembrare strano ma non lo è. Il problema sta nel fatto che è una lunga storia che non finisce bene. In pratica non finisce, si smorza, perde di intensità e convinzione.

Ora mi rendo conto di aver cominciato a prendere le distanze già da qualche anno prima della chiamata ad assessore, che ha segnato l'apparente sospensione che assomiglia di più ad un addio. 
Arrivare sul quel set l'altro giorno e vederli là, infervorati, giovani e convinti dell'eccellenza di quello che stavano portando a compimento mi ha fatto quasi pena e so di essere stato così anch'io, so che nulla come una cinepresa (telecamera, ormai, pardon) e una troupe che ti circonda offra l'opportunità per una sopravvalutazione di sè piuttosto rischiosa. 
Ma questa è un'altra storia. Quella di cui cercerò di riprendere il filo è quella sospesa alla fine di "Un mestiere". 
Potrei ricominciare proprio da "Passioni", lo sceneggiato televisivo, " La prima telenovela italiana", in cui Anna era una delle protagoniste e io il regista della seconda unità con lo pseudonimo di Manfred P. Fango. 
Si, credo proprio che ripartirò da lì, da quell'estate del 1986.


 Anna Bonasso, a destra, con Elisabetta Viviani.
Due protagoniste di "Passioni"



Ancora Anna e Elisabetta, in una polaroid
di edizione, tra una generica e una truccatrice.




Questa foto è stata scattata il giorno della conferenza
stampa di presentazione, un paio di giorni prima dell'inizio
delle riprese. Manca ovviamente parecchia gente, ma
l'occasione per una foto con proprio tutti non si presenterà
mai. Io sono a destra,con un giubbotto di jeans dietro 
Franco Vaccaro in giacca bianca.



Ero stato ingaggiato per sovrintendere al montaggio, ma fin dalle prime battute era risultato chiaro che la stesura della sceneggiatura così come la Bossi e la Perez Perez stavano configurandola, presupponeva un numero imprevisto di scene esterne al teatro di posa, e quindi la necessità della costituzione di una seconda piccola troupe, la mia, che venne presto ribattezzata Katanga, per le riprese in esterna.
Il teatro di posa era stato allestito nel cinema  in disuso di Gassino, un piccolo centro della cintura torinese.



 Questa foto apparentemente non dice nulla
ma è stata scattata durante il rito di ogni mattina, 
molto presto, prima dell'inizio delle riprese, quando
arrivavano le cartelle delle scene da girare
nell'arco della giornata. Quotidianamente
io apportavo le modificazioni che mi parevano 
più adatte a migliorare il plot.
Non ho mai ricevuto appunti sul mio operato,
nè in bene nè in male. Forse, nel gran bailamme,
nessuno si accorgeva dei miei tagli e delle
mie aggiunte.




 Giravamo con questi catafalchi, con registratore separato,
quasi sempre in pollice, forse anche in 3/4, con linee di cavo
dappertutto, anche in esterna. Io fumavo ancora e portavo
ancora l'orecchino.





  
Ad un certo punto, in assenza di Riccardo,
per un paio di giorni
lo avevo sostituito alla regia in interni.
Un inferno. Non so come facesse a
starsene là dentro tutto il giorno a dare
indicazioni per interfono agli operatori.
Era davvero bravo...



Michele Di Mauro e Pit Formento
 


Dominique Boschero e Pit Formento


Riccardo Donna, Angelo Caglio di spalle e Pit Formento

 
Non ricordo quando, ma credo abbastanza a ridosso dell'inizio della lavorazione, la produzione mi ha chiesto di montare, con il girato realizzato fino a quel momento, una specie di trailer, di annuncio di quello che stavamo facendo. Con piena libertà. 
Quello che segue è il risultato della mia propensione a partire leggero e diventare ridondante, facendomi prendere la mano dall'enfasi retorica, cui allora andavo occasionalmente soggetto, fortunatamente soprattutto per lavori di poco conto, come questo.
Il fatto che usufruissi dello pseudonimo di Manfred P. Fango aveva irritato il produttore, che lo riteneva offensivo, e quel marchietto di estraneità me lo sono portato dietro per tutta la lavorazione, pur divertendomi molto e guadagnando bene.





Alla fine della lavorazione avevo chiesto agli amici del Festival di Annecy di presentare, con i due documentari con i quali ero stato selezionato, anche il trailer, in una sezione tipo vetrina. Avevo ottenuto che venisse invitata Elisabetta. 
Ci sono poi andato da solo. Quello che c'era tra noi due non andava bene a nessuno, e così ci siamo rassegnati ad allontanarci.
Ad Annecy ho seguito ovviamente la proiezione e gli incontri che riguardavano i miei "Dancing" e  "Jazz Dancing" e non so come sia andata al trailer. Quindi la storia di "Passioni", per quel che mi riguarda, è finita così.



Elisabetta Viviani e Pit Formento


Francesca Vettori e Elisabetta Viviani



Ho trovato anche il collage malridotto di un articolo che riguarda quei giorni ad Annecy, oltre al catalogo del Festival...




...mi firmavo ancora Piermaria e non Pit...








...ero in buona compagnia...


...mancava solo lei, l'unico rimpianto di quei giorni...

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