Di questo, che si intitolava PROMENADE, non c'è traccia in UN MESTIERE nè in altri racconti di WHITTLING.
Non è strano, era il solito filmetto girato in mezza giornata più per divertimento che altro, oltretutto in un momento in cui il salto era stato fatto.
Eravamo a settembre dell'81, io ero reduce dalla prima esperienza con Pupi, mi preparavo a trasferirmi di nuovo a Roma, ero a Rueglio proprio per fare i bagagli.
Gli aspetti curiosi della questione sono che, da un lato, con questo giochetto si chiudeva definitivamente per me la lunga - e bella, devo dire - stagione del super 8.
Da allora non l'ho più usato, e intanto erano nate le prime telecamere amatoriali, insomma: finita. Dall'altro non ricordo proprio come fossi riuscito a raccogliere intorno a me quel gruppo di persone. Sicuramente aveva dato una mano la casualità. Tre amici cari e quattro ragazze, ciascuna a suo modo, importanti nella mia storia.
La foto che ci ritrae tutti insieme c'è nel post del 6 febbraio 2011 in cui, con la quarta parte, si conclude UN MESTIERE, ma è il caso di rimetterla.
Quattro amici e quattro ragazze, fatto comune in una foto di gruppo, solo che le ragazze erano entrate tutte nella mia vita sentimentale e i ragazzi erano tra i miei amici migliori.
Provo ad andare con ordine. Partendo da sinistra, in piedi, Delia G.
Quando l'ho conosciuta viveva a Parigi dove faceva il mimo e là abbiamo avuto la nostra storia nell'aprile dell'81, che anni dopo ho ampiamente romanzato in un racconto intitolato KHIR e che ancora non so se mai posterò.
Mi preparavo a tornare in Italia senza sapere che il vento stava girando (nel post di martedì primo febbraio 2011 verso la fine, parlo di quel momento di passaggio senza parlare di lei) poi c'è Agnès B., con la quale in quei tre giorni avevo intrapreso una breve ma molto tenera divagazione amorosa. Di lei, fino ad un paio di anni fa, avevo ignorato il cognome, scoperto ad una cena dove ho rivisto, dopo secoli, Delia.
Dopo di lei c'è Speedy e accanto a lui Andrée G., la canadese di cui faccio cenno sempre nel post del primo febbraio.
Dietro di lei Valerio Z., il mio mentore sul set di Vancini (vedi ancora il post del primo febbraio - seconda parte di UN MESTIERE) ed Elena M., che viveva già a Parigi da anni. Accosciati, io e Pierangelo.
Quando l'ho conosciuta viveva a Parigi dove faceva il mimo e là abbiamo avuto la nostra storia nell'aprile dell'81, che anni dopo ho ampiamente romanzato in un racconto intitolato KHIR e che ancora non so se mai posterò.
Mi preparavo a tornare in Italia senza sapere che il vento stava girando (nel post di martedì primo febbraio 2011 verso la fine, parlo di quel momento di passaggio senza parlare di lei) poi c'è Agnès B., con la quale in quei tre giorni avevo intrapreso una breve ma molto tenera divagazione amorosa. Di lei, fino ad un paio di anni fa, avevo ignorato il cognome, scoperto ad una cena dove ho rivisto, dopo secoli, Delia.
Delia con Pierangelo e Angela alla
cena di rimpatriata del 2008 e, di
fianco, com'era nell'estate dell'81...
...durante le riprese di PROMENADE
Dopo di lei c'è Speedy e accanto a lui Andrée G., la canadese di cui faccio cenno sempre nel post del primo febbraio.
Dietro di lei Valerio Z., il mio mentore sul set di Vancini (vedi ancora il post del primo febbraio - seconda parte di UN MESTIERE) ed Elena M., che viveva già a Parigi da anni. Accosciati, io e Pierangelo.
Come sia stato possibile che ci si sia ritrovati tutti lì riesco solo in parte ad immaginarlo.
Però ricordo che abbiamo trascorso due o tre giorni davvero vivaci. E poi via. Il giorno della partenza lo ricordo bene. Io come sempre me la filavo come scappando da una nave in fiamme, gli altri erano più malinconici. Delia, alla cena recente di cui ho fatto cenno, ricordando che aveva accettato di scendere a Roma con Valerio - dove fossero dirette le altre, chissà - mi ha detto che ricordava che sedevamo in fondo ad un pullman che andava a Milano, dove ci saremmo smistati per le nostre confuse destinazioni, e a un certo punto si era chiesta "Ma che cazzo sto facendo ?". Spesso, in effetti, non è che lo sapessimo con precisione.
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