Qualche giorno fa conversando davanti a un Custoza corredato di pesciolini fritti si è venuti a parlare di films, in particolare di quelli che a suo tempo ci avevano incantati e che oggi mostrano la corda.
Easy Rider guidava la classifica ma altre pellicole di culto tenevano fieramente testa.
Tra queste Zabriskie Point.
Credo che lo abbiano trasmesso in TV recentemente e chi lo aveva visto, tra i presenti, quasi si rammaricava della fragilità dell'opera.
Io lo penso da molto tempo, e non solo di Zabriskie Point ma di un po' tutta l'opera di Antonioni, malgrado Blow Up a suo tempo per me fosse stata un'epifania, Professione Reporter e lo stesso Zabriskie Point alla loro uscita mi avessero mesmerizzato, e la poetica dell'incomunicabilità delle prime opere mi fosse parsa una strada espressiva dirompente - e certamente all'epoca lo era.
Oggi per me non è più così, e mentre ci riflettevo mi è venuto in mente Alfio Contini, che di Zabriskie Point era stato il direttore della fotografia, e degli aneddoti che aveva in serbo per noi sbarbati della troupe - eravamo sul lago di Como nel 1979 e giravamo Un Dramma Borghese di Florestano Vancini - riguardo a molto del cinema italiano che lo aveva visto protagonista eccellente.
(nel post del 1 febbraio 2011 - la seconda parte di "Un mestiere" - c'è un'ampia rendicontazione dell'esperienza mia durante la lavorazione di quel film)
(nel post del 1 febbraio 2011 - la seconda parte di "Un mestiere" - c'è un'ampia rendicontazione dell'esperienza mia durante la lavorazione di quel film)
Pit al ciak e Alfio Contini alla mdp
...con Lara Wendel...
...e sempre ciacchista appassionato
con Franco Nero e Dalila Di Lazzaro.
E malgrado il disamore maturato nel corso del tempo devo ammettere che quando mi ci sono trovato di fronte - si era nel 1997 - lì a mia volta come regista, l'emozione aveva fatto palpitare fino a sfiorare la commozione.
Della mia piccola troupe ero l'unico che avesse visto il film.
C'est la vie...
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