Questo è il frammento di "passeggiata" che, superato l'hotel Monique sulla sinistra, si avviava verso il suo ultimo tratto.
Questo, poco oltre i "Bagni Vittoria", riguarda il percorso del ritorno a casa.
Qui abbiamo una Fiat 1100 sulla destra e al centro, sullo sfondo dopo il campanile, la torre dell'orologio.
Nei super 8 del 15 ottobre 2012 c'è anche un po' di questo tratto di passeggiata.
Poco oltre si attraversava l'Aurelia...
...su queste strisce pedonali.
Abitavamo al terzo piano del condominio di mezzo dei tre a destra dell'Aurelia.
Le strisce viste dal lato opposto.
Si superava poi il breve sottopassaggio della ferrovia e si seguiva la strada lungo la massicciata di contenimento dei binari vista in cartoline precedenti.
...su queste strisce pedonali.
Abitavamo al terzo piano del condominio di mezzo dei tre a destra dell'Aurelia.
Le strisce viste dal lato opposto.
Si superava poi il breve sottopassaggio della ferrovia e si seguiva la strada lungo la massicciata di contenimento dei binari vista in cartoline precedenti.
La torre dell'orologio è una delle poche sopravvissute dai tempi della Repubblica Marinara, durante la quale pare che Noli potesse vantarne un centinaio.
E questi siamo noi, con la torre alle spalle, vestiti e travestiti per il bagno di ferragosto del 1966.
In prima fila a terra, da sinistra, Mirella Prevete, Luca Terzolo, Lauretta Rognoni e dietro di lei Ezio che era di Asti e di cui ho domenticato il cognome, poi uno che non riconosco e Walter Massa con berretto.
Dietro un altro berretto irriconoscibile e poi Daniele Sevi (Celestino) con baby doll, Francesca Vita Levi (Cecia), in piedi in bianco Michela, Bruno Boggio e in jeans un altro di cui non ricordo il nome.
In ultima fila, sempre da sinistra, Laura Vannelli, un copricapo sconosciuto, Papi con paglietta, Gustavo De Pas in reggiseno, Giovanna Banchieri e dietro di lei Pieralberto Testoni (erano morosi), Paolino Sciacca con foulard, Pit, Ettore Bezzi, Mimmo Rivara e davanti a lui solo gli occhi di Barbara Vita Levi (anche loro erano morosi).
Torniamo ai "Bagni Vittoria".
Su quel terrazzo ho gironzolato per la gran parte delle estati della mia infanzia assaporando focacce (e come le facevano a Noli non le facevano da nessuna altra parte) giocando a calciobalilla, ascoltando la musica del juke-box e soprattutto spiando i gesti, gli umori, i modi di dire e di comportarsi dei "più grandi", vale a dire di sedicenni/diciottenni che a me parevano adulti e che invidiavo e desideravo emulare, ansioso di raggiungere la loro età.
Giocatori di scacchi
Sergio Pich a destra e juke box sul fondo - 1963
Mariella Buratti, che era mia coetanea ma in grazia
della sua apparente maggior età frequentava i"più grandi"
Lui mi pare si chiamasse Silvio
Lilly Boselli
Cristina Gorlier...
...della quale ero infantilmente invaghito
Lilly e Cristina sotto il terrazzo, appoggiate a una cabina
Sergio Barnabé
e il sottoscritto...
...che alla fine dell'estate raccoglieva indirizzi,
come credo facessero tutti.
(E' opportuno che ricordi che nel post "Lord Jim a Noli" del 7 aprile 2014 ci sono richiami cartolineschi e fotografici riguardanti i vari stabilimenti balneari nolesi)
Lungo questa strada si saliva verso verso Voze.
Immediatamente dopo l'arco, a destra, partiva il viottolo che conduceva all'Arcivescovado.
Quella che oggi è il sostituto procuratore generale Mirella Prevete l'ho poi rivista in alcune occasioni anni dopo.
