mercoledì 26 ottobre 2011

MAPPE CATASTALI 3 (Il 16 e il 3)






Via Di Nanni dal settimo piano,
un frammento ingusciato di vita
tra le quinte di tende di nylon
della fine degli anni ’60.
Ci son stato appostato in silenzio,
nelle pause del perdere tempo,
imparando
da quel piccolo moto di mondo
l’armonia del lasciarlo scappare.
Dalla stessa finestra
di sempre
traguardavo in picchiata i passanti
- chi di loro è passato per sempre, chi resta ? –
             La mia altezza era quella di un volo,
però fermo,
impotente.
Contavo le auto,
gli inquilini alle case di fronte,
una donna che batte un tappeto,
un ritorno col pane e la spesa.
Quel che m’ero scordato era il tram.
Quasi in mezzo alla via
c’era un’isola,
un rialzo con una palina,
ci passavano il sedici e il tre,
e fermavano all’isola.
Quel che m’ero scordato è il rumore.
Può un rumore di ruote di ferro
che in un alveo di ferro rotondano
suscitare una specie d’affanno
che confina con la tenerezza ?
Per me, devo dire di sì.
Quello stridere della frenata,
lo stantuffo delle porte automatiche,
lontanato dall’ovatta dei vetri,
cigolìo dell’arranco in partenza.
E chi c’era là dentro ?
Dove andava ?
Ci son volte che, credo,
saperlo
mi farebbe migliore.


















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