Ed ecco che salta fuori questa fiche, che credo valesse per una consumazione, in una discoteca assiduamente frequentata, soprattutto di sabato pomeriggio, nei primi anni settanta.
Attingerò al repertorio fotografico secondo un criterio come al solito emotivo, soprattutto dopo che con Speedy e Drago un pomeriggio abbiamo tentato di ricordare i nomi delle discoteche d'allora, a Torino e poi non solo a Torino.
Nomi che in qualche modo, per me, si legano istintivamente a certe persone o a un gruppo, per svariate ragioni che non sempre saprò spiegare.
Cominciamo quindi dal Casanova. E qui incontro il primo inciampo, perchè il ricordo più vivido ce l'ho legato a Violetta Garibaldi e di lei non ho fotografie ma solo biglietti.
Però ci sono immagini di persone con le quali al "Casanova" ci andavo spesso. Ad esempio queste
Luisella Rossi, Roby Oggero, Riccardo Donna, sul terrazzino de "l'alloggio", garconniere, camera oscura, luogo di ritrovo per scambi di regali natalizi etc.etc.
Roby e Pit
Luisella
Pit e Riccardo
A proposito del Piper di Roma, non ricordo esattamente perchè a quell'epoca ero sceso alla capitale in compagnia di Daniele Merighi e Chicco Boglione senza essere particolarmente amico nè dell'uno nè dell'altro.
Di una serata trascorsa al Piper, appunto, il dato mnemonico che più si attiva è la visione dell'incantamento che aveva mesmerizzato Chicco di fronte a una delle due vocalists - quella di colore - che affiancavano Gepy & Gepy, vedette della serata.
Per il resto ricordo vagamente una piccola congestione mattutina per via di un succo di pompelmo gelato inghiottito con troppa veemenza.
Il ricordo della prima discoteca risale agli anni sessanta, si chiamava MACH ONE e mi pare che rappresentasse una novità, proprio nel senso del concetto di locale (il Piper di Roma, capostipite della categoria, credo sia più o meno coevo, il Piper di Torino arriva dopo).
In quella specie di garage "rivisitato" si faceva ancora musica dal vivo, tra i conduttori di danze mi aveva impressionato un negrone radioso di nome Geeno Washington che con il suo gruppo forniva stimolanti covers di Otis Redding e di Wilson Pickett, e mi piaceva molto il gruppo "The Trip", certi inglesi trapiantati a Torino con capelli invidiabilmente lunghi, colletti e polsini di pizzo e redingote mod.
Rifacevano i pezzi dei Troggs, degli Animals, quello era il genere.
Io, forse, ero ancora al ginnasio.
A proposito del Piper di Roma, non ricordo esattamente perchè a quell'epoca ero sceso alla capitale in compagnia di Daniele Merighi e Chicco Boglione senza essere particolarmente amico nè dell'uno nè dell'altro.
Di una serata trascorsa al Piper, appunto, il dato mnemonico che più si attiva è la visione dell'incantamento che aveva mesmerizzato Chicco di fronte a una delle due vocalists - quella di colore - che affiancavano Gepy & Gepy, vedette della serata.
Per il resto ricordo vagamente una piccola congestione mattutina per via di un succo di pompelmo gelato inghiottito con troppa veemenza.
Ma torniamo al Mach One. A quella protodiscoteca se ne sono poi affiancate altre, e gradualmente si sono trasformate in un fulcro di destinazione, aspettativa, abitudine che è durato parecchio.
Alle discoteche torinesi si sono aggiunte quelle che si frequentavano in montagna, al mare, in vacanza, e tante si sono assicurate un ruolo di riferimento per molte delle persone che incontravo e frequentavo allora.
Ricordo di aver ipotizzato, con delirante convinzione, che probabilmente saremmo stati la prima generazione che non avrebbe mai smesso di trascorrere parte del proprio tempo in quei luoghi miseramente sfavillanti, ambiguamente complici. Le lente, inesorabili, sottrazioni dell'invecchiamento erano lontane e inimmaginabili. La musica è cambiata, e non solo sul pentagramma.
Ma tornado alle discoteche, ce n'erano un paio a Torino di cui accennerò più avanti, e poi altre che, almeno per me, rappresentavano occasioni saltuarie e parlo del PATA PATA, della CLESSIDRA, del TUXEDO, del TEMPO 6.
Luoghi molto diversi gli uni dagli altri, con diverse categorie di frequentatori, ma non è un'esplorazione socio/picio/culturale che voglio affrontare, voglio solo ripassarci davanti al volo e collocarci qualche volto che con buone probabilità la dentro ci è passato.
Lellina Guidotti, Patrizia Canuto, Vanni Corbellini,
Antì Stoppelli, Roby Oggero
Antì Stoppelli, Roby Oggero
Anita Di Stasi, sorella di Fioretta (vedi post "A cena con gli amici 1&2 13/14 novembre 2012)
Anita vive in Israele da un millennio e non sono neppure sicuro che allora mettesse piede in discoteca, però è come se...
