giovedì 8 maggio 2014

BYE SILVER







Pit e Silverio - Sauze d'Oulx, 2 luglio 1974.




Mentre soggiornavo in uno dei miei frequenti ricoveri ospedalieri di questo periodo un po' infausto - che ha determinato anche il mio protratto silenzio "blogghico" - ho ricevuto un messaggio di Speedy che mi annunciava che Silverio se n'è andato.
Silverio.









 Silverio e Pit a Procchio - Isola d'Elba -
a casa di Lella e Mapi nell'estate del '74




L'avevo rivisto dopo millenni ad una delle cene organizzate da Speedy, a Torino, il 31 ottobre 2012. 
Con gli anni aveva preso a ricordare, nella fisionomia, Max Von Sydow.





 Silverio a sinistra, con Batti Grassotti e - credo -
la moglie di Luca Lovera




 Silverio a tavola, con Rodolfo Schieroni
Paolino Grossi e Bona Prat




Quella sera si era unito al manipolo di irriducibili che, dopo la cena, non si erano separati bensì avventurati nella movida torinese che un pochino pareva turbarlo ("Ma come sono maleducati questi ragazzi, noi non eravamo mica così")
Mi aveva poi spedito delle fotografie di una vacanza a Vulcano che avevamo brevemente condiviso e altre, di altre occasioni.
Silverio faceva parte di quel gruppo di giovani che avevano sei o sette anni meno di noi e formavano una compagnia cui apparteneva anche Lella, e che avevo conosciuto a Sauze all'inizio del 1974 ( vedi anche post del 7 gennaio 2012).




 Pit e Silverio in travestimento western.
Lui - come anche Titti - compare nel super 8
"On the border", post del 19 marzo 2011





Silverio faceva coppia fissa con Titti Zangelmi. 
Parevano imprescindibili l'uno dall'altra, un po' come Marcella Manzini e Pietro Contegiacomo dello stesso gruppo. Fidanzatini che mi sembravano destinati a invecchiare insieme, e invece non è andata così.
Nell'estate di quello stesso anno  eravamo stati all'Elba per alcuni memorabili giorni.





 Titti quell'estate all'Elba




Ho già avuto modo di notare, da qualche parte nel blog non ricordo dove,
che Titti nelle fotografie tendeva quasi sempre a tenere lo sguardo basso
come per un'accenno di tristezza, che alla luce dell'oggi si direbbe un presagio.




Di quei giorni ci sono tante immagini, molte delle quali già postate per altre occasioni, ma una in particolare chiede in questa circostanza di essere ripresa in considerazione. 







Su questo scoglio nella baia della Fetovaia si raccoglie un gruppetto di giovani spensierati, rampolli dell'alta borghesia torinese, destinati verosimilmente a un futuro radioso.
In piedi Ciccio Cravetto, di cui ho già scritto, trascinato via poco tempo fa da una morte raccappriciante in un incidente automobilistico. 
Dietro di lui, seminascosto, Schatzi Fea, che lì ancora non lo sapeva ma sarebbe diventato il marito di Titti - seduta con le gambe raccolte e, naturalmente, lo sguardo rivolto verso il basso - e che, mi dice Speedy, ha inanellato una serie di disavventure economiche e sentimentali che lo hanno portato, allo stato attuale, ad esercitare il mestiere di cameriere in un ristorante nel Monferrato.
Sotto il braccio di Ciccio Silverio saluta e ancora non sa che dovrà affrontare severi problemi di alcoolismo e disaccordi sentimentali prima di lasciarci prematuramente come aveva fatto Titti qualche anno prima per un tumore. 
Poi ci sono Mapi e Milly. 
Di Mapi mi dicono che vive a Pescara, mi pare, che gestisce un negozio di scarpe con il marito, che il patrimonio ingente di lui e di lei si è volatilizzato e che ha dovuto affrontare anche importanti problemi di salute. 
Di Milly non so nulla tranne che, giovanissima, è stata per un certo periodo la moglie di Joe Zangelmi, il fratello di Titti, il quale ha trascorso anni da alcoolista non ricordo se in Marocco e che ad una cena di rimpatriata - io non c'ero - è arrivato accompagnato in sedia a rotelle.
Tutto in questo scatto.
Lo scatto che immortala persone che sembravano assolutamente garantite da qualsivoglia attacco del destino. Persone che malgarado i privilegi di casta erano amabili, affettuose, disponibili.
Per concludere non credo nella possibilità che dopo la vita ci possa essere altro che il nulla, ma se ci credessi la mia visione sarebbe più disneyana che cristiana, così potrei essere certo che sul confine delle Grandi Praterie, Titti era pronta ad accogliere Silverio per tornare insieme là dove li avevo conosciuti, giovani e teneri innamorati.
 

3 commenti:

  1. Carissimo Pit e' sempre un piacere leggere le tue righe..lanch io in questo periodo sono in convalescenza..ieri ho subito un delicatissimo intervento ad un oocchio e son qui a casa quasi immobilizzato. Per quanto riguarda il discorso del dopo la vita ti voglio raccontare quello che mi successe anni fa. Ero lontano da Torino, ma una notte sognai il mio amico di avventura del passato, Alberto. Ebbe gravi problemi dinalcolismo, ma una notte in sogno, bello elegante come hai tempi migliori. mi disse, Gianni come vedi ho risolto i miei problemi e sono di nuovo io. Il giorno dopo seppi che quella notte mori in un tragico incidente. Mi apparve ancora una volta . Mi disse cche stava bene ed io chiesi dove fosse. Mi disse se vuoi, ma tu sei ancora vivo cerchero di farti comprendere dove sono. Visto che mi piace la neve mi porto in un posto meraviglioso con una luce incredibilmente bella e con colori cosi belli che ancora me li ricordo. Mi disse ecco questo e' il mio regalo al mio maestr di vita, lo so che non capirai ma e' cosi e poi spari

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    1. I sogni a volte ci danno la misura del nostro sapere cose che non sappiamo di sapere. Il tuo mi ha commosso, perchè sognare un amico rinato proprio nel momento in cui si accomiata da noi è un'esperienza molto intensa. In bocca al lupo per il tuo occhio.
      Ah ! adesso so che ti chiami Gianni. OK ci si sente in rete. Ciao.

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  2. Grazie e contraccambio gli Auguri di ripresa. per me i tempi saranno un po lunghi, in quanto ho avuto un distacco di retina e sabato scorso ho avuto un intervento di tre ora, ma ora sembra che tt proceda per il meglio. Per quanto riguarda i sogni forse hai ragione. Quello che penso e' che noi siamo una potente antenna e possiamo captare molte cose. Ti posso fare un altro esempio di quello che mi capito' tempo fa. Ero in montagna e di colpo inziai un sogno, un incubo. L umanita' intera era alle prese con un incendio. Dovevamo assolutamente spegnerlo, altrimenti le conseguenze sarebbero state inimmaginabili. Combattei le fiamme tutta la notte ed all'alba si riusci nella impresa. Tutto sudato mi alzai, aandai nel soggiorno ed accesi la tv, scorsi le pagine del televideo: erano le 6.03 l' incendio della Sindone era stato domato.

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