Di Voze ho ricordi svariati ma a suo tempo mi ha soccorso come un satori rileggere la vecchia lettera di Valeria Speranza, postata anche quella in "a proposito di pretesti" al 2 febbraio 2012.
Lei parla di una splendida serata e di quello che le pareva di ricordare fosse un campo da football. Ed era proprio così.
Da quel campetto brullo e buio si vedeva il mare con riflessi di luce qua e là.
Per il resto lei descrive in una manciata di parole l'indicibile enorme semplicità dell'assunto e lo fa in modo ineguagliabile, se poi si pensa che doveva avere si e no sedici anni, beh, sarebbe stato bello conoscerla meglio.
Sempre dall'alto di Voze nella prossima immagine lo sguardo è su Spotorno e, oltre, sul promontorio di Torre del Mare, che era il posto da dove Valeria veniva, e sull'isola di Bergeggi che gli sta di fronte.
Ma torniamo a Noli.
Io sia durante il ginnasio che poi al liceo sono sempre stato rimandato a settembre - non so se si dice ancora così - insomma dovevo sostenere esami di riparazione.
Sempre in latino e greco.
Per questa ragione ogni due o tre giorni, in primi pomeriggi insonnoliti dal frinire della cicale, mi presentavo al convento dei Barnabiti dove un prete mi teneva lezione.
Questa era la chiesa, dall'aspetto vagamente messicano...
...e a lato il convento.
Dietro una di quelle persiane c'era la stanza dove declinavo verbi irregolari e mi arrabattavo con ottativi aoristi, distratto da un lontano rumore di risacca.
Di fronte a questo edificio inoltre passavo più volte al giorno perchè era proprio di fronte al sottopassaggio della ferrovia cui ho fatto accenno più indietro.
Per offrire un idea logistica c'è che una vecchissima fotografia...
..nella quale non esiste ancora la strada di casa ma solo la massicciata inclinata coperta di vegetazione, però al di sopra si distingue la ferrovia e proprio di fronte ad uno spigolo di muro davanti all'edificio si intuisce l'arcata del sottopassaggio che quello sì, c'era già.
Nella cartolina che segue, in basso sulla sinistra c'è il campanile e il convento, poi un breve tratto di strada che si arena contro quella che si direbbe una casa colonica e che credo servisse la villa subito dopo il convento.
La casa dove abitavamo non c'è ancora, sarebbe stata costruita al di là della macchia di vegetazione in basso a sinistra.
Per il resto oltre ovviamente al Castello, all'Arcivescovado, allo Scoglio del Prete là in fondo, in prospettiva di Spotorno, c'erano già l'hotel Miramare e l'hotel Monique e i bagni Vittoria e Anita.
La cartolina potrebbe quindi risalire agli anni '40.
Proprio di fronte ai Bagni Vittoria, al di là dell'Aurelia, a un certo momento hanno costrutito questo giardinetto con fontana.
Non so se sia ancora lì, suppongo di sì, però allora non ricordo di averci mai messo piede malgrado fosse a portata di mano.
Là dietro spicca l'hotel Miramare e adesso che ci penso io e Laura lì ci siamo fermati una notte, tornando da un capodanno a Montichiello e mi pare fosse il 1991, questo per dire che per una ricostruzione più accurata ma che ritengo superflua, di passaggi a Noli per un giorno (in moto, e avevo rivisto Maurizio De Agostini, Papi, Paolino Sciacca) o per una vacanzina ( con Laura una volta all'Hotel Monique e un'altra al Capo Noli con affettuosi incontri con le famiglie Buratti e Lingua) durante gli anni '90 in realtà ne ho fatti, ma mi pare appartengano ad un'altra realtà.
Dicevo comunque del giardinetto.
In un'alba estiva del 1968 eravamo scesi a Noli da un treno che arrivava dalla Versilia io e Giancarlo De Maria, reduci da uno scoraggiante tour on the road.
Avevamo fatto una tappa a Viareggio convinti di ricevere ospitalità da un'amica che invece non aveva potuto offrircela.
Adesso stavamo sdraiati su quelle panchine, con le nostre sacche a mo' di cuscino.
