mercoledì 3 settembre 2014

UN BRAV'UOMO




Ho ricevuto un messaggio di Sandra Chiari, da Parma.
Mi annunciava la morte di Giorgio Fornari.
Sandra è già comparsa nei post del 23 aprile 2011 e 15 luglio 2012. 
Ho scritto di lei, ci sono immagini di un super 8 girato in casa sua alla fine degli anni settanta e l'ho rivista alla cena di presentazione de "Il sostituto". 
Ogni tanto ci scambiamo mail o ci telefoniamo.
 


Queste due fotografie sono presenti 
nel post del 23 aprile 2011








 Sandra è una cara amica alla quale mi lega un sentimento di affetto che rende semplice anche il nostro sentirci raramente e non vederci per anni.
Un sentimento analogo a quello che provavo nei confronti dell'uomo di cui mi ha annunciato il decesso.
Una figura che senza esserne consapevole ha indirizzato con burbera generosità una delle scelte cruciali della mia esistenza.
Scrivo di lui sia nella prima che nella seconda parte di "Un mestiere", nei post del 30 gennaio e 1 febbraio 2011.
Quello che segue è un articolo della Gazzetta di Parma che lo riguarda, corredato da una fotografia in cui ho riconosciuto  lineamenti che ho rivisto con simpatia e un po' di emozione.





 con la maglia di capitano della Nazionale di Rugby




Ai tempi in cui l'avevo conosciuto era più vecchio ma non molto diverso. 
Io ero un fessacchiotto ma non sapevo di esserlo, anzi.





  sul set de "Un dramma borghese" 
un film dove mi aveva fatto arrivare lui.





Giorgio Fornari il rugbista che andò in meta con il cinema

Aveva 86 anni. Sportivo e imprenditore. Proprietario di varie sale, fondò la Medusa