In piedi Luca Lovera e Roby Oggero
In basso Riccardo Donna, Paolo Rolla, Gianni Sarti, Vincenzo Natta, Dado Rossotto
Pit e Giulia Sarti, in posa
Daniela La Rosa.
Quanto rock'n'roll insieme, in pista e fuori.
A Torino, però, i due locali di riferimento per lo sterminato e variegato gruppo cui, in minore o maggiore misura, appartenevamo, erano il WHISKY & NOTTE, dove alla fine degli anni '60 suonavano "I Samurai" e dove avevo ascoltato per la prima volta "Love is Blue" avvinghiato a Loredana Bragotti in uno slow disperatamente innamorato (mi pare che in "Sei giorni fuori strada" ci sia un po' tutta la storia) e il PICK UP.
Titolare del Whisky era un tal Silvano, storico uomo delle notti torinese, il Pick Up era di suo fratello. Ambedue si avvalevano già allora di buttadentro spietati.
Il Pick Up, prima di diventare tale, era stato il VOOM VOOM e il ricordo che ho del Voom Voom si lega inspiegabilmente a My Py La Malfa, una ragazza di Roma che per un certo periodo ha vissuto a Torino.
Era scatenata, dotata di un senso dell'umorismo surreale e tagliente, tendeva a farsi beffe di tutto e tutti, per certi versi era anche piuttosto arrogante, ma è stata una buona amica, fuori dal casino che scatenava in pubblico, nelle conversazioni a tu per tu, era un tipetto sensibile, attento.
Può essere la stessa Maria Pia La Malfa Dell'Utri qui di seguito con Riccardo Muti e Maria Pia Fanfani ? Puo' essere, mi dicono.
Il Voom Voom, divenuto PICK UP, è stato forse il locale torinese che ho - abbiamo, direi - frequentato più a lungo e con più assiduità, insieme con il Casanova, in quell'epoca lontana e tambureggiante.
Daniela Ferraro e Patrizia Genovesi
Reanto Bertrandi, che era stato moroso di ambedue
Sotto Daniela, nel '69, segnala da Parigi, con la scritta in alto, quanto quelli che definivamo genericamente "I locali" e cioè le discoteche, fossero imprescindibili.
Ringrazio tardivamente per quel "viveur" destinatario di cui mi accorgo solo ora, dopo più di quarant'anni.
Prima di procedere, visto che ho un debole per le cartoline ne aggiungo una che si attaglia all'argomento.
Arriva da Roma, è del '70, spedita da Anna Mattirolo (vedi post giovedì13 ottobre 2011).
Lei oggi è questa e, per chi vuole, di lei in rete c'è molto.
Per vederla com'era - o meglio, com'eravamo - quando ha scritto la cartolina che seguirà, occorre dare un'occhiata al mio post di cui sopra.
Ma ecco la cartolina.
Uno può dire eh capirai, Roma, Trinità del Monti, cosa c'è di più banale, ma a parte che quel che conta è il retro, io mi ci sono soffermato a lungo su questa immagine, e se ci si dedica un po', cliccando per ingrandirla, succede che ci si attarda più del previsto su quei visi, quegli abiti, quelle automobili, fiori, ombrelloni, insomma quell'atmosfera che nelle cartoline invariabilmente, almeno a me, fa uno strano effetto di appartenenza e di perdita, non so...
Anyway, Anna scrive
Ciop era il soprannome affettuoso che usavo per lei, Francesco mi pare fosse un cugino romano degli Oggero, ma quel che più conte è l'arrivederci al NUMBER ONE, altra storica discoteca della capitale.
Insomma da Torino a Roma e ritorno in una disposizione d'animo forse troppo leggera, un po' esibizionistica ma innocua.
Milano, luglio 1968. Compare sul mercato il LUI,
o Lambretta 50 Innocenti disegnato da Bertone.
Prezzo ufficiale Lire 95.000
Concluderò con il PICK UP l'excursus torinese e anche una prima parte di "Reparto reperti 5" affidando ad una futura seconda parte frammenti di altre discoteche in altri luoghi, consapevole che in questo blog quella dimensione giovanile compare anche con troppo esubero, però se uno ha una grande raccolta di figurine sentimentali cosa fa ? Butta via le più vecchie per fare posto ? E perchè mai ?
Ed eccoci dentro il Pick Up, il 22 ottobre 1972, al termine di un'estenuante giornata di Caccia al Tesoro, Valeria ed io. Seduti alle nostre spalle riconosco Joe Zangelmi e la ragazza con la bombetta, Elena Fontana. Degli altri, purtroppo, ho dimenticato i nomi.
Fioretta Di Stasi
( rivederla nei post del 13 e 14 novembre 2012)
quella stessa sera, con noi al Pick Up.
Due sono però i ricordi che affiorano immediatamente, rievocando l'atmosfera di quel locale.
Riguardano ambedue il 1974.
Il primo - era primavera - fa uno strano effetto, come se malgrado la musica, il fumo, il vociare si fosse offerta una specie di bolla intima, complice, all'interno della quale, potersi dire delle cose che forse altrimenti non ci si sarebbe detti.
