sabato 23 aprile 2011

VIA 22 LUGLIO - PARMA




Questa sequenza di frammenti è davvero brevissima  e apparentemente potrebbe interessare ai soli pochi che ci si riconoscono - e a me già basterebbe - però, al di là dell'aspetto affettivo personale, ha degli elementi utili per chiarire parte del contesto di DUE CANZONI postato l'8 dicembre 2010.
Nel racconto ad un certo punto faccio riferimento al momento in cui il mio innamoramento nei confronti di Luisa si corona con l'intrapresa di una relazione, e mi pare proprio di aver scritto che è successo un mattino, a casa di Sandra Chiari.
Ora, le immagini riguardano quasi tutte la casa di Sandra e sono state girate proprio in quel novembre del 1979, esattamente in quei giorni.
Poi, in coda, per  i pochi secondi in cui Luisa si strofina la testa in un asciugamani, si intravede il bagno di via Andrea Verga, a Milano, "...con le pareti dipinte di un verde amazzonico...", e l'ingresso della sua camera, con il telaio ecc. 
Sono davvero attimi, ma di quel luogo così com'era più di trent'anni fa, a parte il mio tentativo di descriverlo a parole, dubito che resti altro se non nella memoria di chi ci ha vissuto, e allora mi sembra che abbia valore, così come i frammenti finali, che riguardano invece Brompton Square e la casa dove abitavamo. 
Non so se rileggendo "Due canzoni" questa manciata di immagini possa aggiungere qualcosa, mi piacerebbe che fosse così.
Montando questi residuati mi ha fatto tenerezza rivedere molte delle persone che sono riprese ma ce n'è una di cui vorrei parlare ed è la padrona di casa.
Sandra Chiari l'avevo conosciuta nel giugno del 1978, a casa di Alessandra Fornari.









Era appena tornata da Londra. Quella sera indossava una specie di tunica blu e dei sandali indiani ed era la quintessenza di ciò che oggi definiamo cool.
La casa dei genitori di Alessandra aveva, tra gli altri aspetti suggestivi, una specie di superaltana con vetrate che guardavano sui tetti, verso la piazza del Battistero.
Io e Sandra, appena conosciuti, eravamo lì, seduti a terra sulla moquette color panna a chiacchierare sommessamente, quando all'improvviso si era scatenato un temporale furibondo che aveva fatto saltare la luce. 
Sentivamo il vociare degli altri di sotto, nessuno che si muovesse in quell'improvviso buio totale. 
Noi due  ci scambiavamo occhiate alla luce dei lampi. 
E' stato uno dei modi di conoscersi più magici che  mi sia stato offerto.
Col tempo ho avuto modo di conoscere meglio Sandra e di scoprire, oltre al fatto che mi piacesse, che era - e suppongo sia ancora - una persona particolarmente generosa e comprensiva. 
La sua casa era così come la si può intuire dalle poche immagini del filmino: aperta ad infiniti passaggi di gente diversa che una volta lì ci si trovava a proprio agio, lasciandosi contagiare dal sommesso piacere di stare insieme.
La scelta di montare su "Gentle on my mind" è nata pensando a lei e alla sua ospitalità affettuosa, e anche se sarebbe stato meglio usare la versione di Frank Sinatra volevo cantargliela io.
C'est tout.












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