I RAGAZZI DELLA IV SPONDA
E questo invece, riletto adesso, mi fa rabbia.
E' una di quelle numerosissime enormità della Storia, passate sotto silenzio, che scompaiono con il venir meno dei loro protagonisti, cui nessuno più offrirà l'opportunità di testimoniare, a meno che ci sia prima o poi - come spero, anche se ormai è tardi - qualcuno più determinato o fortunato di me a trovare ascolto.
Ho lasciato indirizzo, numeri di telefono e e-mail di allora che, nella paginetta, accompagnavano il soggetto. Ovviamente oggi più nulla corrisponde.
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Torino, 25.02.2002
I RAGAZZI DELLA
QUARTA SPONDA
Progetto di Pit Formento
Il 2 giugno 1940 quattro
navi mercantili partirono da Tripoli stipate di una speciale mercanzia:
tredicimila bambine e bambini italiani, figli dei "coloni" stanziati
nel deserto libico a maggior gloria dell'Impero.
La loro destinazione era
l'Italia per una vacanza coatta - nel senso che nessun genitore aveva potuto
opporsi al distacco - della durata di tre mesi, in colonia, organizzata per far
conoscere la madre patria ai giovanissimi Balilla e Piccole Italiane.
Rapati a zero, stivati in
cuccette sovrapposte dalle quali vomitavano gli uni sugli altri per il mal di
mare, vessati da vigilatrici kapò, iniziarono la "vacanza". Che
invece di tre mesi, a causa dello scoppio della guerra, durò quattro anni.
Sballottati da un posto
all'altro, separati da fratelli e sorelle, travolti dal caos, dalla miseria e
dalle vessazioni che la guerra portava, senza nessuno che si preoccupasse di
loro, senza notizie della propria famiglia, tredicimila piccoli attraversarono
l'inferno.
Una reduce di quell'esperienza
ha tenuto un diario, ha riallacciato contatti, ha rintracciato sopravvissuti.
E' nata nel 1932. All'epoca aveva solo otto anni, ma una determinazione e un
coraggio che la aiutarono a sopravvivere. E a raccontare. La storia di
tredicimila adolescenti di cui nessuno sa nulla. "I ragazzi della quarta
sponda".
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