mercoledì 15 maggio 2013

FABBRICA ALTA






Da più di un trentennio - quindi da molto tempo prima che io scoprissi Schio - si attendeva questo momento, vale a dire quello della "restituzione" da parte di una real estate in cui Marzotto, Pirelli e Telecom sono titolari di una quota di circa il 30% ( vado a orecchio, e non è l'aspetto significativo della questione) dell'area Lanerossi, comprendente l'edificio storico detto Fabbrica Alta e di  alcuni addentellati, a fronte di una concessione di edilizia civile in un'area vicina.
La vicenda è stata lunga e, mi dicono, piuttosto travagliata, però alla fine ecco arrivata la conclusione. 
L'intervento recente di un liquidatore ha portato alla firma dell'atto di proprietà a favore del Comune di Schio. 




Il giorno della conferenza stampa per l'annuncio dell'evento.
Da sinistra il vicesindaco, il sindaco, l'assessore al Sociale,
l'assessore agli Educativi, l'assessore alla Cultura - maggio 2013




Questo in soldoni. 
Come ho detto, non mi appassiona tanto il periplo che ha condotto a questa acquisizione quanto le possibilità ideative che questo comporta.
L'edificio è gigantesco e, a mio avviso, molto affascinante.




L'assessore ai Giovani, che ha ripreso tutto il tour esplorativo, 
e come si vede non ha ancora smesso, si è unito alla squadretta
istituzionale nel sottotetto.








Spazi luminosi e ampi dove si possono far convivere in armonia "domestica" molte opportunità culturali, e malgrado io non sia un gourmet ci ho visto immediatamente un EATALY, dopo averlo scoperto in uno dei miei saltuari soggiorni torinesi, grazie a Speedy, durante una memorabile giornata con lui e Paolo Drago.
E' stata la prima cosa cui ho pensato, e sono convinto che diventerebbe un polo d'attrazione formidabile per l'intera regione.
Ma la mia attenzione di immaginifico sognatore in questo momento è rivolta soprattutto  al teatro Jacquard, che è dall'altra parte della strada.
Sogno una sala ipertecnologica, un cinema di ultima generazione. 
Un'accogliente spazio da non più di 200 posti da far lavorare 7 giorni a settimana, con alternanze di programmazioni d'essai, blockbusters, proiezioni in lingua originale sottotitolata, microcinema, dirette via satellite teatrali e sportive, selezioni festivaliere, insomma una pacchia.
Sogno, perchè ci vorrebbe un investitore che riconosca le redditizie possibilità che la realizzazione di questo sogno comporta, ma con questi chiari di luna, si sa...








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