Dalla terza media alla quinta ginnasio le mie vacanze natalizie, e in genere quelle invernali, sono state collegiali.
Si trattava delle prime occasioni senza genitori e anche se, paradossalmente, godevo di molta più libertà in famiglia che non sotto l'egida rosminiana, me la spassavo un sacco.
Qui sotto siamo ritratti nel 1963, da qualche parte oltre il confine, perchè la nostra base era a Saint Remy ma sciavamo in Svizzera.
In fila da sinistra, dopo il maestro, riconosco primo Franco Previdi, terzo Claudio Dente, quarto il sottoscritto, quinto Renato Fiorello, sesto mio cugino Giampiero e ottavo Gigi Perotti.
Sotto passiamo al 1966, a Sestriere, davanti alla minuscola costruzione in legno che fungeva da rivendita - gran novità vagamente esotica - di crepes al Gran Marnier di cui, vuoi per la deliziosità, vuoi perchè ad ammannirle era una bionda francese molto francese, ci ingozzavamo fino alla sbronza.
Finalmente - dopo il timido esordio perpetrato in hotel a Bardonecchia del primo atto della vacanza natalizia in totale libertà, in compagnia di Carlo Boggio e Roby Marchisio - nel fatidico passaggio dal 1969 al 1970 affittiamo un appartamento a Sauze d'Oulx, al condominio La Sapinière.
Se dicessi che ricordo chi erano i miei coinquilini mentirei, sicuramente c'era Carlo Boggio, sono quasi certo che ci fosse Massimo Ceratto e mi pare piuttosto probabile anche Pietro Ceriana, al piano di sotto, in un altro appartamento Nucci, De Maria, altri.
Il fatto è che il centro emotivo di quella vacanza si chiamava Caroline Kobel.
Il rendiconto di quei momenti c'è nel racconto "Sei giorni fuori strada" e di lei parlo anche in "Un mestiere" e "Caroline" (tutti postati). Però di lei non ho fotografie.
Il rendiconto di quei momenti c'è nel racconto "Sei giorni fuori strada" e di lei parlo anche in "Un mestiere" e "Caroline" (tutti postati). Però di lei non ho fotografie.
Io ero così.
Gli sci credo fossero dei VR17
e la tuta K-Way rappresentava ancora una novità.Ovviamente il tempo trascorso in discoteca era proporzionalmente molto superiore a quello passato sulle piste, almeno per me.
La prima, scoperta l'anno precedente, in laboriose corvées da Bardo, si chiamava "La Tampa".
L'anno successivo abbiamo affittato un appartamento al condominio Primavera.
I coinquilini erano cambiati. Speedy e Renato Bertrandi erano della partita.
Si sciava, ma le notti restavano il piatto forte.
Questa foto riporta sul retro la scritta "Inverno 1970 - pista 29".
Quello che ricordo è che la giacca a vento che indosso era di Roby Oggero ed era dello sci club di Sauze.
Sci Persenico (Formidable ?).
La sera facevamo anche puntate "fuori porta"...
Qui al MikMak di Bardonecchia.
7 febbraio 1970.
A Sauze, durante l'interregno che vedrà "La Tampa" trasformarsi in "Charlie Brown", gode di una sua favorevole stagione un locale che si chiamava "Igloo".
Diventerà "Chez Nous" e ancora "Off limits", sempre incerto tra l'essere una discoteca o un ristorante.
La sua gestione passerà dai francesi a Leo, il fotografo che ci ritraeva nei locali, che lavorava per Catti.
E proprio a Leo si devono le foto che seguono. Scattate all'Igloo, che non era ancora suo.
Gianni Lingua, Pit, Renato Bertrandi con cappello
Danila Siravegna e Pit
Anna Savio, Dario Botta, Laura Quaranta
Pit, Dario e Sergio Barnabé
Sono state scattate tutte tra il gennaio e il marzo del 1970. Il particolare la terza, che ritrae Dario tra Anna e Laura è della sera del 7 marzo 1970.
Per la stagione successiva, che va dalle vacanze dei Santi '70 a Pasqua '71 cambiamo ancora condominio ed approdiamo all'Olympia, falansterio memorabile, teatro di significative vicende per un paio di stagioni.
Le vacanze di Natale saranno vertiginose...
...e di sciare non se ne parlerà proprio.
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