mercoledì 9 ottobre 2013

REPARTO REPERTI 4










Altro imprevedibile residuo "storico" è questo gancio che era parte costitutiva dei banchi scolastici nel periodo del mio liceo e che fungeva da supporto per la cartella che, fin dal ginnasio, avevamo quasi tutti smesso di utilizzare ritenedolo orpello infantile e ingegnandoci con cinghie, lacciuoli e trasporti "sciolti" (inesitenti gli zainetti, a quel tempo).
Me ne ero appropriato con un gesto solo apparentemente vandalico, ma sostanzialmente intriso di preventiva nostalgia, tant'è vero che, ritrovandolo, me lo sono accarezzato come fosse un vecchio giocattolo.









Ed eccoci qui, in seconda liceo classico, al Rosmini di Torino.
Io nell'ultimo banco a destra dove, a guardar bene, si vede anche il gancio di cui sopra.
Di quella classe un terzetto affiatato, che si frequentava anche nei tempi extrascolastici, era costituito da Carlo Boggio Marzet - di profilo nel penultimo banco a sinistra - e Roby Marchisio, nell'ultimo a sinistra con cravatta.













Quell'anno eravamo stati in gita scolastica a Napoli per alcuni giorni, con puntate a Pompei e Capri, deve alcuni di noi, me compreso, si erano cimentati in tuffi estemporanei in un mare ancora semiinvernale.
Il ritorno - la tratta Napoli Genova - era stato a bordo della Raffaello, gioiello transatlantico della nostra marina mercantile, in arrivo da New York, ed è la parte che ricordo meglio malgrado il fatto che mi fossi ubriacato - e non solo io - in maniera indecente.










Il mio biglietto di transito è intestato alla "signorina" Formento, dubbio vantaggio imputabile al mio impegnativo nome proprio.




                       




Non ricordo in quale circostanza si sia verificata la situazione anarcoide che ha favorito la serie di fotografie scattate in classe, dove tra l'altro si riscontra a margine il consumo di tabacco e alcoolici.








Roby si da una grattatina mentre Carlo mi appioppa una palpatina.
Mi pare che proprio quell'anno, in vista del conseguimento della patente, Carlo avesse acquistato una Lancia Appia terza serie grigia, come quella ritratta sotto.











Carlo era un pilota decisamente provetto, affidabilissimo, con una guida fluida, derivatagli dalla pratica di lungo corso del sottrarre clandestinamente auto di famiglia e scorazzare alla brava fin dai sedici anni.
Quell'auto era decisamente una stravaganza, non bella, destinata ad austeri signori di mezza età fin dal suo apparire sul mercato e, a quel punto, una vecchia per vecchi cui Carlo era riuscito, con la sua eccentricità, a conferire una patina di giovanile accettabilità.
Il cambio al volante permetteva il sedile anteriore a divanetto per viaggiare comodamente in tre davanti.















Ci sono molti episodi che ricordo, legati a noi su quell'auto, e sarebbe noioso evocarli tutti tranne che per coloro che ne sono stati protagonisti, così ne basterà uno per tutti.
Una notte del 1973, alla fine di una serata probabilmente alla fine di una festa, su proposta credo proprio di Carlo si era costituito un estemporaneo equipaggio con destinazione Venezia, dove saremmo andati a fare colazione, per poi tornare indietro. Uno scherzetto da 800 chilometri.








Oltre a Carlo e a me erano della partita Paolo Rolla...










...e Gloria Carabelli











...che abbiamo già incontrato, fotograficamente, ad un capodanno all'Igloo (era l'Igloo ? boh...) con Paolo Drago.










A Venezia eravamo arrivati all'alba.
Il trasferimento in vaporetto in piazza San Marco, l'approdo vissuto eroicamente al Florian, il ritorno sonnolento affidati all'inarrestabilità di Carlo fanno parte di un ricordo che fluttua benevolo, tratteggiato come un acquarello dimenticato esposto al sole.
Quattrocento chilometri intrapresi di notte e conclusi in tarda mattinata con la pausa di capuccini e croissants in una piazza ancora deserta di turisti. Altri quattrocento di ritorno, tra automezzi di gente al lavoro, mentre noi ce ne andavamo  meritatamente a dormire. A vent'anni. Certo che poi te lo ricordi.










Questo biglietto perforato forse era del vaporetto.















Tra scontrini e altre cianfrusaglie ho trovato anche un messaggio di quelli che passavano da un banco all'altro e in cui faccio riferimento alla fatidica Appia nonchè a Guia, di cui probabilmente all'epoca Carlo doveva essere piuttosto attratto.










Puerile e anche piuttosto femminile per uno che, come me, aspirava ad essere un tombeur de femmes, però così era...

Cercando Gloria ho trovato anche Guia, pur se quasi di spalle.




 Guia Cerutti, Monica Buffa e Gloria Carabelli






Concludo con un'immagine di "repertorio" che si riferisce a un periodo di cui ho già fatto accenno in uno dei miei primi post, quello del 21 novembre 2010, quando ancora me lo curava Annelise. 
Rappresenta un periodo successivo all'epoca dell'Appia e nasconde i sintomi dolenti della trasformazione che Carlo, e con lui Fabrizio, avrebbero impresso alle loro esistenze.
Io però ne ero inconsapevole, così le mie giornate nella loro libreria rappresentano un ricordo affettuoso, intimo, un approdo confortante in un'epoca in cui nasceva il sospetto che la vita fosse meno generosa di quanto si fosse stati convinti, almeno così io, fino a quel momento.










P.S. di Carlo ho già scritto nei post del 7 gennaio 2012 e del 2 febbraio  2013, di lui e Fabrizio al 21 novembre 2010, ambedue compaiono in una foto di gruppo - la prima del post "forgotten feelings" del 7 aprile 2013 - e, per quanto concerne Fabrizio, al 26 marzo 2011 ci sono dei frammenti di super 8 che lo riguardano.                               

1 commento:

  1. Ciao Pit,leggo il tuo sito volentieri,è un gran bene ricordare la nostra giovinezza ormai passata.Ho ritrovato nelle foto pubblicate i compagni di gioventù.Come posso mandarti una foto dell'epoca ancora in mio possesso? Ti lascio il mio indirizzo email:cartbroker@gmail.com Carissimi saluti. Alberto Cartesegna

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