domenica 22 giugno 2014

REPARTO REPERTI 14





Nel mio post precedente ho scritto di cineprese amatoriali,  come allora tralasciare quelle professionali, che hanno rappresentato per anni uno degli strumenti sostanziali per l'attuazione delle mie fantasie, di certa mia voglia di raccontare, di certo mio modo di sognare ad occhi aperti, di guardare al mondo cercando di rubargli aspetti che sentivo di saper dire  ?




 1983 - Sul set del mio primo cortometraggio per Raiuno
"Auàndeba" ( vedi frammenti del film in coda al post
dell'otto novembre 2010). 
Vittorio Bagnasco,il mio primo direttore della fotografia
 seminascosto dall'Arri BL.



Per lungo tempo, a partire dal mio esordio alla regia professionale nel 1983 fino al 1991, ho considerato la pellicola il mezzo espressivo indiscutibilmente più appropriato per realizzare filmati, relegando l'uso delle telecamere ad un ruolo subalterno, se non proprio disprezzabile quantomeno per nulla "cinematografico".
Va detto che le telecamere di allora, a tubi catodici, erano veramente baracche, con registratori separati, supporti magnetici tendenti a svanire con il tempo e un sistema di montaggio che negava la libertà espressiva che si otteneva lavorando in moviola.
Un conto era stare nell'oscurità amniotica e complice in una delle due salette di montaggio di Paolo Cottignola, a Bologna, guardando scorrere la pellicola e l'audio su perforato magnetico sui piatti di una Prevost o di un'Intercine, un altro era finire in una regia con delle consolles che neanche alla Nasa, per sortire poi risultati francamente modesti.
Insomma, sia come sia, ho a lungo assunto questo atteggiamento snobistico del tipo " si gira in pellicola o è meglio lasciar perdere" e riconosco che ho potuto permettermelo, perchè i costi delle lavorazioni, la necessità di avere comunque a disposizione una troupe, seppur minima, faceva lievitare i costi di produzione spesso rendendoli proibitivi.
Ho quasi sempre girato in 16mm., ancorando l'uso del 35mm. alle occasioni di spot pubblicitari.
Due sono stati i modelli di MDP (macchina da presa) che mi hanno accompagnato  in quegli anni. 
Due Arriflex, la BL e la SR.





La BL




 1983 - durante le riprese de "La Morosa"...






...e di "Auàndeba" - Pit, Gianluca Favetto, Fabrizio Borelli
e Vittorio Bagnasco alla BL, sempre nel 1983.




 e la SR...







...ancora nel 1983 - con una SR - ho girato il mio
primo documentario "La fine del sentiero di guerra"
(informazioni in merito sempre nel post del 6 febbraio 2011)





Questa volta il direttore della fotografia era
Roberto "Scheggia" Forza...





...che qui imbraccia la SR come un Winchester.





Nel 1984 è stata la volta di "Neve corvi e turbodiesel"...






...direttore della fotografia è di nuovo Vittorio,
che qui sta montando la SR sul "ragno"
applicato all'Audi di Speedy.






Ed ecco la troupe di "Neve corvi & turbodiesel"









Nel 1986 stavo girando "Jazz Dancing" al Teatro Nuovo di Torino (vedi post 9 settembre 2011) con Maurizio Zaccaro come direttore della fotografia - lo si intravede seminascosto dietro lo chassis di una BL - quando, a sorpresa, è venuto a trovarmi sul set Riccardo Donna.
A quell'epoca aveva fondato una piccola casa di produzione in società con Federica De Gasperi e in quel momento si trovava nella fortunata posizione di dover soddisfare la richiesta di un documentario industriale e conciliarla con  l'offerta irresistibile, ricevuta per andare alle Hawaii a scrivere dei soggetti ambientati là.
Era venuto ad offrirmi la regia del documentario e non è stata l'unica occasione in cui, generosamente, mi ha chiamato a lavorare per lui.
E' stato allora che mi sono cimentato per la prima volta con una telecamera.
Ammetto che, dal mio punto di vista, era stato il passaggio ad una dimensione "povera" ma devo riconoscere che è stato grazie anche a questo passaggio che ho preso dimestichezza con quel mondo imparando a scovarne la "ricchezza", e comunque decidendomi a fare i conti con l'inevitabile, la continua e impetuosa trasformazione degli strumenti atti a realizzare un filmato audivisivo, quale che fosse.
Il documentario riguardava la Farid, un'azienda che trasformava mezzi pesanti e leggeri per il trasporto della spazzatura. 
Allora Renato Bertrandi era uno dei dirigenti della Farid e con lui e una mini troupe abbiamo girato, nell'86, "Linea ecologica", comprensiva di una trasferta in Toscana e conseguente sosta durante il ritorno, di me e Renato, a Santa Margherita Ligure a trovare le vecchie amiche Patrizia e Antonella.





