A questo punto credo di aver dato fondo ai residuati a passo ridotto.
Resta la trascrizione di un ultima, cospicua, bobina che riguarda gli anni dell'infanzia, con presenze di familiari e di amici dei miei, quasi tutti scomparsi, e miei coetanei tutti quasi anziani.
Vedrò più avanti come utilizzarla.
Poi, naturalmente c'è l'inesauribile materiale che riguarda la contemporaneità, o perlomeno un'età adulta a partire dall'inizio del lavoro di regista, che si data alla primavera del 1983, e di cui ci sono già i frammenti di "Auàndeba" nel post dell'8 novembre 2010 che inizia con "Tempo fa un amico mi ha prestato un documentario..."
Anche di questo materiale vedrò che uso fare prossimamente.
L'ultimo blocchetto filmati che metto qui di seguito è costituito di tre parti: la prima è dell'estate del 1980 e malgrado suggerisca una felice dimensione bucolica appartiene al peggior anno della mia vita.
Devo riconoscere comunque che le ragazze, in quell'estate, mi hanno reso le cose meno ardue.
La seconda parte è stata girata la sera del 6 dicembre del 1981, giorno del mio compleanno, nella casa dove abitavamo Cecilia ed io, in via degli Zingari, a Roma.
Parlo diffusamente di questa circostanza e di alcune delle persone che compaiono nel filmino nel post del 3 febbraio 2011, nella terza parte del racconto "Un mestiere".
Si riconoscono Cecilia, Valerio, Marilù, Edo, Gloria, Billy e Speedy.
L'ultimo brevissimo frammento riguarda Marina. Siamo a casa mia, in Biaulì, nell'estate del 1983.
Nel post del 15 gennaio 2011, nel racconto "Guardia Medica", c'è un resoconto anche di quei momenti, in cui spero affiori tutta la tenerezza che lo ha dettato.
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