Giancarlo avrebbe preso il primo accelerato che lo conducesse mi pare a Bordighera, dove c'erano i suoi in vacanza e io, beh io proprio non ricordo nulla se non che a un certo momento era comparso Carlo Rossi ed eravamo stati lì a chiacchierare, in quel cazzo di giardinetto dove non eravamo mai stati prima e dove non saremmo tornati mai più.
E vabbè...
Qui sopra, al di là dell'Aurelia più o meno all'altezza della Topolino, dietro siepe e oleandri c' era il bar "Sirito".
A destra, oltre il bar Roma e superato il passaggio sotto l'arco...
esattamente quello là di fronte...
(E' sorprendente come con l'ausilio di semplici vecchie cartoline sia possibile tracciare mappe non solo territoriali ma soprattutto sentimentali, perchè quei luoghi sono ritratti in un epoca in cui ero prima bambino e poi adolescente, vale a dire ero lì, e sono ancora lì ogni volta che le guardo. Una versione casalinga del passaggio ad un universo parallelo o di un viaggio nel tempo)
...si approdava ad una piazzetta con dei portici bassi dove c'era l'accesso all'edificio comunale.
Eccoli là i portici, e di fronte il dehor di un bar che allora si chiamava "Sport"...
...e che è poi stato rilevato da un ex cameriere di Sirito.
Con la nuova gestione era diventato un ritrovo di tendenza e i gelati continuavano ad essere buonissimi.
Seduti in quel dehor la mattina del 24 agosto del 1994 io e Laura aspettavamo.
Il fatto è che erano trascorsi trent'anni e a me era venuto il ghiribizzo di andare a sposarci a Noli.
Espletate le pratiche burocratiche nei nostri comuni di provenienza non mi ero dato la pena di fare delle verifiche e così, il 23, dopo essermi aggirato per il paese, negli stabilimenti balneari e nei locali pubblici, e non aver incontrato nemmeno una faccia conosciuta mi ero ritrovato di fronte ad una Laura perplessa, senza testimoni per il matrimonio del giorno dopo.
Il mattino del 24 avevo fatto un ultimo estremo tentativo telefonando all'unico Vita Levi trovato sulla guida telefonica. Erano i genitori di Cecia e Barbara.
La madre era stata di una cortesia fuori dal comune, mi aveva spiegato che Francesca era sposata e la sua casa a Noli era altrove, me lo aveva detto con la benevolenza della quale si usufruisce quando si cerca di far capire a un bambino un po' tardo che farsi vivo dopo trent'anni e aspettarsi che nulla sia cambiato è quantomeno eccessivamente ottimistico.
Comunque mi ha dato il numero di telefono e io ho chiamato.
Ha risposto lei, le ho detto chi ero e le ho chiesto se potevano, magari con suo marito, farci da testimoni di nozze.
Cecia è sempre stata un tipo pragmatico, quindi dopo un "Eeh, ma sei sempre lo stesso !" che suonava più come una rassegnata constatazione che non un complimento mi ha chiesto a che ora, poi mi ha intimato di sedermi, appunto, nel dehor del nuovo Sirito e attendere.
Dopo un po' è comparsa una figura femminile che si è avvicinata sorridendo e impugnando un bouquet per la sposa.
Era Barbara.
Cecia l'aveva mobilitata.
Sono state dolcissime.
Dopo la cerimonia siamo andati dai loro genitori che si erano costruiti una casa isolata in cima a una cresta, un nido d'aquila, affacciata sul mare.
Hanno stappato champagne, ci hanno festeggiati come se fossimo di famiglia. Mi hanno commosso e stupito nello stesso tempo.
La sera con mariti e compagni abbiamo cenato in un agriturismo nell'interno, un posticino speciale e un po' nascosto che loro conoscevano, e sono stato come si può stare appena sposati, in compagnia di una persona che è diventata tua moglie e malgrado tu la conosca da anni ha qualcosa di nuovo, e di vecchie amiche che capisci che ti vogliono bene.