Lei era Lorenza Pininfarina e quello che progettavamo, accanto al bancone del bar, senza quasi conoscerci era un viaggio insieme a Parigi.
Non so cosa ne pensasse davvero lei, se non si trattasse che di un giochetto divertente da fare insieme per curiosità - sta di fatto che a Parigi non ci siamo mai andati - ma a me pareva un'emozionante opportunità per un'occasionale clandestinità romantica, e così mi è rimasta.
Nell'autunno delle stesso anno, lungo uno di quei corridoietti oscuri che dalla pista conducevano al bar, avevo incrociato lo sguardo di una ragazza sconosciuta, in compagnia di gente altrettanto sconosciuta.
Se ne stavano andando.
Rintracciarla era stato macchinosissimo, e sarebbe stato forse impossibile senza l'intervento insperato e provvidenziale di Silverio Salamon.
Lellina Guidotti studiava al Cavour dove mi ero presentato ad un fine mattinata, tutto agghindato, dopo essermi annunciato qualche giorno prima con un mazzo di rose che avevo ritenuto sufficientemente intrigante.
Certo Lellina non mi prendeva molto sul serio, e credo avesse ragione, e non abbiamo trascorso insieme che un breve periodo però, guarda un po', nei chiari scuri del Pick Up sono le luminosità degli sguardi suoi e di Lorenza che mi riportano là, in quiete.
...fine prima parte.
..son capitato casualmente in questo blog...mi hai fatto fare un salto indietro nel tempo. sono di qualche anno piu' giovane..ma la fiche del Casanova me la ricordo bene. per inciso Piero Bollito e' mio zio..:) Ormai in pensione e se ne sta piu' in Sardegna che a Torino..e sempre piu' scoppiato..ciao..gg
RispondiEliminaMa pensa un po'. Bella sopresa, grazie. Salutami tuo zio Piero anche se non puo' ricordarsi di me, ma in nome dei tempi andati.
EliminaCiao
Guarda, ti voglio veramente ringraziare perche' hai saputo riportare alla luce un bellissimo spaccato di quegli anni meravigliosi. Sono stato veramente colpito dalle assonanze tra i tuoi trascorsi ed i miei. Forse vivevamo tutti allo stesso modo..in particolare mi ha colpito la foto all' Occhio.. Discoteca aperta dai miei due zii, Beppe e Piero con Walter ed Occhipinti.. Poi l' amore per Buenos Aires, citta meravigliosa che amo ed ogni tanto ci vado..anche perche' mia moglie e' proprio di quella citta'! Ciao!
RispondiEliminaSono io che ringrazio te. Sapere di essere riuscito a rievocare momenti indimenticabili anche per una persona che non conosco è una cosa che mi conforta molto. Scusa se rispondo soltanto ora ma ho avuto un "inciampo" sanitario e sono stato ricoverato per un paio di settimane, interventi e balle varie...il fisico non è più quello di allora. E mi pare un bel segno anche questo di Buenos Aires. Grazie ancora della tua attenzione. Ciao Pit
EliminaNon ti devi assolutamente scusare...leggendo il tuo Blog ho anche riconosciuto la ragazza bionda della pubblicita col cavallo bianco. A me piaceva molto, i suoi avevano um negozio vicino a casa mia..purtroppo all epoca ero un ragazzino.
RispondiEliminasono appena tornato da sciare da Salice, che rimane sempre il mio posto preferito per lo sci, anche se sono a Sestriere. purtroppo le piste non sono come nel passato, strette in mezzo al bosco. ora per ragioni di sicurezza son diventate delle autostrade :( un' altra cosa che non ce' piu' e il comprensorio del Genevris.. E' rimasto solamente il Vallonas ed il Moncro'...non e' che avresti delle vecchie foto delle piste? :) Ti Auguro che ti possa rimettere im gran forma in poco tempo..Ciao!! Gg
Ciao Pit, anche io mi sono trovata sul blog per caso e mi ha fatto un immenso piacere ricordare gli anni di torino ed i bei tempi trascorsi insieme!
RispondiEliminaMi piacerebbe tanto poterci rivedere, ti lascio la mia mail: mariapialmd@gmail.com
Scrivimi in posta.
Un grande bacio Maria Pia diversamente My Py
Pit.......avevo gia visto il tuo bellissimo blog tempo fa......adesso mi e ricapitato davanti......vuol dire proprio che devo scriverti qualcosa...cosa vuoi che ti dica...e andata a finire che fra gli indios....ci sono poi finito io........anche se non sono esattamente i tuoi indiani. E tu..?....quando esce la prossima puntata ? vedi di non dimenticare i terribili Sulis Brother eh......rrsss.......Ciao carissimo....complimenti ....spero ci si veda di nuovo.... um dia desses......
RispondiEliminaClaudio ! Che bella sorpesa ! ti rispondo sul post dove mi hai commentato sperando che tu ci ripassi e mi scriva ancora. Dove sei ? Cosa fai ? Raccontami.
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