In fondo a un cassetto della mia vecchia scrivania a Rueglio ho trovato una busta, una di quelle in cartoncino che in origine avevano contenuto fogli di carta sensibile Ilford 18x24.
Dentro c'era un tesoretto, beh certo, molto autoreferenziale, come quasi tutto il mio blog, ma irresistibile, almeno per me.
Una raccolta di tessere, biglietti da visita miei e di altri, fototessere e documenti scaduti.
Associandoli, come farò ora, ho l'impressione di poter suggerire un percorso temporale interessante.
In un prossimo post mi dedicherò ai biglietti da visita altrui, altra misteriosa traccia di persone incrociate e, per lo più, perse di vista.
Comincerò dunque dalle fototessere dicendo che in una prima fase andavo a farmele scattare in Piazza Castello, in uno studio piuttosto antiquato ad un mezzanino cui si accedeva da un ingresso accanto a Borel, il negozio di giocattoli della mia infanzia.
In seguito sono passato a Foto Ganio, in Corso Stati Uniti, che oltre allo studio fotografico era anche - e forse lo è ancora - rivenditore di attrezzatura ottica e fotografica.
Ambedue gli studi consegnavano dopo un paio di giorni, mettendo una cura particolare nel ritocco, fornendo immagini non patibolari come era frequente che accadesse per le fototessera.
Da anni, ormai, quel rituale non mi appartiene più.
Le foto devono essere a colori e il bianco e nero d'un tempo non ha più credito, almeno per la riconoscibilità. Una delle ennesime stupidaggini del nostro tempo, cui peraltro mi sono rassegnato con facilità, salvo quelle rare occasioni in cui, uscendo dal fotografo con le quattro immaginette scattate un attimo prima vedo una faccia che mi è quasi antipatica.
Cominciamo dunque con il dicembre 1964. Avevo appena compiuto quattordici anni.
La foto era servita per un documento d'espatrio - la Svizzera - dove andavamo a sciare quotidianamente partendo da Saint Remy, durante i collegiali ritiri natalizi.
Un anno dopo, nel gennaio del '66, stessa espressione e capello leggermente più lungo, pronto per i Campionati Studenteschi di Sci...
...ma anche per quella che credo sia stata la mia prima Carta d'identità.
In ambedue i documenti mi firmo scolasticamente Piero, anteponendo il cognome al nome come ancora non sapevo che non si fa.
Potrebbe risalire ad allora anche il mio primo biglietto da visita.
Fino al '68 avevo un patentino A per motociclo...
...ma nel maggio del '69 arriva la vera patente.
Una caratteristica di Foto Ganio era che alla consegna delle fototessere il cliente veniva omaggiato di una copia 10x13 del ritratto.
Arriviamo intanto al 1974.
Carta d'Identità...
...e passaporto.
...poi nel 1975 iscrizioni varie...
Nel '76/'77 la foto sotto finirà sul libretto universitario dopo il cambio di facoltà...
e non solo.
Arriviamo così al fatidico 1980.
Domiciliato in una baita isolata e disoccupato, come si può desumere dal documento che segue...
...ma sempre piuttosto mobile ed eclettico, anche nella vita complicata del tempo a seguire.
Qualche anno dopo torno ad una relativa stabilità...
...e comincio a non badare più alla questione fototessera.
Me le faccio fare dove capita e tiro via.
Nel frattempo la scuola di pensiero fototesseristica è cambiata e in luogo della suggerita fissità dello sguardo è concesso sorridere.
Proprio ora, che non c'è quasi più motivo per farlo.
Non c'è molto da aggiungere.
Cinque anni fa mi è stata fatta un'offerta che ho accettato.
Tra poco più di un mese il mandato sarà scaduto.
Per cui quello che uso oggi per concludere è gia quasi definitivamente ieri, ed è curioso che l'ultima fototessera stia giustamente svanendo.
e così, adios muchacho...
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