Le due prossime fotografie, come altre riguardanti l'epopea nolese, compaiono anche nel post "A proposito di pretesti" del 17 febbraio 2012.
...e Cecia alla firma
...della quale ero infantilmente invaghito
Lilly e Cristina sotto il terrazzo, appoggiate a una cabina
Sergio Barnabé
e il sottoscritto...
...che alla fine dell'estate raccoglieva indirizzi,
come credo facessero tutti.
La maggior parte del materiale girato da mio padre in super 8 e che troviamo nel post del 15 ottobre 2012 ha come "location" proprio i Bagni Vittoria.
...mia madre...
...e Jajo, il fratellino pestifero di Maurizio De Agostini,
che aveva dato il nome alla nostra squadra di pallanuoto.
(E' opportuno che ricordi che nel post "Lord Jim a Noli" del 7 aprile 2014 ci sono richiami cartolineschi e fotografici riguardanti i vari stabilimenti balneari nolesi)
Lungo questa strada si saliva verso verso Voze.
Immediatamente dopo l'arco, a destra, partiva il viottolo che conduceva all'Arcivescovado.
Non mi risulta ci fossero arcivescovi a Noli e non ho la più pallida idea di chi ci vivesse ma credo d'aver capito che oggi sia diventato un ristorante.
Più avanti si intravede un secondo arco.
Seguire la strada carrozzabile era comunque decisamente lunga, per cui tagliavamo all'interno, attraverso gli uliveti.
Mimmo Rivara
Mirella e Papi
Quella che oggi è il sostituto procuratore generale Mirella Prevete l'ho poi rivista in alcune occasioni anni dopo.
In una di queste mi aveva regalato una copia della foto di gruppo che compare nel post del 17 febbraio 2012 "A proposito di pretesti".
La foto è del '65 e siamo seduti in fila su un muretto.
Lei aveva scritto i nostri nomi corredati di freccette ad indicarci. Sopra quella che la individua aveva scritto "me" e l'ho sempre trovata una felice scelta semantica.
Qui sotto è a Sestriere borgata, nell'estate del 1975.
Eravamo una combriccola decisamente eterogenea. Lei fa una smorfia come nella foto sopra.
Forse ricordo male ma mi pare che avesse quest'abilità di esibire facciotte molto espressive per comunicare variegati stati d'animo.
Lungo il percorso verso Voze attraverso i terrazzamenti degli uliveti si aprivano improvvisi panorami sulla baia e sui tetti di Noli.
Di Voze ho ricordi svariati ma a suo tempo mi ha soccorso come un satori rileggere la vecchia lettera di Valeria Speranza, postata anche quella in "a proposito di pretesti" al 2 febbraio 2012.
Lei parla di una splendida serata e di quello che le pareva di ricordare fosse un campo da football. Ed era proprio così.
Da quel campetto brullo e buio si vedeva il mare con riflessi di luce qua e là.
Per il resto lei descrive in una manciata di parole l'indicibile enorme semplicità dell'assunto e lo fa in modo ineguagliabile, se poi si pensa che doveva avere si e no sedici anni, beh, sarebbe stato bello conoscerla meglio.
...qualche anno dopo...
Sempre dall'alto di Voze nella prossima immagine lo sguardo è su Spotorno e, oltre, sul promontorio di Torre del Mare, che era il posto da dove Valeria veniva, e sull'isola di Bergeggi che gli sta di fronte.
Ma torniamo a Noli.
Io sia durante il ginnasio che poi al liceo sono sempre stato rimandato a settembre - non so se si dice ancora così - insomma dovevo sostenere esami di riparazione.
Sempre in latino e greco.
Per questa ragione ogni due o tre giorni, in primi pomeriggi insonnoliti dal frinire della cicale, mi presentavo al convento dei Barnabiti dove un prete mi teneva lezione.
Questa era la chiesa, dall'aspetto vagamente messicano...
...e a lato il convento.
