Può un regista di documentari insistere nel postare filmatini familiari in numero decisamente maggiore a quelli che costituiscono la sua produzione professionale, tra l'altro solo occasionalmente sfiorata e sempre in modo incompleto ?
E può un quasi sessantreenne strimpellare come un adolescente esponendosi addirittura in rete ?
Ci ho pensato su e poi mi sono semplicemente chiesto: se potessi vedere uno che abbia fatto il mio mestiere in una condizione non ufficiale, in riprese casalinghe, in atteggiamenti domestici, tra amici sconosciuti o in momenti della sua infanzia e adolescenza mi piacerebbe ?
E mi sono risposto di si. Da morire.
Andrei pazzo per vedere, che so, Truffaut ragazzino con i suoi amici al mare, o Alan Rudolph che strimpella il banjo, ma anche semplicemente, una persona che so che fa tutt'altro nella vita, dedicarsi ai propri svaghi.
Vederla bambina e poi adolescente, adulta, anziana.
E sempre in una chiave di immediatezza senza paludamenti. Così com'è, alle prese con le cazzate che ama (naturalmente non solo con quelle).
Del resto l'irresistibile attrattiva che il "repertorio" esercita sullo spettatore testimonia che quasi tutto ha un valore, soprattutto quando non appartiene alla categoria codificata dello spettacolo organizzato, ma a quella dell'istante rubato.
E in fondo, alla fine, tutto questo blog si alimenta di questo punto di vista.
Il pistolotto per arrivare a dire che tra il girato d'archivio ho trovato un DVCAM del 2006 in cui affronto, in un'alternanza di chitarre, un brano dell'insigne Jim Reeves, rivisitato con le mie modeste possibilità.
La sequenza fotografica è accompagnata dalla registrazione in studio dello stesso brano in compagnia di musicisti compiacenti.
Ci ho pensato su e poi mi sono semplicemente chiesto: se potessi vedere uno che abbia fatto il mio mestiere in una condizione non ufficiale, in riprese casalinghe, in atteggiamenti domestici, tra amici sconosciuti o in momenti della sua infanzia e adolescenza mi piacerebbe ?
E mi sono risposto di si. Da morire.
Andrei pazzo per vedere, che so, Truffaut ragazzino con i suoi amici al mare, o Alan Rudolph che strimpella il banjo, ma anche semplicemente, una persona che so che fa tutt'altro nella vita, dedicarsi ai propri svaghi.
Vederla bambina e poi adolescente, adulta, anziana.
E sempre in una chiave di immediatezza senza paludamenti. Così com'è, alle prese con le cazzate che ama (naturalmente non solo con quelle).
Del resto l'irresistibile attrattiva che il "repertorio" esercita sullo spettatore testimonia che quasi tutto ha un valore, soprattutto quando non appartiene alla categoria codificata dello spettacolo organizzato, ma a quella dell'istante rubato.
E in fondo, alla fine, tutto questo blog si alimenta di questo punto di vista.
Il pistolotto per arrivare a dire che tra il girato d'archivio ho trovato un DVCAM del 2006 in cui affronto, in un'alternanza di chitarre, un brano dell'insigne Jim Reeves, rivisitato con le mie modeste possibilità.
La sequenza fotografica è accompagnata dalla registrazione in studio dello stesso brano in compagnia di musicisti compiacenti.
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