lunedì 19 agosto 2013

DI TUTTO UN PO' 3




E' esorbitante il numero di persone che si sono perse di vista, di quelle che non si rivedranno mai più e di quelle che, pur se si è animati da una baldanzosa carica di ottimismo, è quasi certo che non si potranno rivedere.
Un esercito di figure dai contorni spesso sfumati, ma con guizzi di fotografico ricordo - quel momento, quel viso, quel gesto - e poi quelle che proprio non ci si raccapezza, che il tempo e la brevità del frequentarsi ha definitivamente relegato in uno spazio dolorosamente inaccessibile, quello del "ma chi è, ma dove eravamo ?" e poi, quando te lo dicono, restano estranei comunque.
Puoi ricordare il pianto di un compagno di scuola delle elementari, il suo cognome, il suo faccino disperato e non riconoscere una persona che hai conosciuto soltanto qualche anno fa.
Dicono che invecchiare fa anche questo genere di scherzi.
Tocca andare molto indietro perchè compaiano figure che tornino perentorie al presente. 
Poi c'è una terra di mezzo fatta quasi esclusivamente di oblio. 
Va un po' a sapere...
L'aspetto curioso della questione è che, nel novero delle indimenticate, ci sono figure che brillano per la brevità del loro essere state dentro la tua vita.










Nell'estate del 1979 Cora era imbarcata con un gruppetto di amiche, milanesi come lei, sul traghetto che dalle Eolie portava a Napoli.
Le attendeva il treno per Milano, lo stesso che avrei preso io. 
Un viaggio notturno di quelli di allora, stipati nei corridoi eppure immemori del disagio per la fortuna di essere giovani e quindi trovare, proprio nel disagio, una fonte di allegria, di vicinanze forzate, di esplorazioni dell'altro piene di curiosità.
Quando, arrivati in vista di Parma, io avevo deciso di scendere, così, per un gesto spavaldo di anarchica e improvvisata amministrazione del mio andare, Cora aveva salutato le sue amiche, che l'avevano guardata esterrefatte, ed era scesa anche lei.
Non sapeva quasi nulla di me e non conosceva Parma.
Parlava poco. 
Agiva come per un susseguirsi di decisioni estemporanee, molto più istintive e spontanee delle mie, senza quasi mai cambiare espressione, che era scrutativa ma nello stesso tempo distante.
Un mistero con un viso che ricordava quello di Lea Massari che mi aveva risposto di sì quando le avevo chiesto, forse scherzando, se volesse venire con me.
Un paio di giorni a Parma, dunque, dove gli amici e le amiche l'avevano adottata con l'istantaneità che riservavano sempre agli "strani", di qualsiasi natura fossero, e Cora strana lo era, e molto. Poi un paio di giorni a Torino, da me.
Tutto lì.
E ancora adesso mi capita di pensare a lei come a qualcuno cui avrei dovuto riservare più attenzione, chiedere più cose, elargire più affetto.
Quattro giorni trentaquattro anni fa.
E so che c'è un sacco di gente che capisce di cosa sto parlando.
Capisce perchè si chiede frequentemente cosa sia di questi esseri appena sfiorati eppure così costanti e intensi nel ricordo.








DIGRESSIONE


Laura ed io siamo stati a Rueglio durante la settimana di ferragosto.
Eravamo stati caldamente invitati a presenziare al "raduno" da Elena, in arrivo da Parigi.
E abbiamo fatto bene, perchè sono state seratine deliziose. 
Ero provvisto di macchina fotografica soltanto la prima sera, peccato.