Dietro una di quelle persiane c'era la stanza dove declinavo verbi irregolari e mi arrabattavo con ottativi aoristi, distratto da un lontano rumore di risacca.
Di fronte a questo edificio inoltre passavo più volte al giorno perchè era proprio di fronte al sottopassaggio della ferrovia cui ho fatto accenno più indietro.
Per offrire un idea logistica c'è che una vecchissima fotografia...
..nella quale non esiste ancora la strada di casa ma solo la massicciata inclinata coperta di vegetazione, però al di sopra si distingue la ferrovia e proprio di fronte ad uno spigolo di muro davanti all'edificio si intuisce l'arcata del sottopassaggio che quello sì, c'era già.
Nella cartolina che segue, in basso sulla sinistra c'è il campanile e il convento, poi un breve tratto di strada che si arena contro quella che si direbbe una casa colonica e che credo servisse la villa subito dopo il convento.
La casa dove abitavamo non c'è ancora, sarebbe stata costruita al di là della macchia di vegetazione in basso a sinistra.
Per il resto oltre ovviamente al Castello, all'Arcivescovado, allo Scoglio del Prete là in fondo, in prospettiva di Spotorno, c'erano già l'hotel Miramare e l'hotel Monique e i bagni Vittoria e Anita.
La cartolina potrebbe quindi risalire agli anni '40.
Proprio di fronte ai Bagni Vittoria, al di là dell'Aurelia, a un certo momento hanno costrutito questo giardinetto con fontana.
Non so se sia ancora lì, suppongo di sì, però allora non ricordo di averci mai messo piede malgrado fosse a portata di mano.
Là dietro spicca l'hotel Miramare e adesso che ci penso io e Laura lì ci siamo fermati una notte, tornando da un capodanno a Montichiello e mi pare fosse il 1991, questo per dire che per una ricostruzione più accurata ma che ritengo superflua, di passaggi a Noli per un giorno (in moto, e avevo rivisto Maurizio De Agostini, Papi, Paolino Sciacca) o per una vacanzina ( con Laura una volta all'Hotel Monique e un'altra al Capo Noli con affettuosi incontri con le famiglie Buratti e Lingua) durante gli anni '90 in realtà ne ho fatti, ma mi pare appartengano ad un'altra realtà.
Dicevo comunque del giardinetto.
In un'alba estiva del 1968 eravamo scesi a Noli da un treno che arrivava dalla Versilia io e Giancarlo De Maria, reduci da uno scoraggiante tour on the road.
Avevamo fatto una tappa a Viareggio convinti di ricevere ospitalità da un'amica che invece non aveva potuto offrircela.
Adesso stavamo sdraiati su quelle panchine, con le nostre sacche a mo' di cuscino.
Giancarlo avrebbe preso il primo accelerato che lo conducesse mi pare a Bordighera, dove c'erano i suoi in vacanza e io, beh io proprio non ricordo nulla se non che a un certo momento era comparso Carlo Rossi ed eravamo stati lì a chiacchierare, in quel cazzo di giardinetto dove non eravamo mai stati prima e dove non saremmo tornati mai più.
Giancarlo
Pit nell'estate del '68
con basette e baffi finti
e il colletto della Lacoste
rivoltato all'interno.
Mi pare che fosse una moda,
quella del colletto intendo...
E vabbè...
Qui sopra, al di là dell'Aurelia più o meno all'altezza della Topolino, dietro siepe e oleandri c' era il bar "Sirito".
A destra, oltre il bar Roma e superato il passaggio sotto l'arco...
esattamente quello là di fronte...
(E' sorprendente come con l'ausilio di semplici vecchie cartoline sia possibile tracciare mappe non solo territoriali ma soprattutto sentimentali, perchè quei luoghi sono ritratti in un epoca in cui ero prima bambino e poi adolescente, vale a dire ero lì, e sono ancora lì ogni volta che le guardo. Una versione casalinga del passaggio ad un universo parallelo o di un viaggio nel tempo)
...si approdava ad una piazzetta con dei portici bassi dove c'era l'accesso all'edificio comunale.
