Deve essere successo nel '99.
Eravamo a Schio.
L'anno precedente avevamo girato un documentario sulla città e ci eravamo accorti che ci si stava bene, così ci andavamo per dei periodi che vivevamo con uno spirito di vacanza. Deve essere stato in uno di questi che ho ricominciato a sciare.
Folgaria è vicinissima, in un'oretta si passa dalla città agli impianti di risalita.
Un giorno - si era su con Grazia, Mauro e i bambini - siamo scesi lungo la pista di Serrada.
Dall'alto il paesino era attraente.
Con Mauro ci siamo detti che non avrebbe dovuto essere male avere una casetta proprio lì.
Era una considerazione vaga, almeno per me, ma Mauro è un decisionista, così si è informato e nell'autunno successivo siamo saliti proprio a Serrada a cercare casa per la stagione.
Quella 2000/2001.
Ora, io e Laura vivevamo ancora a Torino, l'anno precedente avevamo girato negli Stati Uniti "As long as the grass shall grow and the rivers flow" per la Traffic di Roma ed eravamo distribuiti dalla Ga&A, sempre romana, contemporaneamente io avevo vinto un concorso di specializzazione per sceneggiatori indetto dalla Scuola nazionale di Cinema/Cineteca Nazionale (Il Centro Sperimentale) e quindi c'erano tutta una serie di ragioni per scendere frequentemente a Roma, abitando a Torino e tenendo affettuosamente un buen retiro a Schio.
Eppure, in mirabile incoscienza, abbiamo affittato un appartamentino a Serrada e non solo, ci siamo installati ed è diventato difficile schiodarci.
L'anno successivo abbiamo replicato.
In verità le ultime, sporadiche, sciate di questo ritorno di fiamma le ho fatte nel 2006.
Ma torniamo al Natale 2000.
Grazia e Mauro avevano preso un appartamento non lontano dal nostro, Federico e Alessandro erano ancora piccoli.
La prima sera, l'antivigilia di Natale, io e Laura siamo usciti in quell'aria stellata che sa di neve e aggirandoci per il centro minuscolo (ci andava in vacanza Cesare Musatti) siamo approdati ad una specie di scantinato che era la succursale della scuola di sci di Folgaria.
Qui abbiamo conosciuto Mary e il maestro Sandro, che è poi diventato il mentore di Laura.
Sandro e Laura
Lei aveva infilato un paio di sci qualche volta da ragazzina, per poi abbandonarli definitivamente.
Quindi abbiamo acquistato l'attrezzatura per tutti e due - io dovevo rinnovare la mia, abbandonando gli sci di vecchia concezione per i curving - e ci siamo lanciati con un entusiasmo da adolescenti.
Sandro era un istruttore meticoloso, con sorprendenti inclinazioni per la speculazione meditativa e un debole per l'insistenza sugli aspetti teorici della sciata.
Io li vedevo ogni tanto, dall'alto della seggiovia, lui a impostare una posizione di Laura, e mi pareva che fossero quasi sempre fermi. A lei piaceva quel modo di apprendere, più concettuale che pragmatico.
Io nutrivo qualche dubbio, ma alla fine della stagione, durante un week-end in Val Badia, quando Laura ha affrontato senza esitazioni la nera della Gran Risa ho capito che il metodo Sandro aveva sortito gli effetti desiderati.
L'anno dopo abbiamo replicato, trovando un appartamentino praticamente sulle piste.
Grazia, Mauro e i ragazzi c'erano sempre, Laura aggiornava ogni tanto con qualche oretta con Sandro e si sciava e vacanzava con adolescenziale trasporto.
Io e lei continuavamo a trascorrere la maggior parte del tempo lassù, di giorno sulle piste e la sera a leggere e scrivere.
Mi viene il sospetto, ora che ne parlo, che in Laura la definitiva decisione di assecondare il suo istinto di scrittrice e farne la sua attività principale sia nata lassù.
Al mattino arrivavano telefonate da amiche ed amici - fungevamo da servizio metereologico - che si ritagliavano una mezza giornata, se la neve era buona, magari dopo una nevicata, o se c'era il sole e invece in città era coperto.
Ci rifocillavamo da Bubi, che i bambini avevano ribattezzato il pirata per via della Jolly Roger che sventolava sulla casetta a segnalarne l'apertura, a volte solo per la pausa con un bombardino o una grappa in un bicchierino di cioccolato. Da Bubi: Elisabetta, Antonio, Patrizia, Lele e Laura
Così ho riaperto una stagione sciistica che credevo definitivamente irrecuperabile con una breve serie di inverni memorabili...
...che hanno contemplato anche trasferte in Ultental, Val Resia e, soprattutto, Val Badia. Con Giorgio, Caterina, Lele, Patrizia e Nicola.
Caterina, Pit e Laura
Laura e Giorgio
Pit e Laura
E così, anche se adesso è da un po' di anni che ho di nuovo smesso di sciare, non escludo che dietro l'angolo ci sia una nuova occasione e un'incongrua, eccellente, ragione di ricominciare.
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