Mi occorre sempre un pretesto per scegliere cosa affrontare con un post.
In alcuni casi lo decifro solo io, mi si impone per impulsi sinuosi e personalissimi, al limite dell'interpretabilità psicoanalitica, in altri è immediato, trasparente, direi inevitabile.
Venerdì scorso io e Stefano Pento, l'assessore alle politiche giovanili, siamo stati invitati a Valdagno, per la presentazione di un documentario intitolato "Valdagno, Arizona" realizzato da un collettivo che fa capo ad Umberto Marzotto, rampollo della dinastia omonima, e che riguarda i Navajo e più generalmente gli indiani del Sud Ovest.
A presentarlo c'erano la sorella Marina, AD di Propaganda Italia, con il marito, che ho scoperto essere David Grieco ( vedi il post del 20 ottobre 2011).
Tornato a casa non ho potuto fare a meno di pensare al documentario che avevo girato nel 1999 e mi sono deciso a tentare il riassunto del percorso che lo riguarda. Ecco dunque il pretesto.
Ho riesumato i master del film e del backstage, ne ho ricavato degli estratti.
Adesso provo a raccontare.
Adesso provo a raccontare.
Nel novembre del 1998 ero stato invitato a Lisbona dal European Documentary Network in qualità di vincitore del "Libero Bizzarri" per il miglior documentario italiano con "L'altra metà del cielo".
Tra gli altri, a Lisbona, c'erano una giovane produttrice romana e la sua assistente, che erano lì per un pitching cui poi non hanno dato seguito.
Il giorno della proiezione del mio documentario, alla fine, mi hanno avvicinato e mi hanno chiesto se avevo progetti in cantiere che si potessero discutere insieme.
Io all'epoca avevo in testa il ritratto di una suora Sioux, con la quale eravamo venuti in contatto durante la lavorazione de "L'altra metà del cielo".
L'ultimo giorno abbiamo mangiato in un ristorante all'aperto non lontano dal Tago, spaccando granchi con certi martelli di legno e innaffiando abbondantemente di vino un pasto interminabile.
E così mi sono accordato con Cosetta - che sarebbe poi diventata davvero la produttrice - che le avrei fatto avere un soggetto e un piano di lavorazione.
Adesso è inutile che la faccia troppo lunga, anche perché per sapere tutto della lavorazione di quel film c'è una fonte eccellente.
Però il libro di Laura avrebbe visto la luce dieci anni dopo, quindi andiamo con ordine.
Dunque siamo partiti in tre.
Nel frattempo avevo deciso di allargare i termini della narrazione.
Insomma eravamo nelle Grandi Pianure, in the middle of nowhere, la suora Sioux andava bene, però c'era tutto un mondo da esplorare. Quello stesso su cui avevo fantasticato molto nel corso della mia vita.
Così abbiamo scorazzato per Minnesota, North e South Dakota, Nebraska, Montana e Wyoming e alla fine ci siamo portati a casa "As long as the grass shall grow and the rivers flow". Un documentario di 90', con una versione di 60'.
Il lavoro è stato preso dalla Ga&A in distribuzione internazionale e ha dato alcune soddisfazioni interessanti, anche sul piano dei festivals.
Ad esempio ero molto fiero del fatto che, come risulta da questa rendicontazione, il film fosse stato acquisito sia dalla Ambrose Publishing di New York per distribuzione Homevideo che dalla famigerata Al Jazeera per un passaggio TV.
Laura a Pine Ridge (S.D.), in compagnia di Russell Means.
Pit a Bismarck (N.D.), il 4 luglio 1999.
Della versione originale di 90' a questo punto si può inserire un breve frammento composto di due momenti, per un totale di 5', che permette di percepire il genere di film che ho fatto.
Adesso ancora qualche immagine di quei giorni.
Laura con i Defender al Pow Wow di Porcupine.
Pit a Camp Justice.
Laura e Cosetta a Pine Ridge.
Del film c'è anche un making of piuttosto divertente della durata però impraticabile di 40', ne metto qui un estratto di 13'.
Il film ha avuto un suo percorso che non sempre ho seguito con l'attenzione che gli sarebbe stata dovuta. Ad esempio ho scoperto tardivamente che la Ambrose distribuiva il film in molte facoltà universitarie americane e mi sarebbe piaciuto avere una copia della loro versione, ma il prezzo - come si vede - è proibitivo, e non sono mai riuscito a farmene regalare una copia...
...e sempre in ritardo ho scoperto che ero stato selezionato al Festival di Biarritz...
Però non mi sono perso il Festival di casa...
...e neppure alcune occasioni collaterali...
...e toh, che ricompare Bardonecchia. Corsi e ricorsi...
E poi, dopo gli anni e una lunga gestazione corredata da significative avventure editoriali, il film si ritrova raccontato in una storia che la scrittura di Laura ha reso epica e commovente allo stesso tempo.
E intanto si procede...
Laura, la sera della sua prima presentazione, il 3 dicembre del 2009, a Schio.
Laura e Piero Casentini
Altra occasione suggestiva (io però non c'ero).
So long, folks.
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