Ho già parlato di Noli, prima sfiorandolo un paio di volte nel racconto "Noi quattro" postato giovedì 31 dicembre 2010, poi più articolatamente nel post di venerdì 17 febbraio 2012.
Negli anni immediatamente precedenti a quelli descritti allora, nell'epoca della fanciullezza, mio padre - e occasionalmente mia madre - con una cinepresa 8mm, una Movinette con ottica fissa Zeiss, documentavano la vita di spiaggia.
Non so quanti sapranno o potranno riconoscere e riconoscersi, ma tra ragazzini (oggi quasi anziani) e adulti ci sono gli Azario, i Biffignandi, i Buratti, i Casalegno i Cottini, i Ferrari, gli Ottolenghi, gli Scandola i Trione e altri di cui non ricordo il cognome.
Difficile dare un ordino ai contenuti. Mi limiterò a ricordare ciò che mi ha colpito rivedendo il materiale per montare questi frammenti: la fenomenale maschera di mio padre, a due boccagli e che copriva sia naso che bocca, un aggeggio visto soltanto a lui, e poi il dinghy, prima quello in legno e poi quello in plastica, imbarcazioni per avventurose uscite in mare aperto, su quel guscio di noce che andava sia a remi che a vela (romana) nonchè sospinto da un borbottante Johnson tre cavalli e mezzo, e ancora il mio cucciolo di cocker Tommy, l'allegria infantile di tutti durante le mareggiate, Cristina Gorlier di cui ero infatuato, quei costumi con gale e balze di mia madre, le auto d'allora che sfilano sull'Aurelia mentre io sto appeso ad un ramo d'oleandro a testa in giù, e tanto ancora di quel mondo piccino, di quelle memorie tascabili ma indelebili.
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