Dunque dopo il 1975 Sauze scompare dal mio orizzonte. E non solo Sauze, ma lo sci, la montagna, i week end e le vacanze invernali.
Mi lascio assorbire da nuove, inedite, esperienze a Parma, con il mondo che gravita attorno all'Università e al Movimento, e dopo la laurea mi sposto direttamente a Roma (nel racconto "Un mestiere", in post precedenti, questa lunga fase c'è tutta).
Devono quindi trascorrere vent'anni prima che l'amico Mario Castagna, titolare della casa di produzione Alta Marea di Milano, mi contatti per una proposta irresistibile.
Deve produrre un filmato ufficiale per l'azienda di promozione turistica sull'area che ospiterà i Mondiali di Sci del '97.
Quindi Bardonecchia, Sauze d'Oulx, Sestrière, Clavière e altro ancora.
L'idea è quella di costruire un documentario che permetta agli atleti e alle delegazioni che arriveranno da ogni parte del mondo di avere un quadro dei luoghi dove soggiorneranno per qualche tempo.
Mario sa che conosco il territorio, e sa soprattutto che posso aggiungere una componente emotiva che mi deriva proprio dall'averli amati, quei posti.
L'Agenzia è molto disponibile, nessuno di loro sa di sci, sono metropolitani puri, oppure gente che ama soprattutto il mare, e quindi ho praticamente carta bianca anche sul fronte che potremmo definire della sceneggiatura. Insomma posso fare il film che mi va di fare.
Per un lavoro istituzionale, con casa di produzione e agenzia milanesi per un cliente impegnativo è un vero miracolo.
Raccoglieremo materiale che riguarda l'intero arco dell'anno.
Storia, tradizioni, natura, cultura e naturalmente sci.
E sarà proprio sugli sci che curerò la regia per quanto riguarda la parte invernale. Con la troupe che raggiunge le locations su gatti delle nevi e Mario, Paola ed io che scorazziamo su è giù per le piste, precedendoli.
L'andata a Sauze è quella che affronto con più trepidazione. Mi aspetto di trovare tutto e tutti, e invece più nulla è come prima e della gente di allora non c'è nessuno.
Mi salvo con una telefonata a casa di Pierino Gros.
Sua moglie Mamie è una vecchia amica dei tempi andati.
Accolgono la troupe, salta fuori la Coppa del Mondo che ricordo nelle mani di Pierino allora, al suo rientro trionfale sul piazzale dell'Olympia.
Per il resto l'unica figura storica che rivedo è Leo, il fotografo di Catti, che ora è titolare di una discoteca nel paese vecchio.
Laconico come allora, affettuoso e distante allo stesso tempo.
Alloggiamo all'hotel La Torre, l'edificio cilindrico che richiama le torri di Sestrière - e non a caso era una colonia per figli di dipendenti Fiat - ristrutturato e adeguato ad un turismo non infelice come quello dei bambini che ci hanno preceduti tra quelle mura.
Sarà in una di quelle camere eleganti che farò le mie prime esperienze d'insonnia, che mi accompagna tuttora.
Il film, poi, ha avuto riscontri decisamente positivi.
Non ho seguito molto il suo destino ma so che ad un certo punto se ne è fatta una grande tiratura ed è stato distribuito in allegato ad una rivista turistica proprio a ridosso dell'inizio dei Campionati Mondiali.
Solo ora mi sono reso conto che avrei potuto utilizzarlo per questo excursus sciistico.
Solo ora mi sono reso conto che avrei potuto utilizzarlo per questo excursus sciistico.
Ho trovato il master, ne ho estrapolato due frammenti, forse un paio di minuti, e ho anche scovato la sorpresa di un breve back stage che non ricordavo, una copia lavoro con ancora la barra del time code.
Ho ricavato un frammento anche di quello.
Ho ricavato un frammento anche di quello.
Compaio per un momento in pista con una tuta color verde oliva, ma soprattutto quello che trovo divertente sono le voci fuori campo, che la dicono lunga su cosa c'è dietro delle inquadrature che magari durano solo pochi secondi.
Qualche giorno fa Speedy, al telefono, mi ha detto che potremmo anche combinare una rimpatriata sciistica, magari proprio a Sauze.
Eeeh, la vita...
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