Eccoli là i portici, e di fronte il dehor di un bar che allora si chiamava "Sport"...
visto da sotto i portici del Comune
...e che è poi stato rilevato da un ex cameriere di Sirito.
Con la nuova gestione era diventato un ritrovo di tendenza e i gelati continuavano ad essere buonissimi.
Seduti in quel dehor la mattina del 24 agosto del 1994 io e Laura aspettavamo.
Il fatto è che erano trascorsi trent'anni e a me era venuto il ghiribizzo di andare a sposarci a Noli.
Espletate le pratiche burocratiche nei nostri comuni di provenienza non mi ero dato la pena di fare delle verifiche e così, il 23, dopo essermi aggirato per il paese, negli stabilimenti balneari e nei locali pubblici, e non aver incontrato nemmeno una faccia conosciuta mi ero ritrovato di fronte ad una Laura perplessa, senza testimoni per il matrimonio del giorno dopo.
Il mattino del 24 avevo fatto un ultimo estremo tentativo telefonando all'unico Vita Levi trovato sulla guida telefonica. Erano i genitori di Cecia e Barbara.
La madre era stata di una cortesia fuori dal comune, mi aveva spiegato che Francesca era sposata e la sua casa a Noli era altrove, me lo aveva detto con la benevolenza della quale si usufruisce quando si cerca di far capire a un bambino un po' tardo che farsi vivo dopo trent'anni e aspettarsi che nulla sia cambiato è quantomeno eccessivamente ottimistico.
Comunque mi ha dato il numero di telefono e io ho chiamato.
Ha risposto lei, le ho detto chi ero e le ho chiesto se potevano, magari con suo marito, farci da testimoni di nozze.
Cecia è sempre stata un tipo pragmatico, quindi dopo un "Eeh, ma sei sempre lo stesso !" che suonava più come una rassegnata constatazione che non un complimento mi ha chiesto a che ora, poi mi ha intimato di sedermi, appunto, nel dehor del nuovo Sirito e attendere.
Dopo un po' è comparsa una figura femminile che si è avvicinata sorridendo e impugnando un bouquet per la sposa.
Era Barbara.
Cecia l'aveva mobilitata.
Sono state dolcissime.
Dopo la cerimonia siamo andati dai loro genitori che si erano costruiti una casa isolata in cima a una cresta, un nido d'aquila, affacciata sul mare.
Hanno stappato champagne, ci hanno festeggiati come se fossimo di famiglia. Mi hanno commosso e stupito nello stesso tempo.
La sera con mariti e compagni abbiamo cenato in un agriturismo nell'interno, un posticino speciale e un po' nascosto che loro conoscevano, e sono stato come si può stare appena sposati, in compagnia di una persona che è diventata tua moglie e malgrado tu la conosca da anni ha qualcosa di nuovo, e di vecchie amiche che capisci che ti vogliono bene.
il sindaco, Cecia, suo marito, Pit e Laura
Le due prossime fotografie, come altre riguardanti l'epopea nolese, compaiono anche nel post "A proposito di pretesti" del 17 febbraio 2012.
Barbara alla firma...
Da allora non sono più tornato a Noli.
Gentile Pit,
RispondiEliminafinii sul suo blog per caso e ho finito con l'affezionarmi a lei e alla storia della sua vita, che trovo universale. Il suo ripercorrere l'adolescenza e la giovinezza genera nel lettore (almeno in me) delle emozioni profonde...riesce a far rivivere echi di quel tempo relativamente lontano come se fosse ancora presente, suscitando le stesse emozioni (nel bene e nel male) di allora. Da dove cominciare...forse da questo: io fui allievo del Rosmini a cavallo tra gli anni '80 e '90...noi del '74-'75 fummo gli ultimi suoi allievi. Fui io che trovai, per caso, il suo post e che feci in modo che vi metteste in contatto. E' da tempo che desidero parlarle, spero la cosa sia possibile. Sono facilmente rintracciabile per email.
Cordialmente,
Alessandro Nagar