giovedì 11 agosto 2011

TEA TIME

Durante l'estate del 1989, a Rueglio, quel gruppo di amiche ed amici che si conoscevano dall'infanzia si stringeva attorno ad occasioni di incontri e io ho l'impressione che un poco per tutti aleggiasse l'incerta consapevolezza che ci si avviava verso la fine, come poi puntualmente è avvenuto pochi anni dopo.
Nel tentativo forse inconscio di impedire la diaspora per una manciata di estati avevamo girato un piccolo film - "La panchina" - avevamo organizzato escursioni, gite in montagna, pomeriggi al torrente, cene, pasquette, nottate di canti e danze come quando si aveva vent'anni. E io e Pierangelo - i decani - ne avevamo quasi 40.
Uno dei vari esperimenti tentati per tenerci raccolti era stato quello, proposto da Gianluca, che ognuno di noi si cimentasse con la stesura di un racconto legato  ad un tema. 
Lui aveva fissato il tema - il thé - il numero di cartelle, una dead line per l'incontro e la lettura.
Io e Laura - che anche se nuovo acquisto era stata accolta nel gruppo con entusiasmo - eravamo andati a farci una vacanza a Mentone, provvisti sia di moto che di auto, prima di salire a Rueglio.
Non so quando lei abbia scritto il suo racconto. Io il mio - Tea time - l'ho buttato giù il 4 agosto.
Alla tenzone avevamo partecipato, ovviamente con Gianluca, soltanto io, lei, Bebe e Piarangelo. il resto della combriccola non se ne era dato pensiero.
Per quel che ricordo il risultato era stato lusinghiero oltre che profetico, se si tien conto che, allora, l'unico a scrivere ufficialmente era Gianluca e oggi sia Laura che io abbiamo all'attivo un paio di libri a testa con significativi successi di vendite ( soprattutto lei) e Pierangelo è redattore di un settimanale locale. E il racconto di Bebe non era certo da meno.



Evelyne Favetto (Bebe) com'era in quei giorni.



Gianluca Favetto



Pierangelo Scala




Laura Bettanin (Janis Joyce)




Pit Formento




Le foto appartengono tutte al periodo compreso tra la Pasqua dell'89 e l'inverno del 90.


Laura e Pierangelo



 Pit e Laura


Laura, Pit e Gianluca










TEA TIME

Sulla parete posteriore del capanno era inchiodata una fotografia della famiglia reale, ritagliata da una copia domenicale del Sun e protetta da un foglio di cellophane.
Riojiki accese il fornelletto seguendo scrupolosamente le istruzioni impartitegli da miss Thompson che finalmente si era decisa a cedergli, per quel pomeriggio domenicale, le chiavi della cabina.
Pose il bricco sul fuoco e si affacciò all'ingresso: il mare ruzzolava con piccole onde tranquille sulla spiaggia di sassi e conchiglie; un uomo con un impermeabile chiaro lanciava un osso di gomma che il suo spaniel riportava dopo una corsa affannata.
Il sole d'ottobre scaldava le coperte intrise di salsedine sotto le quali  Majid, Miguel e Aldo sonnecchiavano, abbandonati  sulle sdraio che miss Thompson aveva comprato a suo tempo da un rigattiere di Portslade: resti del naufragio di una nave passeggeri affondata vicino alla costa vent'anni prima.
Qua e là, lungo la passeggiata, altri capanni erano aperti e coppie di anziani silenziosi leggevano sulle loro sedie a sdraio, con le gambe protette dai plaids. In lontananza la sagoma curiosa del Royal Pavillion emergeva dalla foschia, come sospesa tra cielo e mare.
Riojiki si accomodò accanto a Miguel. 
Tra loro non potevano comunicare che in inglese e, dal momento che appartenevano tutti e quattro al corso elementare della St. Giles, più che altro tacevano.
Fumavano guardando il mare. 
Aldo sfoggiava un berretto a visiera da marinaio nuovo di zecca e Riojiki chiese, col solito sorriso cerimonioso.
- Where did you bought it ?
- Down in the Lines - rispose Aldo.
- Good - disse Riojiki.
Poi taquero, mentre Majid e Miguel iniziavano una partita sulla scacchiera portatile di Majid.
Aldo e Riojiki, che non sapevano giocare, ogni tanto davano un'occhiata alle mosse degli altri due, soprattutto quando Majid mangiava i pezzi di Miguel.
Passò una ragazza in bicicletta e tutti e quattro la seguirono con lo sguardo mentre diventava rapidamente un punto lontano.
- I don't like english girls - disse Miguel.
- Checkmate ! - disse Majid spostando un alfiere, e in tre risero di Miguel che aveva perso un'altra partita.
- In Iran everybody play chess - disse ancora Majid, come a voler giustificare la sua incontrastabile superiorità.
- Not in Spain - rispose Miguel alzando le spalle.
Dall'interno venne il sibilo del tappo del bollitore e Riojiki corse a spegnere il fornelletto.
- There is a new girl at school - disse Miguel - In intermediate two. A french girl.
Aldo e Majid lo guardavano cercando di capire a chi potesse riferirsi.
- Like this ! - disse Miguel tenendosi le mani davanti al petto a dita spalancate.
- Oh yes ! I saw her - disse Aldo con entusiasmo.
Majid rideva sommessamente e riordinava i pezzi per un'altra partita.
- Are girls like that in Iran ? - chiese Miguel rifacendo il gesto con le mani e Majid si schermì, guardando Aldo come se questi potesse suggerirgli la risposta.
- Sometimes... - concluse, poi spinse la scacchiera verso Miguel.
- An other play ?
Miguel afferrò un pedone e finse di ingoiarlo.
- You win - disse.
- Maybe - rispose Majid.
Riojiki ricomparve reggendo un vassoio con sguardo preoccupato.
- Tea time - disse in fretta, con gli occhi a mandorla fissi sul liquido oscillante nelle tazze.
Appoggiò  il vassoio a terra, tra le sedie, e sorrise soddisfatto.
- Tea time - disse ancora, indicando le tazze fumanti.
Aldo ne passò una a Majid e prese la sua mentre Miguel si liberava della coperta per alzarsi e sgranchirsi.
Si portò ancora le mani al petto e si rivolse a Riojiki.
- Are girls like this in Japan ? - chiese. Riojiki lo guardò senza capire. 
Aldo e Majid risero e Aldo versò un po’ del suo thé sulla coperta.
- Girls. In Japan - insisté Miguel.
- Girls - rise Majid, e Aldo si mise le mani davanti al petto gonfiando le gote.
- Oh no ! - disse Riojiki e gli altri non capirono se avesse capito.
- Not in Japan ? -insisté Miguel. Riojiki scosse la testa, serio.
Ricomparve la ragazza in bicicletta con un amico che le pattinava al fianco.
Passarono mentre i quattro si affrettavano a bere il thé, fingendo di non guardarli.
Restarono ancora un poco in silenzio poi Majid alzando la sua tazza disse.
- Like british people.
E gli altri, sorridendo perplessi, annuirono.




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