sabato 19 dicembre 2015

QUARANTENNALE 7



Redivivo.
Letteralmente.
Due mesi di ospedale, 14 passaggi in sala operatoria per interventi e medicazioni, ma la cosa che più mi ha turbato è stato il trattamento antidolorofico che mi ha trasformato temporanamente e inconsapevolmente in un tossico. Quando se ne sono accorti è stato perchè ero in preda a deliri incontrollabili.  Quindi sono stato sottoposto anche ad un trattamento di disintossicazione  e psichiatrico, risonanze magnetiche cerebrali per escludere altro, supporto psicologico.
Beh, è passata anche questa, più o meno insomma. 
Cammino con molta difficoltà e dolore
Uso un deambulatore, stampelle, ma mi sforzo di fare anche da solo. 
Non intendo parlarne più, non perchè non ci sia nulla da dire, anzi, ma perchè non so come dire di quella solitudine fitta di fantasmi dati dalla morfina, e questo malgrado la fortuna di aver avuto Laura sempre al mio fianco - persino e soprattutto quando non la riconoscevo, e le telefonate di Susanna, Speedy, Pierangelo, le venute da Padova di Paolo Drago, i passaggi di Mauro Lazzaretti, le visite di Chiarenza, Stefano, Enrico, Nadia, Lia Timillero e Paolo Ferretto dal reparto SOAP. 
In uno degli ultimi giorni d'ospedale è venuto a trovarmi Piero



 Piero con Anna, in piazzetta Garibaldi
sette anni fa...




e mi ha regalato un suo breve lavoro pubblicato dall'Accademia Olimpica.













Raramente sono stato così fiero per una dedica ed è proprio grazie a questo stato d'animo che mi sento di riprendere il percorso del blog, con l'inevitabile sguardo alle spalle perchè questo è il suo senso anche filologico - siamo quasi a Natale - ma anche con la sensazione di non esser stato superfluo.
Quarant'anni fa, con gli amici di allora, per qualche anno abbiamo avuto l'abitudine di incontri prenatalizi, in genere nell' "alloggio", per scambi di doni. 
Ho trovato qualche immagine del Natale 1975. Per questo riprendo con un "quarantennale".



Riccardo Donna in piedi, Danila Siravegna
di spalle e Renato Bertrandi che infila un
casco a Giulia Sarti



 Roby Oggero, Patrizia Canuto,
Vincenzo Natta e Giovanna
 di cui ho scordato il cognome




da sinistra Mimmi Mussa, Antì Stoppelli
Danila Siravegna, Renato Bertrandi,
Giulia Sarti di spalle




Valeria Grattarola, Mimmi Mussa, Antì Stopelli


 

Patrizia Canuto, Vincenzo Natta, Giovanna
Riccardo Donna, Luca Lovera




 Gianni Sarti, Danila Siravegna,
Giulia Sarti, Renato Bertrandi



La cosa strana è che non provo nessuna malinconia, men che mai nostalgia.
E' come se la mia sensibilità si fosse dilatata e la mia curiosità, ormai solo moderatamente empatica, provasse maggior interesse per le due donne uccise protagoniste del saggio di Piero e delle quali si sa solo quello che risulta dagli atti processuali - praticamente nulla - che per le vite di queste amiche e amici, che si fanno improvvisamente evanescenti, friabili, già oltre il commiato.
Altrettanto vale per le immagini.
Ho nostalgia di tempi e luoghi che non mi appartengono.
il fatto è che delle amiche e degli amici credo di sapere e non so e per gli "altri" posso solo esercitare lo struggente e irrealizzabile desiderio di conoscere ogni cosa del loro passaggio. 
Nessuno ha mai saputo nè saprà mai, mi pare dicesse Voltaire.



 Avrei potuto suonare con loro e affrontare quei tempi ?
 



 Quante ore di felicità nelle loro vite?

 


C'è qualcuno che saprebbe dirmi dove, quando ?
E magari un nome, uno solo...




 Buon Natale

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