da sinistra: Giorgio, Caroline, Gianluca, Pierangelo, Angela, Elena







Qui eravamo all'osteria di Drusacco, di cui non ricordo il nome, la sera del nostro arrivo.
La sera successiva, con l'aggiunta di Olga, la moglie di Gianluca, e di Emma la sorellina di Caroline, siamo stati all'agriturismo Garavot.
Poi Giorgio, Gianluca e Olga con le bambine sono partiti, Pierangelo e Angela sono stati bloccati da urgenze familiari e, il giorno dopo, i rimasti con  l'aggiunta di Anna si sono dedicati ad una passeggiata all'albero delle streghe che nel frattempo è stato abbattuto da un fulmine. 
Quindi aperitivo al bar di Canùn - già pilone dell'improbabile squadra di rugby di Rueglio, primi anni '80 - e poi a cena ad Alice Superiore con Laura, Elena, Mauro, Anna, Fabio e Filippo il loro rampollo, che credo che abbia più o meno la stessa età di Caroline, e sicuramente la stessa di Enea, il figlio di Bebe.
(alla fine della passeggiata abbiamo incontrato anche Davide, il compagno di Bebe, per ciò che concerne lei vedi il post del 27 gennaio 2012 ).




Angela, Elena, Laura, Mauro








E qui voglio proprio dire qualcosa a proposito dei bambini dei miei amici.
Caroline si è sciroppata ben due cene con noi, Emma una e Filippo una e sono stati splendidi.
Non un capriccio, una deliziosa capacità di partecipare occasionalmente alla conversazione malgrado la noia provata ( quanto si rompono i bambini a sottostare all'ascolto delle chiacchiere degli adulti ? Io ricordo benissimo di aver provato rabbie e istinti di fuga scomposta pur di liberarmi).
Mi sono piaciuti molto e, se paragonati a certi marmocchi isterici che mi trovo a volte tra i piedi, devo elargire un plauso ammirato ad Anna, Fabio, Gianluca e Olga per come li stanno tirando su.
Insomma, per farla breve, l'ultima sera ci siamo ritrovati con Elena, Mauro, io e Laura e - gradita sorpresa - Cristina.
Cena al Furnèl di Alice e poi sul piazzale a chiacchierare, sotto un leggero stormir di tigli ( tigli ?, credo proprio di sì...)
Cristina ha ulteriormente elaborato il suo già acuminato senso dell'umorismo imperversando con atteggiamento molto british e allarmandomi dicendo che nel video del post del 26 novembre 2012 è sparita la musica. Sono andato a controllare e la musica c'è. 
Anyway, ci siamo lasciati con inevitabili promesse di "l'anno prossimo a ferragosto di nuovo tutti qui...".
Per il resto, durante queste belle seratine, ci siamo detti le cose che devono dirsi amiche ed amici che non si vedono da anni, divertenti, preziose, incoraggianti. 
Ragazze sui cinquanta, ragazzi sui sessanta, poco più poco meno.
Bello.
Naturalmente, in ragione di questo ennesimo passaggio al trascorso, nei tempi sottratti ai sonnellini pomeridiani, alle libagioni e alle passeggiate liturgiche, mi sono scatenato in una caccia al tesoro.
Ho messo le pile nel mangiadischi e ho ascoltato esclusivamente 45 giri d'epoca per tutto il soggiorno.














In questa foto, sul terrazzo di casa a Benidorm, nel 1972,
oltre a me e a Speedy con i bonghetti,
se si fa attenzione si può intravedere sul margine sinistro,
appoggiato sul tavolo, un frammento di mangiadischi Philips, 
non il mio, ma identico ( chissà di chi era...)




Aggiungo  solo qualche "assaggio" perchè i dischi sono un centinaio.













E ho anche trovato cosette interessanti...












...ad esempio questo delizioso accendino che interpreta in modo inequivocabile certe propensioni delle persone appartenenti al mio segno zodiacale, acquistato in Normandia nel 1974.




 Renato Bertrandi, Roby Oggero e Giulia Sarti in un hotel di St.Malò - 1974





...e che dire del ritrovamento della chiave del Gilera "6 giorni fuoristrada" di cui ho ampiamente rendicontato nel racconto omonimo postato il 28 novembre 2010 ?









...o del ciondolo, regalo di Simona Frassinetti (vedi post del 17 luglio 2013) conservato con altri "cimeli" in una vecchia scatola di Cuneesi al rhum e addirittura etichettato ?








Insomma, un bel petit tour, che comunque non mi ha fatto dimenticare che intendevo occuparmi delle "stelle filanti".
Cosa che farò prossimamente, oltre ad aggiungere qualche altro "cimelio".
Quindi...



...continua.

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