Giorgio Fornari il rugbista che andò in meta con il cinema

Con la sua scomparsa se ne va un pezzo della storia del cinema non solo parmigiano, ma italiano.
A 86 anni compiuti, è morto ieri nella sua casa di borgo Cairoli Giorgio Fornari: gestore di sale cinematografiche e teatri, distributore e produttore, organizzatore di eventi musicali, e capitano della nazionale italiana di rugby.
Un personaggio eclettico, esponente vulcanico di un'Italia che - nello spettacolo, come nello sport e nell'imprenditoria - stava compiendo il miracolo del boom.
Nato in una famiglia di imprenditori (il padre Giulio Fornari, titolare della «Borsari», era stato nel secondo dopoguerra presidente della Camera di commercio e dell'Upi), Giorgio dopo gli studi superiori si iscrive a veterinaria, un corso di studi che non terminerà.
Lo attrae il rugby (sono gli anni in cui inizia a giocare nella Rugby Parma), il jazz, di cui è appassionato, e il cinema, un grande amore.
Cercando di coniugare i suoi interessi con lo spirito d'impresa, nel 1949 acquista il Lux di piazzale Bernieri, trasformandolo nel «Nuovo Cinema Lux». Pensa in grande, Giorgio Fornari: a ristrutturare il vecchio cinema chiama i migliori ingegneri e architetti, oltre a Maurizio Chiari, arredatore e scenografo - fra gli altri - di Bolognini, Risi, Monicelli, Scola. Per inaugurare il locale, organizza fra l'8 e il 12 ottobre 1950 la «Settimana del regista italiano», forse l'evento dell'anno a Parma, dove sbarcano Lucia Bosè, Alberto Sordi, Alessandro Blasetti e Vittorio De Sica, Cesare Zavattini e Michelangelo Antonioni, Attilio Bertolucci e Carlo Mattioli.
È solo l'inizio di una scalata che porterà Fornari ad acquistare prima l'Orfeo e poi il Verdi (che, assieme al Lux, diverranno nel 1987 le prime multisala in città).
Con costanza e duro lavoro Fornari si costruisce una fama nell'ambiente. Negli anni diventerà presidente dell'Associazione esercenti cinema di Parma e Bologna, presidente regionale dell'Agis e vicepresidente dell'Associazione nazionale esercenti cinema. A Parma prende anche la gestione del Centrale, del Jolly, del Trento e del Piccolo Teatro. A Bologna quelle dell'Embassy, del Teatro Medica, dell'Imperiale.
Intanto continua l'impegno sportivo. Sono gli anni d'oro del rugby parmigiano, che vede Fornari raggiungere i massimi livelli agonistici. Fra il 1950 e il 1962 è per 15 volte capitano della nazionale italiana di rugby. Gareggia in tutto il mondo, assieme - fra gli altri - a Mario Percudani, Gianni Aiolfi, Mimmo Mancini, Emilio Andina. Parlando di quel periodo, all'inizio degli anni Ottanta, Giorgio diceva: «Darei 13 anni della mia vita futura per riviverne tre di quelli passati sui campi da rugby».
Chiudendo con l'esperienza della nazionale, Giorgio Fornari macina successi imprenditoriali. Diventa anche impresario teatrale e porta più volte al Trento Giorgio Gaber, di cui diventa amico. Al Teatro Medica porta Gino Paoli e Ornella Vanoni, poi inizia la collaborazione con Garinei e Giovannini e sul palco del Medica arrivano i musical «Aggiungi un posto a tavola» e «Accendiamo una lampada», entrambi con Johnny Dorelli.
Sul fronte cinematografico, Giorgio Fornari capisce che, se vuole fare il salto di qualità, deve cominciare a scegliere quali film comprare all'estero e a produrne di propri in Italia.
Nel 1964 fonda - assieme ai soci Franco Poccioni, Felice Colaiacomo e Renzo Ventavoli - la Medusa film, che diverrà in breve la principale società di distribuzione e produzione italiana.
È un periodo in cui - prestante e con un sorriso guascone che induce vari registi a chiedergli di passare davanti alla macchina da presa, tentazione alla quale non cederà mai - Giorgio Fornari appare nelle foto dei festival internazionali del cinema ai tavoli delle cene di gala con le star internazionali, fra le quali Sean Connery.
Con lui c'è sempre la moglie Marisa, forse più bella delle dive che la circondano, che gli ha dato quattro figli: Giulio e Alessandra, rimasti nell'ambiente del cinema, Alberto e Giovanna.
Fra i film prodotti dalla Medusa, «Mimì metallurgico ferito nell'onore» e «Pasqualino settebellezze», entrambi di Lina Wertmüller, e una valanga di commedie all'italiana. Una - «La moglie in vacanza, l'amante in città» - viene girata in parte anche nella casa di famiglia dei Fornari, a Ozzano.
Sia la casa di Ozzano che quella di Parma diventano il crocevia di una buona fetta dello spettacolo italiano: vi si ritrovano Vanessa Redgrave e Franco Nero, Bernardo Bertolucci, Lino Banfi ed Edwige Fenech, Maurizio Arena e Renzo Montagnani, Giorgio Gaber, Barbara Bouchet.
Oltre alla Medusa, Fornari fonda un'agenzia di distribuzione regionale, la C.Emi (Cinematografica emiliana) che lavora in Emilia Romagna e Marche. Distribuisce film di Orion, Twentieth Century Fox, Metro Goldwyn Mayer, Lion.
Nel frattempo - in una vita da pendolare fra Parma, Bologna e Roma- Fornari trova il tempo per coltivare un altro hobby, il jazz. Nei primi anni Ottanta fonda il «Jazz club» e, grazie alle conoscenze maturate sul lavoro, riesce a portare a Parma - dando impulso alla storica rassegna «Musica sotto le stelle» - musicisti come Dizzy Gillespie, George Benson, Lionel Hampton, Gerry Mulligan e molti altri. Personaggi che vengono a Parma più per la simpatia e la passione jazzistica di Giorgio che per i cachet che il Comune è in grado di pagare.
Del resto Giorgio Fornari è sempre stato così, ricordano i figli: incessante, impetuoso, generoso. «Quante anteprime cinematografiche benefiche ha organizzato. Non diceva mai di no alle associazioni, alle parrocchie».
Giorgio Fornari ha vissuto forse gli anni più esaltanti del cinema italiano. Con l'avvento delle tv commerciali - che vampirizzavano l'acquisto e la distribuzione dei film - fu fra i primi a capire che era finita l'epoca d'oro della Medusa, ceduta a Mediaset alla fine degli anni Ottanta. Fu anche fra i primi a capire che i piccoli cinema in centro storico erano destinati a scomparire: a poco a poco li chiuse e progettò e costruì al campus il multisala Cinecity, che poi la famiglia ha venduto. Ha lavorato fino al 2000 e, spiegano i figli, non era raro che nei fine settimana si sedesse alla cassa di qualcuno dei suoi cinema cittadini: «Per lui il cinema era anche sentire l'odore della sala, le risate o l'emozione degli spettatori, capire di aver puntato sul film giusto».
Il funerale si terrà domani alle 11 nella chiesa di Ozzano Taro. Questa sera alle 20,15 sarà recitato un rosario nella chiesa di San Giovanni Evangelista.

1 commento:

  1. CIAO PIT, SPERO TUTTO OK. GRAZIE PER AVERE MESSO QUESTO PER PAPA'. HO GUARDATO TANTE COSE DI QUESTI TUOIN CAPITOLI. MI SONO EMOZIONATA QUANDO HO VISTO QUEL SUPER8 SU ANTY E' MERAVIGLIOSO. TI PENSO UN ABBRACCIO GRANDE. ALESSANDRA

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