 Pit, Ben Cagnetta direttore
della fotografia e Renato Bertrandi




Ben, Pit e la telecamera




 
Va da sè che, per un doc. su mezzi di trasporto per la
nettezza urbana una location inevitabile sia stata la
discarica generale, metropoli gabbianesca maleolente
alle porte di Torino.
La telecamera non amata sulla sinistra.




Questa piccola digressione non condurrà al discorso telecamere, che riprenderò forse nel prossimo post per chiudere la trilogia, ma resta tale e si torna alle mdp.









Nel 1987 Raiuno aveva commissionato ad Ipotesi Cinema una serie di cortometraggi a soggetto e documentari per Uno mattina.
Qui sopra stavo girando "Gli ultimi", di nuovo con una fedele BL.
Direttore della fotografia era Maurizio Zaccaro, sia degli "Ultimi" che di "Luce a cavallo", altro filmato per Uno mattina ( vedi post del 21 settembre 2011)...






















...e lo sarebbe stato anche per "Il volo del Falco", girato sempre nel 1987 ( vedi post del 24 ottobre 2011).











Geraldine Mucelli, Mauro Ferraris in sella e Pit alla mdp.











In occasione delle riprese del "falco" sul set c'era anche Johnny Salvini che aveva scattato una bella serie di fotografie.
Una di queste è stata poi usata in modo originale nel 1991 dall'Ufficio Cinema del Comune di Ferrara per una rassegna personale ('83/'91) a cura di Casa Cini.








Il loro ufficio grafico ne aveva ricavato un cartoncino divisibile in due parti.








Queste, una volta separate, andavano a costituire l'una una cartolina postale...














...e l'altra una scheda critica e un calendario delle manifestazioni.













Non ricordo quante ne ho spedite di quelle cartoline, ma sono state certamente tante.
Ovviamente esistono fotografie o back-stage solo di una parte minima dei miei lavori, però quello che c'è mi aiuta a tracciare una cadenza temporale, riepilogare non solo eventi ma anche stati d'animo, rievocando un me che nel frattempo, suo malgrado magari, ha cambiato pelle più volte e, di quelle mute, ha abbandonato gusci malinconici.










Sopra, nel 1988 - con una SR e direttore della fotografia Franco Boursier - ho girato una serie di cinque episodi per un film promozionale per la Fapa una fabbrica di portapacchi, portasci etc.etc.
( nel post del 15 aprile 2012 spezzoni di spot e making).









Nel 1990, con un'Arriflex 35mm. e Claudio Meloni come direttore della fotografia, ho girato uno spot elettorale destinato alle sale cinematografiche per il P.C.I. nell'ultima occasione prima che si trasformasse nel dimenticabile P.d.S.
( spot e making nel post del 13 aprile 2012).









Claudio sarebbe poi stato il direttore della fotografia di molti miei altri lavori, non solo in pellicola ma anche in video.
Con lui e una piccola troupe itinerante nel 1991 ho realizzato quello che considero l'ultimo dei miei lavori con una mdp, anche se in realtà, per quanto concerne gli spot, ho usufruito di pellicola 35mm. fino al '96.
Il film era un documentario girato in Irlanda, "On the roads of Ireland". La mdp era nuovamente una SR. ( c'è parecchio materiale nel post del 13 marzo 2012).





 Claudio e Pit a Glencolumbkille (Donegal)




Pit, Claudio e la SR a Sligo, 
sulla tomba di W.B. Yeats.




E così, anche stavolta sono arrivato in fondo, nel frattempo il passaggio al digitale è divenuto definitivo, la pellicola cinematografica scompare, le vecchie "pizze" diventeranno reperti museali così come le apparecchiature che le leggevano, BL e SR che mi piaceva anche soltanto toccare, accarezzare, e che a loro volta "accarezzavano" il mio occhio fornendogli una protetta e magica opportunità di sguardo, finiranno anche loro, inutilizzate, su qualche scaffale di qualche nostalgico come splendidi - almeno secondo me - soprammobili.





 

Nessun commento:

Posta un commento